martedì 12 aprile 2016
martedì 24 febbraio 2015
Confettura banana e rum e...il virus africano
martedì 23 dicembre 2014
Mousse di castagna
Ricetta di Corinne Jausserand
Per 4 castagnofili
250 g crema di marroni
2 fogli di gelatina
200 ml panna da montare
La panna per montare deve essere freddissima, mettere anche le fruste e a ciotola nella quale sarà montata, in frigo per 1 oretta. Ammollare la gelatina in acqua fredda per 5 minuti. Far scaldare a fuoco molto dolce la crema di marroni, strizzare la gelatina e incorporarla alla crema tiepida mescolando molto bene. Versare la preparazione in una ciotola. Montare la panna a chantilly e unire la crema ormai intiepidita, mescolando delicatamente. Versarla in 4 verrine e lasciare in frigo per almeno 4 ore.
lunedì 1 dicembre 2014
Vin Chaud e...maladetta neve
La mia ricetta antifreddo per 4/5 bicchieri:
1,5 l di vino rosso (bordeaux, bourgogne o pinot noir)
250 g di zucchero di canna
1 scorza di limone
1 scorza d'arancia
2 bastoncini di cannella
2 anice stellato
2 chiodi di garofano
1 pezzetto di zenzero fresco
1 punta di coltello di noce moscata
Unire tutti gli ingredienti al vino e portare ad ebollizione dolcemente.
Far sobbollire per altri 5 minuti.
Filtrare e servire molto caldo.
Un ringraziamento doveroso alla mia modella Manu, collaboratrice perfetta, propositiva, instancabile e paziente.
mercoledì 22 ottobre 2014
Caramel au beurre salé
Oltre a tantissime specialità golose, la Bretagna è famosa anche per i bonbon al caramello salato.
Nel 1343, Philippe VI , Re del Valois, mise una gabelle, una tassa sul sale che aveva l'importantissimo scopo, all'epoca, di conservare gli alimenti. Il burro d'abitudine salato, venne sostituito da quello neutro. La Bretagna era in realtà una zona più vicina al territorio francese perciò fu esentata dalla tassa e sviluppò, non solo la produzione di burro salato ma anche numerose preparazioni di pasticceria, mescolandolo al caramello classico. Fu Henri Le Roux che mise a punto il caramello salato nel 1977 per poi brevettarlo con l'acronimo CBS e confezionando dei bonbon, oggi famosi in tutto il mondo.
E fin qui, son stata seria no?
Ora. La ricetta è così semplice che quasi ti sembra assurdo non averci pensato prima di lui. Voglio dire: Henri ci ha messo 3 mesi di prove per sciogliere lo zucchero, unirci la panna e poi il burro in un paese dove esiste solo il trittico latte-panna-burro. Tre mesi, capite? E noi che la sera, apriamo il frigo vuoto e ci tiriamo fuori una cenetta con i fiocchi in un paese dove tutto è tassato tranne il sale, che dovremmo dire? Dovremmo tutte diventar famose! Ok, devo ammettere che il caramello salato è una delle cose più goduriose al mondo e che l'invenzione dei bonbon di Henri, diciamo, non è male. La prossima volta però che dal nulla, da dispensa e frigo vuoti, riuscite a farne un pranzo per 4 persone, brevettatelo. Avrete il mio sostegno.
Le ricette per il caramello al burro salato sono tutte uguali visto che gli ingredienti devono obbligatoriamente essere 3. Ho notato però , gironzolando sul web, che alcuni invertono il procedimento. Ecco, no, non si fa.
Prima si scioglie lo zucchero, poi si unisce la panna e dopo il burro salato. Le dosi possono essere cambiate, così come le aggiunte di nocciole o frutta secca. Il resto lasciatelo come Henri lo inventò.
Per un vasetto Weck da 220g
150 g zucchero semolato
1 cucchiaio d'acqua
100 ml panna liquida
25 g burro salato
Tagliare il burro a cubetti e conservare in frigo (deve essere freddissimo).
In una casseruola fate sciogliere a fuoco dolce, lo zucchero con un cucchiaio di acqua. Inzuppare un pennello da cucina di acqua e pulite spesso i bordi interni della casseruola per non far cristallizzare lo zucchero. Nel frattempo, a fuoco dolce, scaldare la panna.
Lo zucchero si scioglie, inizia a fare le bolle e poi si imbiondisce. A quel punto, versare la panna a filo, mescolando con la frustina. Appena il colore è omogeneo, versare il burro freddissimo e mescolare fino a farlo sciogliere. (Quello del burro freddo è un trucchetto di un gentile signore Bretone).
