giovedì 18 gennaio 2018

COOKIES AL TOBLERONE


'Na vergogna postare questa ricetta, che voi non ne avete manco idea...
Negli ultimi mesi mi sono data ad una cucina meno pornografica e più "iana", ovvero vegetariana, fruttariana, respiriana (cosa non si fa per perdere un paio di chili) ma il destino ha voluto che sistemando i miliarmilioni di ricette che tappezzano gli angoli della mia casa, è sfuggito, così, come ali di farfalla un pezzettino di carta, un pizzino di giornale conservato dove era segnata una ricetta. La ricetta era quella dei biscotti al Toblerone, una ricetta conservata in tempi di pancia piatta e "chissenefrega-me magno che me pare, ho il metabolismo che va a braccetto con Bolt" e lasciata là per diversi anni.
E quando è che decide di scivolare via come ali di farfalla?
Quando sono a dieta stretta e se cerco le forme alle nuvole, ci vedo la scritta Lindt.
Bon, biscotti, m'avete provocato? E mo' ve faccio.
E mi son tolta anche 'sto dente.
I biscotti sono al Toblerone, una di quelle divinità nefaste che se le guardi, ti trascinano all'inferno a soffrire le pene. Per questa ricetta, il Toblerone va frantumato e potete farlo con il coltello o con il batticarne. E mentre infierite sui pezzi di cioccolata e torrone, pensate intensamente: "tié, brutto schifoso di un Toblerone, non mi avrai mai, ma ti offriro' sotto forma di biscotti a tutte le mie amiche magre".
E tutto questo rituale non servirà ad una cippa, perché tanto una volta che li avete là, l'anima del Toblerone vi sussurrerà che non potrete regalare qualcosa senza averlo assaggiato. Se non sono buoni? Se son venuti male? Se non sono cotti abbastanza? Assaggiane uno..UNO SOLO...




Ricetta scivolata come ali di farfalla:

160 g Toblerone + 40/50 per la superficie
100 g zucchero di canna
120 burro a pomata
150 g farina
1 cucchiaino lievito
2 cucchiai cacao amaro
1 uovo


Fate il Toblerone a pezzetti grossolani, tagliandoli con un coltello. Lavorate il burro a pomata con lo zucchero, aggiungete la farina, il lievito, il cacao e l'uovo.  Aggiungete 160 g di Toblerone. Lavorate con le mani e formate delle palline da 30g. Sistematele, appiattendole, in pirottini in silicone (io ho fatto così, per farli venire con un certo spessore, altrimenti diventano delle frittelle...). Cospargete sul biscotto, il resto del Toblerone spezzettato. Infornate a 180° per 10 minuti. all'uscita dal forno saranno ancora morbidi, fateli raffreddare completamente, assaggiarne uno e offrire.
HO DETTO UNO SOLO!




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mercoledì 25 novembre 2015

I Cantucci di Prato e...la città di Prato


Qualsiasi fiorentino ha avuto a che fare con Prato. Vuoi per il lavoro, vuoi per qualche centro commerciale, una volta nella vita Prato ti tocca.
La prima volta che è toccato a me, avevo si e no vent'anni e dopo una serata con le amiche, verso le 3 di notte mi son trovata ad accompagnare una ragazza a casa sua, appunto a Prato. All'andata, guidata da lei, tutto è andato bene. 
A ritorno è stato il delirio, credo di aver raggiunto il letto alle quattro. 
Del pomeriggio. 
La città di Prato, per chi non lo sapesse è costruita su rettilinei e rotonde affiancate da edifici, alberi tutti esattamente uguali. Le indicazioni sono chiare solo a chi è pratese e indicano sempre zone industriali. Puoi fare la strada e memorizzarla: rettilineo-rotonda-rettilineo-rotonda-destra-rettilineo. Se la fai tornando, seguendo esattamente le indicazioni al contrario, ti perdi. Prato vince sempre. Allora ci riprovi e guardi con attenzione quell'edificio bianco con 6 finestre e la pubblicità scritta in cinese. Al ritorno, il cartellone non c'è più. 
E manco l'edificio con le finestre.
A Prato le strade son clonate. 
Che poi, non puoi nemmeno dire, tho' ho sbagliato strada, alla prossima rotonda torno indietro. No! Perché il rettilineo è lungo 12 chilometri e la rotonda che trovi in fondo ha 8 uscite, tutte uguali, ed è enorme, formata da altre piccole sottorotonde, tutte senza punti di riferimento, per cui mentre la circonvalli , perdi il conto e imbocchi il rettilineo sbagliato che ti porterà sull'autostrada a pagamento, dalla quale non puoi nemmeno fare inversione, la quale è sprovvista di autogrill, piazzole di emergenza, benzinai e dove l'uscita più vicina è quella di Bologna!
Ho conosciuto un signore al quale ho chiesto perché si fosse trasferito da Firenze a Prato. Mi ha risposto che non si era trasferito: si era solo perso e non riuscendo a trovare la strada, aveva deciso di comprarsi una casa e farsi famiglia là.
Per questo che i cantucci son duri. La cosa dell'inzuppo nel Vin santo è solo una scusa. La verità, Signori, è che escono dalla pasticceria che sono dei morbidi sablè, ma prima di ritrovar la strada di casa, passa così tanto tempo che diventan duri come sassi.
Maremma bucaiola.