Il colore del vostro caramello dipenderà dai tempi di cottura. Attenzione a non farlo cuocere troppo quindi!
Se lo volete più denso, rimettetelo, dopo l'aggiunta del burro, sul fuoco. Come per tutte le marmellate e confetture, ricordatevi che una volta raffreddato, si addenserà, quindi se fate questa operazione, non lasciatelo sobbollire per più di un minuto!
Versatelo nel vasetto sterilizzato e lasciare raffreddare completamente. Sarà buono il giorno dopo.
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lunedì 18 agosto 2014
Confettura di pomodori e vaniglia
Nella mia ignoranza (o nei miei sogni), mi immaginavo che nel 1492, una volta che l'ammiraglio Colombo e i suoi marinai sbarcarono nelle Indie, ops, Americhe, fossero stati invitati dagli indigeni a cenare con loro.
E visto che di pomodori, spezie e patate, noartri, non ne conoscevamo nemmeno il nome, mi immaginavo gli occhi sbalorditi degli Europei davanti a banchetti di pomodoro alla caprese, salsa di pomodoro, pomodori confit nonchè miliardi di patatine fritte.
E invece no.
A parte il fatto che gli indigeni, probabilmente non avevano nessuna intenzione averli come ospiti a cena ma piuttosto averli come cena.
Più che altro, non esisteva nessun banchetto con i pomodori, visto che, in America centrale, loro terra di origine, venivano considerati velenosi e venivano solo usati come decorazione.
'Sti indigeni avevano a casa la pummarola bell'epronta e invece li usavano per addobbare i giardini.
Da non crederci.
Il pomodoro fa la sua comparsa come alimento, sulle tavole solamente dopo il 1700. Cioè 200 anni dopo la sua scoperta.
E dove si scopre che il pomodoro è buonissimo in salsa con la pasta o strofinato nel pane?
In Italia meridionale, dove grazie al clima, la pianta di pomodoro si era diffusa rapidamente e grazie alla fame, la povera gente si rese conto che tanto velenoso non era.
E mentre in Francia venivano regalate le piantine del pomo alle dame e in Cile e in Perù lo usavano come centro tavola, in Italia i contadini e anche a corte, si mangiava pomodoro come se non ci fosse un domani.
Cosa sarebbe l'Italia senza pomodoro?
Iamme ia.
800 g pomodori (a grappolo o Cuore di bue)
400 g zucchero
1 bacca di vaniglia
Fate bollire l'acqua e tuffate i pomodori per qualche secondo i modo che la buccia si spacchi. Scolateli e fateli raffreddare. Sbucciateli, tagliateli in due, levate i semi e tagliateli a pezzi più piccoli. Fateli cuocere con lo zucchero e la bacca di vaniglia incisa per lungo. Farli sobbollire a fuoco dolce per circa 30 minuti. Per capire quando la confettura sia pronta affidatevi sempre alla prova del piattino: prelevarne un po' e metterlo su un piattino che inclinerete. Se la confettura scorre subito, non è ancora pronta, se scorre piano fermate il fuoco, è pronta! Se invece scorre molto piano o resta ferma, la confettura è compromessa...
Conservate la confettura in vasetti precedentemente sterilizzati.
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giovedì 14 agosto 2014
Melone in sciroppo
Magari non vi è chiaro il mio amore per il melone.
Ve lo ribadisco.
Amolo.
Oggi una non-ricetta, una cosetta veloce e fresca e tanto tanto piacevole.
Qualcosa da offrire agli amici, alla vicina di casa, agli amici dei figli.
Qualcosa di chic che sostituisce un dessert o un alcolico.
Rinfresca e appaga il palato.
Si fa così:
1 melone cantalupo
250 ml acqua
3 stelle di anice
70 g zucchero
menta e semi di anice (facoltativo)
Pulite il melone e formate delle grosse biglie con l'aiuto dell'apposito attrezzo. Mettetele in una brocca e lasciate in frigo. In una casseruola portate a ebollizione l'acqua con lo zucchero e l'anice stellato. Lasciar sobbollire per 10 minuti a fuoco dolce. Togliere le stelle e fate ridurre lo sciroppo per altri 5 minuti circa. Il colore sarà caramellato. Lasciate raffreddare del tutto. Versare lo sciroppo nella brocca e aggiungere qualche cubetto di ghiaccio. Servire con menta tagliuzzata e semi di anice e decorate con quello stellato.
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martedì 3 dicembre 2013
Peanuts butter
Il burro di arachidi, usatissimo in America e nella cucina africana, non è altro che la nocciolina che spremendola, frullandola, impastandola, lascia i suoi oli naturali e crea questa crema spalmabile. L'ho assaggiata da un vasetto confezionato tanti anni fa e non mi era proprio piaciuta. Ho scoperto in seguito che si può benissimo fare a casa con poca fatica.
Ci ho provato più per spirito di esperienza che per gola. Non l'avrei mai postata se il risultato non fosse stato ottimo. Sarà che ogni scarrafone è bello a mamma soja ma me la sono mangiata senza nessun rimorso. Così un cucchiaino qua, un cucchiaino là, ho capito che forse (forse eh) i conservanti rovinano diverse cose. Nei barattoli confezionati, è d'obbligo il conservante che altera i sapori che vengono equilibrati da altri aromi artificiali. Magari è proprio quello il gusto che cercano gli americani e forse mi sputeranno in un occhio dopo aver visto questo post, però secondo me, provare ne vale la pena perché stavolta sapete cosa c'è dentro.
160 g noccioline già sbucciate
1 cucchiaino miele
1 pizzico di fleur de sel
1 cucchiaio olio di semi
Tostare le noccioline in un tegamino senza condimento. Frullarle per 10 min, fino ad ottenere prima una polvere poi una pasta. Unire il miele, il sale e l'olio a filo, mentre sta frullando. Io credo di aver messo anche meno di un cucchiaio. L'olio serve solo a fluidificare la crema. Se si abbonda risulterà troppo liquida, quindi fate attenzione.
Porre nel vasetto e lasciar riposare in frigo la notte.
Si conserva un mese in frigo, una settimana a temperatura ambiente.
Per una crema "crunchy" come la mia, basterà aggiungere un po' di noccioline tritate grossolanamente al composto
martedì 26 novembre 2013
Nutella bianca
Il bianco è il colore della purezza, della verginità, dell'elevazione dell'anima. E' il colore dei medici, degli infermieri e dei cuochi per indicare pulizia.
Ci sposiamo in bianco, vogliamo i denti bianchi poi quando arriva il capello bianco siamo a brontolare.
Ecco, io non ne ho. Sono arrivata a 40 anni senza capelli bianchi. Ho le tette mocio Vileda, il culo floscio, le zampette di gallina e l'artrosi ma zero capelli bianchi.
Son soddisfazioni.
Per chi invece avesse i capelli bianchi, ricordo che il bianco (inteso come luce) non è considerato un colore, ma la somma di tutti i colori. Vale a dire, la somma di tutte le conoscenze, le esperienze e dolori. La somma di notti insonni, di giornate di sole, l'unione di amori, di scoperte e di soddisfazioni tutte concentrate in fili di capelli. Quando vi spazzolate, state ripassando i momenti della vostra vita, dove avete certamente lasciato un'impronta di colore.
Se poi volete anche mezzo chilo di cellulite, dovete solo chiedere:
Ricetta di Corinne Jausserand
200 g cioccolato bianco
150 ml latte condensato
50 ml panna liquida
Far sciogliere il cioccolato bianco a bagnomaria e una volta sciolto, versare il latte unito con la panna che devono essere a temperatura ambiente. Rimescolare energicamente fino a che sarà omogeneo. Versare nei vasetti (me ne sono venuti due come quelli della foto, un po' più grandi di un vasetto classico di yogurt.
Lasciar raffreddare. Consumare entro 6/7 giorni.
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lunedì 16 settembre 2013
Smoothies more, banana e lamponi
Ebbene sì, ho fatto anche io uno smoothies. Nella sua trappola ci son caduta anch'io, avanti il prossimo, gli lascio il posto mio.
Dopo averlo visto svariate volte sul web , altrettante sugli scaffali dei super, mi sono convinta ad assaggiarlo e già al primo sorso mi son fatta una domanda:
ma la differenza con il frullato qual è?
Credo che tutti gli italiani, assaggiandolo, si siano fatti questa domanda. Mi sono informata e ne so quanto prima.
C'è una gran confusione (sarà perchè ti amo), intorno a quello che è frullato, frappè, milkshake, smooties, centrifugati e succhi di frutta.
Vediamo di analizzare la cosa.
Frullato: frutta o verdura frullata da sola o con acqua o ghiaccio o yogurt o latte.
Frappè: frutta o aromi (cacao, menta) frullati con ghiaccio, zucchero e latte.
Milkshake: termine inglese per indicare il frappè.
Centrifugati: con la centrifuga si separano la polpa dalla buccia di frutta o verdura e non si aggiunge nient'altro.