La ricetta è trita e ritrita, collaudata, la migliore in circolazione, l'unica che si avvicina a quelli inimitabili del biscottificio "I Fochi", a Carmignano (Prato) 

Dosi
(ricetta di S.Spilli)

450 g di farina
350 g di zucchero
2 uova intere 
3 tuorli 
1 uovo intero per spennellare
1/2 bustina di lievito
50 g di burro 
200 g di mandorle non spellate


Procedimento

Tostare leggermente le mandorle in forno per qualche minuto a 180°.
Montare con il frullatore elettrico 2 uova intere e 3 tuorli con lo zucchero finché non diventeranno bianche e spumose. 
Unire il burro fuso e intiepidito.
Aggiungere la farina setacciata con il lievito e lavorare l'impasto con le mani
Mano a mano che aggiungerete farina l'impasto diventerà più denso e difficile da amalgamare con il cucchiaio; impastate quindi con le mani. Aggiungere le mandorle cercando di amalgamarle in maniera omogenea.
Infarinare il tavolo di lavoro e formare 3 filoncini spessi un centimetro.
Porli sulla placca ricoperta di carta forno, distanziati tra loro.
Spennellare con l'uovo intero sbattuto e cuocere in forno  a 180° per circa mezz'ora o fino a doratura. I biscotti saranno ancora morbidi, farli intiepidire qualche minuto e poi tagliarli leggermente in obliquo con uno spessore di 1 centimetro e mezzo circa).
Disporli sulla placca e far tostare qualche minuto da entrambe i lati a 100°.
Far raffreddare prima di conservarli in una scatola di latta.
Fate attenzione a non farli cuocere troppo né la prima, né la seconda volta: i cantucci devono essere duri per essere inzuppati del Vin Santo ma dovrebbero anche in linea di massima essere mangiati al naturale...


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martedì 17 marzo 2015

Flapjack gianduia



No, nemmeno questa è una ricetta light, non vi fate confondere dal fatto che sono barrette con avena perché è una bugia: è crema di gianduia nascosta bene tra i cereali.
'Na bomba calorica.
Il flapjake è un dolcetto inglese fatto da fiocchi d'avena, l'immancabile golden syrup e burro. Oggi lo propongo senza golden syrup che tanto non è sempre reperibile ma con l'aggiunta di crema nocciolata e nocciole tritate. 
Addio original flapjack.
Questa versione nasconde pure una doppia goduriosa faccia.
Una volta tagliati a cubotti o rettangolotti (oddio ma come parlo?!), potete prenderli a martellate (anche meno) per ottenere una granola interessantissima che versata e mescolata allo yogurt potrebbe anche cambiarvi la giornata.
Do it, now.
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martedì 10 marzo 2015

Biscotti Anzac


Per denti che non temono niente e nessuno, i biscotti ANZAC detti anche "biscotti del soldato" sono i croccantissimi cookies fatti con avena, golden Syrup e cocco. 
Nati dalle mani delle mogli dei soldati in guerra, venivano preparati con ingredienti semplici e di facile reperibilità ma soprattutto senza l'ausilio di uova proprio per farli durare a lungo e per resistere a viaggi in lontane destinazioni.
ANZAC infatti è semplicemente l'acronimo di Austrialian and New Zealand Army Corps, uno dei corpi di spedizione nel Mediterraneo durante la prima guerra mondiale.
Li ho fatti, ero troppo curiosa. 
Mi sono documentata e sono entrata nel personaggio di moglie di soldato agli inizi del 1900. Mi son pure messa la cloque in testa e la gonna a metà polpaccio (che tanto mi sfila, nevver?). Li ho fatti raffreddare in gratella mentre ballavo un jazz suonato da un rauco grammofono e li ho impacchettati con carta di riso e canna di bambù.
Ora, per essere coerente, dovrei spedirli a mio marito in guerra.
Mi vedo già la faccia dell'impiegato delle poste...