Succhi di frutta: concentrato della polpa della frutta con l'aggiunta di zuccheri.
Smoothies: frutta fresca o congelata, frullata con zucchero yogurt e ghiaccio.
Come vedete la differenza è minima e a volte ho la sensazione che ci stanno prendendo per il cucuzzolo della banana.
E credo che sia un po' colpa di questa forzata globalizzazione sui nomi.
Fingerfood, buffet, escargots, consommè, wraps e smoothies. Che siccome i nomi son diversi, si deve trovare per forza una differenza nella preparazione.
Io me lo sono fatta in casa e in confronto a quello comprato, il mio era molto ma molto più buono.
L'ho fatto banana e lamponi (chi c'era con te) e siccome l'estate sta finendo (e un anno se ne va) ho aggiunto anche le more.
Viene denso come uno yogurt da bere (frullato), se lo volete più liquido basterà aggiungere del latte (milkshake).
Vi ho confuso ulteriormente, lo so.
Fatevi uno zabaione che quello è uguale e unico in tutto il mondo.
Scherzi a parte, il mio smoothie, mi ha sostituito il pranzo e mi ha caricato di vitamine.
Ho letto che si può conservare 2/3 giorni in frigo ma credo che berlo subito sia meglio. Ho aggiunto la banana perché gli dona una texture più vellutata.
Ringrazio Cocciante, i Ricchi e Poveri, Morandi e i Righeira per avermi sostenuto nella stesura del post.
Per 1 litro e poco più di smoothie 250 g di lamponi 250 g di more 1 banana 3 cucchiai di zucchero 3 yogurt (io li ho presi alla vaniglia) 12 cubetti di ghiaccio Lavare i frutti rossi. Mettere nel frullatore le more, i lamponi , la banana tagliata a rondelle, lo zucchero, gli yogurt e i cubetti di ghiaccio. Frullare bene, servire subito e cerca di essere un tenero amante. |
lunedì 9 settembre 2013
Pesche al vino
In qualche cassetto della memoria era rimasto il ricordo di questa macedonia che dava un po' alla testa: pesche con il vino. Aveva un gusto dolce di frutta matura e anche il gusto proibito di bere del vino ma con il permesso di mamma.
Oggi forse a casa dei miei, avrebbero mandato i servizi sociali, ma all'epoca era una merenda come le altre e vi giuro che nessuno ci è morto.
La ripropongo più per tenerezza che per condivisione.
Per 4 bicchieri/coppette
4 pesche bianche
8/10 cucchiaini di zucchero semolato
vino rosso
Preparazione
Tagliare le pesche a tocchetti, metterle in una ciotola capiente e aggiungere il vino e lo zucchero. Far insaporire una mezz'oretta e servire nei bicchieri.
sabato 3 agosto 2013
Carpaccio di melone con vinaigrette agli agrumi
Forse lo dico in un post si e uno no, ma ho fatto un corso di spezie e me ne vanto. E' stato molto interessante per me perché le uso spessissimo nei miei piatti. Non sapevo dell'esistenza di sapori e profumi così intensi. Ci sono dei semi che ricordano la noce moscata, altri il sandalo. Esistono varietà numerose di pepe e uno mi ha colpito in particolar modo è il pepe della Tasmania. Quando lo schiacci con i denti, senti un sapore di pepe comune. Dopo circa 6 secondi, il sapore esplode letteralmente in bocca, intensissimo di peperoncino, così forte che ti va a fuoco il volto.E' stato al corso che mi sono fatta, pestando al mortaio 18 spezie diverse, il mio curry personale.
E' stato al corso che ho potuto assaggiare un dessert fatto con ananas, condito con il suo succo e una abbondante macinata di pepe di Sichuan.
Oggi vi propongo un carpaccio di melone, condito con olio, salato con la soja e con una nota speziata che vi sorprenderà.
Siate curiosi!!
Per 2 persone
1 melone
1/2 arancia
1/2 lime
1 cucchiaino di salsa di soja
1 cucchaio olio
pepe nero in grani
Tagliare il melone in due, svuotarlo dai semi, taglialo a fette e togliere la buccia. Tagliare ogni fetta in fettine fini e sistemarle in due piattini. Pestare il pepe con il batticarne. Emulsionare la salsina unendo olio, salsa di soja, limone e arancia. Condire il melone nei piatti e lasciare in frigo, coperti da pellicola per 15 min. Completare con il pepe e servire subito.
domenica 7 luglio 2013
Il the all'araba e...vento del deserto
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giovedì 4 luglio 2013
Formaggio homemade
Dopo la mia esperienza con il burro homemade, mi sono data alla cucina lattiera, infatti il consorzio del Grana Padano sta iniziando a tremare ma li tranquillizzerò dicendo che questa è la mia ultima esperienza.
Si, perché dopo le prime grida di gioia che mi porta la soddisfazione di fare qualcosa con le mie manine e dopo le esultanze al primo assaggio che ho accompagnato con frasi del tipo:
"Ma è più buono di quello comprato-molto più sano-sai cosa mangi",
ecco, dopo le frasi del caso, ci ho dormito una notte e ho calcolato che per farlo ho speso tre volte tanto, ci ho messo del tempo e per di più non so nemmeno come chiamarlo...
Il colore è quello della ricotta, il sapore è quello del primo sale.
Ma non è né l'una né l'altro.
Attendo delucidazioni dai più esperti, almeno per battezzarlo e dargli un nome degno.
Se poi vi ho messo curiosità vi faccio scivolare velocemente la ricetta:
2 litri di latte fresco
2 limoni
1 cucchiaino raso di sale
Spremere i limoni.
Versare il latte in una casseruola alta e capiente.
Portare il latte quasi all'ebollizione, togliere dal fuoco e versarci il succo dei limoni. Nel giro di 15 secondi inizierà a coagularsi.
Mescolare per circa 1 minuto, rimettere sul fuoco e portare nuovamente ad ebollizione.
Togliere dal fuoco e lasciare che si depositi la parte grassa nel fondo.
Sistemare un telo di lino bianco sopra uno scolapasta. Versarci la fondata di formaggio cercando di evitare la parte acquosa e salare.
Lasciar scolare il più possibile e poi iniziare a strizzare il panno come una caramella, in modo da asciugare del tutto il formaggio.
Metterlo in forma e lasciare in frigo qualche ora. Sformarlo,
condirlo con olio sale e pepe oppure miele e nocciole.
!Da due litri di latte ho ottenuto due ricottine da 100g. Le forme le ho recuperate dalla confezione di ricotte di una famosa marca in vendita nei supermercati.
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domenica 12 maggio 2013
Aglio aromatizzato sott'olio
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Per chi non lo conoscesse, l'aglio aromatizzato è ottimo come aperitivo, speluzzicato con un stecchino, al posto di patatine fritte e noccioline.
Lo sbiancamento in acqua bollente lo priva dell'odore caratteristico, lo rende digeribile e gli aromi ne esaltano la bontà.
Possono esssere usati anche accanto a carni, arrosti o si può utilizzare l'olio per i condimenti.
Quantità approssimative
4 teste d'aglio fresco bianco
olio
alloro secco in foglia
pepe nero in grani
ginepro
timo o maggiorana freschi
Sbucciare l'aglio e poi ogni singolo spicchio privandolo dalla pellicina trasparente. Man mano, riempire il vasetto che servirà per dosare la quantità.
Far bollire l'acqua e versare gli spicchi tutti in una volta. Contare 1 minuto dalla ripresa del bollore e scolare. Il tempo di sbiancamento pregiudica la croccantezza. Se si preferiscono più morbidi, si arriverà a due minuti di cottura.
Strofinarli con un panno in lino (non di cotone!). Eventuali pellicine verranno fuori durante la cottura o lo strofinamento.
Riempire il vasetto di aglio intervallandolo con le foglie di alloro e gli altri aromi. Riempire di olio, chiudere molto bene, rovesciare il vasetto e tenerlo in frigo a maturare per 2 mesi prima di gustarlo.
Io ho aggiunto anche il ginepro, più per il colore che per il sapore.
Volendo si possono unire l'origano, il prezzemolo o comuqnue tutte le erbe aromatiche che si preferiscono.
Se avete le foglie fresche di alloro, basterà lasciarle in forno a 150° per seccarle.
Inutile dire che il vasetto e il tappo devono essere sterilizzati e che se usate un vasetto già usato, il tappo va sostituito con un nuovo.
Tenuto in frigo, l'olio solidifica. E' normale, anzi, vuol dire che è olio buono. Se non volete questo effetto e la scocciatura di dover tirar fuori il barattolo dal frigo, ogni volta prima di servirlo, potete usare l'olio di semi, ma la differenza di sapore è netta.
I barattoli:
- sono preferibili quelli con tappo a chiusura ermetica.
- devono essere ben lavati e perfettamente asciutti.
- la conservazione deve essere in un luogo asciutto, evitare posti all’aperto o umidi.
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