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mercoledì 18 febbraio 2015

Biscotti d'avena


Se pensate di avere davanti dei biscotti dietetici, scordatevelo.  I quasi 4 etti di avena potrebbero ingannare e far dimenticare che dietro i fiocchi si nascondono delle insane quantità di burro e zucchero.
L'avena ha tantissimi benefici, dà subito sazietà quindi è indicato per le diete dimagranti, è molto digeribile, è ricca di vitamine e sali minerali ed essendo ricca di fibre è ottima per il transito.
Il problema è che in questa ricetta la Moniqù, ha mescolato l'avena con grassi e zuccheri, distruggendo ogni genere di virtù.
Nessun problema: la soluzione è di convincersi che la dose che prevale è quella di avena.
Poi però, giusto come consiglio spassionato, una corsetta intorno al condominio fatevela che il burro c'ha sto viziaccio di attaccarsi alle cosce...
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venerdì 7 novembre 2014

Damiers e...denuncia per tuffo



-"Prego, si accomodi".
La giovane donna si siede accavallando le gambe, le mani in grembo, una borsa enorme resta ai suoi piedi.
-"Sono qui per una denuncia."
-"Mi dica, di cosa si tratta?."
-" Ho subito un tuffo."
-" Mh, è già il terzo stamattina e son solo le 10. Un attimo, chiamo l'appuntato. Caputooo, vieni a prendere questa denuncia, la signorina ha subìto un tuffo."
Un ragazzone di circa 30 anni si affaccia alla porta della stanza del maresciallo.
-"Eccomi mariscià."
-"Signorina, dii pure le sue generalità all'appuntato e mi racconti come è successo."
La signorina inghiottisce, si schiarisce la voce e racconta:
-"In pratica stamattina ero dentro al negozio per articoli di casa, tranquillissima stavo SOLO guardando. Ho notato dietro una decina di bicchieri decorati, un tegamino tipo bronzo, sa, quelli un po' vintage, tanto carucci."
Il maresciallo annuisce, come se avesse ben presente non solo la scena e il tegamino ma anche la fine del racconto.
-" Sa com'è, succede spesso, Eccellenza."
-"Maresciallo, va benissimo se mi chiama maresciallo."
-"Sì, scusi, sono agitata. Insomma, che vuole, noi donne subiamo certi fascini  ma ho tirato dritto, ho fatto finta di nulla quando improvvisamente sento delle vocine che provengono dalla mia borsa. Guardo incuriosita e vedo che il tegamino  si è tuffato dentro, così, senza che io me ne accorgessi."
-"Capisco. Caputo hai scritto?"
-"Signor sì."
-"Dica signorina, e' stata altre volte in questo negozio?"
-"Bhe sì, Santità."
-"Sono maresciallo" - ripete un po' scocciato -"Mi dica, lei possiede a casa piatti, tazzine e posate in parure o tutte diverse tra loro?"
-"Ma per chi mi ha preso? Sono una persona seria io! Le ho tutte diverse, tutte! Dalla prima all'ultima."
-"Mh, sì, immaginavo" -sospira l'uomo -" Purtroppo riceviamo tante denunce per tuffi di piatti, posate, libri di cucina, riviste. Ultimamente poi stanno aumentando quelle di cannucce, oggetti di antiquariato e tovaglioli. Per non parlare dello stampo da chiffon cake. E le vittime sono tutte persone con le sue stesse caratteristiche."
La donna si copre il volto con le mani e inizia a singhiozzare.
-"Sua Eminenza sono disperata, io ero là solo per guardare, mi crede? Una volta che è caduto nella borsa io l'ho dovuto comprare, l'ho dovuto portare a casa...capisce??"
-"Sono maresciallo! Io. Sono. Maresciallo. Via signorina sù, non faccia così, non è né la prima, né l'ultima purtroppo."
-"Si, ma cosa dirò a mio marito che mi vedrà tornare con l'ennesimo tegamino vintage?"
Il maresciallo si alza, fa il giro della scrivania, si avvicina alla donna in lacrime e le mette una mano sulla spalla.
-"Signorì, le stiamo compilando la denuncia, basta una firma qui e potrà tornare a casa da suo marito. Vedrà, capirà che è stato un incidente."
La donna sospira e si soffia il naso.
-" Grazie Maresciallo, grazie, un sant'uomo lei."
-"Ecco, da Papa a Santo in 2 minuti."
-"Come ?"
-"No ehm, dicevo che non si deve preoccupare, vadi tranquilla. Caputo accompagni la signorina!"
I due spariscono dietro la porta. Dopo pochi attimi Caputo torna nella stanza. Va dritto verso il suo superiore, appoggia le mani sulla scrivania e domanda:
-"Mariscià, ma me spiega 'na cosa? Ma chi minchia è sta denuncia di tuffo ca stamu facennu da nannu a sta patti??"
-"Caputo sei giovane, non capisci. Queste son donne pericolose. Entrano nei negozi, fanno manbassa di oggettistica e poi non sanno come tornare a casa dai mariti. Ci vogliono far credere che le cose finiscono in borsa da sole, fanno un tuffo e si infilano nei carrelli e che loro son solo vittime. Son tante, sono determinate, si son sparse la voce, fanno una denuncia per scaricarsi dalle colpe e dopo una settimana lo rifanno. E vogliono prenne pe' ì culo annoi.
Tzè, foodbloggers..."



Per un tot di biscotti (non ricordo quanti, scusate!)

125 g burro morbido
110 g zucchero semolato
1 uovo
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
250 g farina comune
2 cucchiai cioccolato amaro in polvere
2 cucchiaini di latte
1 albume

Battere lo zucchero con il burro, l'uovo e l'estratto di vaniglia. incorporare in due volte, la farina. Formare una palla, dividerla in due parti. In una, unire il cacao in polvere lavorando bene fino ad ottenere un colore omogeneo. Se necessario aggiungere 1 cucchiaino di latte. Stendere la pasta al cacao in un rettangolo di circa 20/21 x 13/14 cm, in modo che abbia circa 0,9/1 cm di spessore. Fate la stessa con l'impasto chiaro.
Spennellate di poco albume lo strato al cacao e adagiate sopra quello chiaro. Premete e lasciate in frigo per 10 minuti. Tagliate il rettangolo fatto di 2 strati a metà, spennellatene uno e adagiare sopra l'altro. Lasciate in frigo 10 minuti. Tagliare a fette di circa 0,9/1 cm e impilarne 3 (alternando i quadri chiari con quelli scuri), spennellando le due parti con l'albume. Lasciare in frigo avvolti da pellicola. Scaldare il forno a 180°. Tagliare i quadrati dal parallelepipedo formato, sistemarli sulla teglia coperta da carta forno e cuocere fino a lieve doratura. Far raffreddare su gratella.










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martedì 4 novembre 2014

Biscotti alla crusca



Facendo un rapido calcolo mentale negli ultimi tempi sono aumentate le vendite di:
  • stampi per chiffon cakes
  • pacchetti di cannucce colorate
  • passini per zucchero a velo
  • bottigliette in vetro per il latte
  • libri di cucina
  • abbonamenti e riviste di cucina
  • attrezzatura per cucina
  • fotocamere reflex
  • obiettivi 50mm
  • cavalletti a go-go.
I mercatini vintage hanno avuto impennate che non si sanno spiegare.
Nei Brico Center sono significativi i dati sulle vendite di tavole di legno singole e di molteplici colori in acrilico.
Aumentano a dismisura gli acquisti di sac à poches, stampi in silicone, pirottini di ogni genere colore e misura.
Aumentano gli eventi di food, manifestazioni, show cooking dove gira una micro economia ragguardevole.
Aumenta la domanda di prodotti stranieri, thé giapponesi, frutti esotici, fave e cereali antichi.
Il consumo di farina ha avuto un picco notevole.
La vendita di planetarie non ha mai visto un successo così esagerato.
L'economia italiana affonda, c'è crisi, nessuno va più in vacanza, nessuno va più a cena fuori.
Molte persone hanno un po' il dente avvelenato con la categoria foodbloggers ma temo che la verità, numeri alla mano, sia che siamo noi a far girare l'economia.
Meriteremmo un po' più di rispetto!
Dedico quindi questa ricetta a tutte quelle persone che tanto detestano questo enorme gruppo di appassionate.
Gli dedico dei biscotti alla crusca, ricordandogli i benefici lassativi di questo alimento.


Per  22 biscotti

150 g farina comune
60 g crusca
60 g fiocchi d'avena
1/2 cucchiaino bicarbonato
110 g zucchero
60 g burro freddo
1 uovo freddo


Mescolare la farina con la crusca, l'avena, lo zucchero e il bicarbonato. Aggiungere il burro a cubetti freddissimo e lavorare con le mani fredde fino a ottenere un composto sabbiato. Aggiungere l'uovo, anch'esso appena tirato fuori dal frigo e lavorare per formare una palla omogenea. Solo se avete difficoltà, aggiungere un cucchiaio di acqua fredda, ma se le vostre mani, il burro e l'uovo saranno freddi, non dovreste avere problemi.
Coprire con pellicola e conservare in frigo, il tempo che il forno arrivi a temperatura 180°.
A quel punto potete decidere se spianare l'impasto e tagliarne dei biscotti o come me metterne un po' nel fondo di un pirottino di silicone (diametro del fondo cm 6).
Infornare per circa 10/15 minuti. Devono risultare dorati ma non troppo, altrimenti una volta raffreddati saranno troppo duri.
Fate raffreddare su gratella.



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lunedì 20 ottobre 2014

Biscotti rustici al mandarino


A me non piace il mandarino. 
Lo trovo amaro. 
E ha i semi. 
E l'odore della buccia sa di spazzatura.
Ovvia, l'ho detto.
Con questa affermazione, la metà dei followers mi abbandoneranno ma tant'è.
Essendo sempre stata una bimba lagnosa e schizzinosa, dopo aver mangiato il mandarino un paio di volte e aver trovato a dir poco noioso il seme sotto ai denti, quando mi è stato proposta la clementina non l'ho più lasciata. E' chiaro che dopo 30 anni di clementina succosa e dolce, il mandarino ha per me, il gusto del fiele.
Quando poi mi viene detto che la clementina non è il massimo perché è un ibrido (come se la parola ibridazione fosse sempre sinonimo di non salubrità o di prodotto contro natura) ecco, là divento una mezza bestia. 
Inizio a snocciolare come un rosario alimentare, tutti gli ibridi che sono in commercio regolarmente da secoli.
Parto dalla carota modificata geneticamente nel lontano 1720 che perse il suo colore originale viola, per passare a quello arancione da noi conosciuto e arrivo al limone e all'arancia, figli di una naturale promiscuità vegetale. 
Se poi chi si schifa della clementina è una persona che si nutre di scatolette di carne in gelatina, dà ai propri figli biscotti intrisi di olio di palma, fuma e si beve bevande con la cola, allora da mezza bestia, divento bestia intera.
Giorni fa mi hanno offerto un bel chiletto di mandarini (a caval donato..) che stranamente erano quasi tutti privi di semi.
Palla al balzo per fare dei biscotti profumati, sfruttando succo e buccia.
Comfort biscuits autunnale per placare la bestia che è in me.





Per circa 40 biscotti

125 g burro
2 cucchiaini di scorza di mandarino grattugiata
110 g di zucchero a velo
55 g di farina di mais (per polenta)
225 g di farina
60 ml di succo di mandarino (circa 2/3 mandarini)

Scaldare il forno a 180°. In una ciotola, con le fruste elettriche, battere il burro ammorbidito con lo zucchero. Lavorare a mano incorporando la scorza, la polenta e la farina setacciate e poi il succo di mandarino a poco a poco. Formare una palla e poi un cilindro. Nel mio caso ho ottenuto un parallelepipedo di circa 30 cm ma va benissimo anche un cilindro semplice. Disporre su carta da forno e mettere in freezer per 30 min. Con un coltello affilato, tagliare le fette di circa 7mm e disporli su una placca coperta di carta da forno, distanti tra loro circa 3 cm. Cuocere per circa 15 minuti o comunque fino a doratura. Lasciare sulla placca prima di trasferirli su una griglia.


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venerdì 10 ottobre 2014

Macarons mandorle e cocco


Magari vi dirò qualcosa che vi sorprenderà o vi deluderà ma, i macarons non sono solo quelli classici che vedete in ogni dove, quelli temuti dalle foodbloggers, quelli colorati, tremendamente vicini a dei gioiellini, quelli che li mangi e dici: tutto qua?
Il macaron, è per la lingua francese, tutto cioè che è un dolcetto tondo, un po' schiacciato, di 3/5 cm, fatto con una base di albumi lavorati a meringa e con farina di mandorle. 
Il famoso macaron di Nancy ne è un esempio (lo trovate su google immagini).
L'amaretto è per i francesi il macaron italiano.
Anche questi che vi propongo oggi sono macarons, variante esotica, con noce di cocco.
Finiti in una manciata di minuti.

Per 20 macarons

2 albumi
110 g zucchero semolato
1 cucchiaino estratto di vaniglia
4 cucchiaini di miele
35 g farina comune
120 g farina di mandorle
80 g farina di cocco
20 g mandorle a scaglie
zucchero a velo (facoltativo)

Portare il forno a 140°. Montare gli albumi a neve e aggiungere progressivamente lo zucchero. Incorporare l'estratto di vaniglia, il miele e mescolare con una spatola delicatamente per non smontare gli albumi. Questa operazione è come il macaronage.
Unire anche la farina setacciata, la farina di mandorle e di cocco. Mescolare bene fino ad un composto omogeneo, appiccicoso e sodo.
Con l'aiuto di un cucchiaio, disporre una piccola quantità su una placca coperta da carta da forno, a 5 cm di distanza l'uno dall'altro. Cospargere di mandorle in scaglie e infornare fino a leggera doratura (circa 30/45 minuti). Far raffreddare su una griglia, e una volta freddi, cospargere di zucchero a velo.





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mercoledì 27 agosto 2014

Barrette alle nocciole


Al nome "barrette" si associa il nome "light". Non si sa perché.
E' qualche anno che ci fanno credere che le barrette sono light o che fanno molto donna-sportiva-sempre-in-forma, anche se hanno uvetta inzuppata nel miele circondata da cereali vestiti di cioccolata al latte con nocciole.
Bhè, io ve lo dico subito: le mie non sono light.
Sono hard, very hard.
All'inizio erano biscotti che facevo per consumare i bianchi d'uovo avanzato. Poi stanca della solita forma che tra l'altro veniva bruttarella visto la granulosità dell'impasto, ho avuto la brillante idea di metterli nelle forme da financiers.
Dalla forma a barretta, alla colata di cioccolata, il passo è stato brevissimo.
Naturalmente se non avete le forme, potete benissimo formarli a pallina e schiacciarli con il palmo della mano.
Se poi in dispensa vi resta anche la farina di mandorle, divertitevi a mescolarle.
Ogni barretta corrisponde a mezz'ora di cyclette, 50 addominali e 35+35 affondi.
Hop, hop, hop...

250 g farina di nocciole 
2  albumi
80 g farina
120 g zucchero semolato


20 g zucchero a velo

circa 100 g cioccolato fondente 70%

Mescolate la farina di nocciole con lo zucchero semolato e la farina. Montate gli albumi a neve con lo zucchero a velo. Amalgamate gli ingredienti delicatamente, prima con un mestolo di legno e poi con le mani. Formate una palla omogenea, dividetele negli stampini per financiers per formare le barrette. Se non avete lo stampo, vanno bene anche delle palline da 20 g, schiacciate con il palmo della mano.
Infornare per circa 10 min a 180°. Non devono dorare molto, devono più che altro seccarsi. Con una paletta, trasferirli in una griglia e lasciarli raffreddare completamente (usciti dal forno sono morbidi ma si induriranno durante il raffreddamento). Sciogliere il cioccolato a bagnomaria e farlo gocciolare a filo sulle barrette. 

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lunedì 25 agosto 2014

Frollini al caffé


Quando il "Vino D'Arabia" si diffuse in Europa intorno al 1200, venne bollato dalla Chiesa come bevanda del diavolo per le sue proprietà eccitanti. 
Quando ero piccola e sentivo il profumo del caffè ma non avevo il permesso di berlo, mi dicevo che una volta diventata grande, mi sarei fatta tazzine di caffè dalla mattina alla sera. Una volta diventata adulta, dopo una tazzina, sembravo un diavolo eccitato. 
La caffeina contenuta nel chicco mi porta tachicardia, tremolio e iper-eccitazione. Quello decaffeinato lo tollero solo perché l'abitudine è di una sola tazzina alla mattina. 
Dovessi berne due, mi vedete a dipingere le pareti, scartavetrare gli infissi e pulire le tapparelle dall'esterno in poco più di 15 minuti.
Ho scoperto che 5/10 tazze di caffè decaffeinato hanno la stessa quantità di caffeina di 2/3 tazze di caffè normale, quindi nel caffè decaffeinato, in realtà una percentuale di caffeina rimane sempre.
L'unica pianta fatta per me è la Coffea Charrieriana, una specie che produce in modo naturale, chicchi senza caffeina.
Eppure mi son messa in testa di dover fare una frolla montata al caffè e così ho fatto.
Ne ho mangiato solo uno, giusto per sapere se valeva la pena postarli. Dopodiché ho pulito tutti i battiscopa, riverniciato i termosifoni e stirato i panni della vicina.
Meglio di una Red Bull.

Sono partita da una base della frolla montata di Hermé.

250 g burro morbido
100 g zucchero a velo
2 albumi
290 g farina
6/8 cucchiaini di caffè solubile liofilizzato

Portate a temperatura ambiente il burro e l'albume.
Polverizzate i grani di caffè, con l'aiuto di un mortaio.
Con le fruste elettriche mescolate burro e zucchero fino ad ottenere una spuma soffice. Unite gli albumi leggermente battuti in due volte e continuate a frullare (l'impasto si dividerà per poi riunirsi dopo pochi minuti).
Quando gli albumi si sono completamente assorbiti e l'impasto è tornato ad essere spumoso, aggiungete la farina setacciata e il caffè. L'impasto si farà più sodo.
Riempite la sac à poche con bocchetta a stella e creare dei pasticcini direttamente su una teglia coperta di carta da forno.
Infornare per 10/15 minuti a 180°.
Usciti dal forno saranno delicatissimi, con una paletta trasferiteli in una griglia e lasciateli raffreddare del tutto. Lasciare indurire.
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lunedì 19 maggio 2014

Biscotti all'avena e frutta secca



Questa ricetta viene da un foglio volante appartenente ad una dispensa di 6 volumi sul cioccolato. Se non vedete traccia di cioccolato in questi biscotti e siete foodbloggers, avrete già indovinato cosa è successo.
Durante la preparazione ho fatto un po' di modifiche. Dovevano essere dei bocconcini al cioccolato e son diventati dei buonissimi biscotti all'avena. Gli ultimi fiocchi d'avena li ho uniti sopra, quando erano già nel forno, in un momento di altissima creatività.
Ho sentito la mano della Gran Cereale che mi guidava. E dopo averli assaggiati, ho sentito il canto delle sirene di Ulisse, unite a visioni mistiche. Per un attimo ho pensato di aver sbagliato busta e aver preso quella di marijuana al posto dell'avena. Poi mio figlio mi ha ricordato che non teniamo marijuana a casa ma che sono fumata di natura. 
Invece le sirene erano vere: erano quelle dell'ambulanza che mi ha portato via. 
In questo momento vi sto scrivendo dalla mia piccola cella, fuori c'è scritto:
Foodblogger in preda ad allucinazioni da biscotto paradisiaco.




Per una ventina di biscotti

100 g burro
100 g zucchero di canna
1 uovo
125 g fiocchi d'avena
100 g noci
50 g nocciole
100 g farina 
1 cucchiaino lievito per dolci

Far ammorbidire il burro e lavorarlo con una spatola a pomata. Aggiungere lo zucchero e mescolare. Unire l'uovo battuto e versato a poco a poco, girando ogni volta per farlo assorbire. Una volta che tutto l'uovo è stato completamente assorbito, unire le noci, spezzettate con le mani e le nocciole pestate. Aggiungere anche la farina con il lievito e i fiocchi d'avena. Mescolare brevemente con le mani, formare una palla, avvolgere di pellicola e mettere in frigo per 15 min. Prelevare un cucchiaino circa di composto e disporlo dei pirottini lisci in silicone (cm  di base). Premere un po' anche con le dita, cospargere di avena e cuocere per 15 minuti a 180°.
Per un tocco godurioso, potete aggiungere 100 g di cioccolato fondente al 64%. Una volta messi nei pirottini, mettere 3/4 pezzetti di cioccolato sopra i biscotti, premendoli. Una volta sfornati, sformarli e lasciarli raffreddare in gratella.
Conservare in una scatola di latta, semmai dovessero per rarissimo caso, avanzare.










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lunedì 12 maggio 2014

Sablés Viennois


I Viennois (pron; viennuà) sono biscottini fatti con la frolla montata, ovvero una frolla molto più morbida della classica, per cui non va stesa con il mattarello ma usata con la sac à poche.
Si chiamano Viennois perché la Viennoiserie, in francese, è la pasticceria fine, originaria dell' Austria, copiata poi dai fornai francesi. Si tratta di pasticcini molto belli con la sfoglia, con la pasta da pane o briosciata, arricchita spesso da confetture. 
Di seguito, anche i biscotti non tagliati semplicemente con il coppapasta ma creati con la tasca da pasticcere e quindi con disegni più chic, vennero chiamati sablés o biscuits viennois.
Ho già avuto modo di provare i buonissimi biscotti di frolla montata di Hermé, quelli di Felder e ora questi, presi semplicemente da un libro. Poi, siccome il cioccolato in casa non manca mai, ho completato l'assenza di calorie con un tuffo di testa.
Secondo me sono ottimi dopo il caffè.
Però il caffè va preso a colazione, dopo pranzo e dopo cena.


Da "Le Basiques Chocolat"

185 g farina 0
20 g cacao
170 g burro
80 g zucchero  a velo
1 uovo
1 pizzico di sale
circa 100 g cioccolato al latte (io ne ho fatti metà anche con il bianco)
granella di nocciole



Lavorare il burro a pomata bella liscia. Setacciare la farina con il sale e il cacao. Battere leggermente l'uovo con lo zucchero a velo. Unirlo con il burro. Aggiungere a poco a poco il mélange di farina/cacao. 
Riempire una sac à poche e formare dei sablés a zig-zag.
Infornare a 170° per 12 minuti. Far raffreddare su gratella.
Una volta freddi, sciogliere il cioccolato  a bagnomaria e tuffarci la punta de biscotti. Adagiarli su carta forno e cospargere di granella di nocciola. Far asciugare in frigo.






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lunedì 28 aprile 2014

Galettes Bretonnes


La galette (pron: galet) non è la figlia ribelle della gallina, ma la quarta parola più usata in Francia. 
Liberté, egalité, fraternité e galette.
In Francia tutto ciò che è tondo e piatto si chiama galette.
Anche le famose crêpe sono chiamate galettes, la torta con la frangipane è chiamata galette, le cialde son chiamate galettes, un pezzo di pane è detto galette e questi biscotti si chiamano galettes. 
Poi si esce dal campo gastronomico e anche certi cuscini per le sedie si chiamano galettes, un disco in vinile si chiama galette, o la misura di peso per una dose di crack viene chiamata galette (ora lo sapete, andate pure tranquilli).
La ruota di scorta di un veicolo è detta galette, il denaro è detto galette, una caduta dagli sci è detta galette.
Per ultimo ma non ultimo, in certe zone, "poser une gallette" viene detto quando qualcuno che ha bevuto troppo, ha un malore e rifà la cena sul marciapiede. 
Quella che resta sul marciapiede, anche quella è una galette.
Ora.
In Italia sarà tutto spaghetti-chitarra-mandolino ma non che i francesi abbiano tutto 'sto ricco vocabolario eh!
Le galettes bretonnes sono dei famosissimi biscotti tipici della Bretagna, fatti con il burro salato. 
L'impasto è simile alle palette, altri biscotti tradizionali. 
Palette in francese vuol dire anche gamma, scelta, oppure pedana, oppure.....


Da Juste Histoire de Gouter

16/17 gallettes di cm 6 

60 g zucchero
100 g burro salato con sale di Guérande
1 tuorlo
140 g farina
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia liquida

Per la doratura
1 tuorlo

Battere il burro ammorbidito a temperatura ambiente con lo zucchero fino ad ottenere un mélange cremoso. Aggiungere il tuorlo e mescolare molto bene. Incorporare la vaniglia, la farina e lavorare con le mani, velocemente per non riscaldare la frolla. Avvolgere con pellicola e far riposare in frigo per mezz'ora. Stendere la frolla su un tagliere, ritagliare con il coppapasta le gallettes, togliere i ritagli e senza toccarli, spennellarli con il tuorlo battuto leggermente. Mettere il tagliere in frigo per circa 10/15 minuti.
A quel punto, si possono staccare dal tagliere con facilità, adagiare su carta forno e infornare a 170° per qualche minuto, fino a doratura.
Far raffreddare su gratella, nel frattempo continuare con la rimanente frolla.





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martedì 4 febbraio 2014

Cookies ciocco&noci


  Che cruccio questi cookies.  
La loro storia l'ho già spiegata qui
Oggi vi esporrò invece il mio pensiero sui cookies. 
Il Moni-pensiero. 
Ho mangiato i miei primi cookies che ero una bimba. Mia zia comprava la scatola della quale ricordo ancora i colori e mi offriva questi biscottoni che la metà bastava. Ricordo mia mamma rassegnata perché dopo un biscotto del genere io potevo arrivare al giorno dopo senza toccare cena. Ma ricordo bene anche come erano fatti: grandi, spessi e molto, molto croccanti e fragranti. 
Da grande, ho provato molte ricette e tutte avevano in comune il fatto che dopo aver formato la pallina con l'impasto, in forno diventavano frittelle. Erano croccanti, ma non quel croccante che intendevo io e nessuna ricetta mi ha mai soddisfatto. 
Ora. 
Girando sul web si trovano tante ricette di cookies originali americani ma molti sono affrittellati e altri non hanno la croccantezza che cercavo.
Mi sono rassegnata pensando che fosse solo la magia del biscotto industriale e che riprodurli in casa tali e quali fosse stato impossibile.
Fino a che non ho provato la ricetta di in un libro molto bello "Les basique chocolat" e i biscotti sono proprio quelli che cercavo.
Vi invito spassionatamente a provarli, sono sicura che non ve ne pentirete.






200g zucchero di canna
100 g burro morbido
170 g cioccolato fondente al 64% o comunque fondente di ottima qualità
220 g farina
1 uovo
100 g noci (facoltative)
1 cucchiano estratto di vaniglia
1/2 cucchiaino cannella
1/2 cucchiaino lievito per dolci
1 pizzico di sale





Tagliare il cioccolato a pezzetti con il coltello. Lavorare il burro a pomata e aggiungere lo zucchero, il sale poi l'uovo e la vaniglia. Mescolare bene fino ad avere un composto omogeneo. Aggiungere la farina setacciata con il lievito. Unire il cioccolato e le noci spezzettate. Lavorare con le mani per omogeneizzare il composto. Mettere in frigo per 1 ora. Formare delle palline di 30 g l'una, disporle distanziate in una placca con carta da forno e schiacciarle bene, proprio come a formare il biscotto. Non cambieranno di forma, si ingrandiranno giusto un po', quindi dategli da subito la forma di biscotto. Riscaldare il forno a 170° e infornare per 10 min. Devono risultare ancora un po' morbidi: si induriranno raffreddandosi.
Potete anche con il composto, formare un  salsicciotto, metterlo in frigo per un'ora e tagliarlo a fette. Sistemate le fette sulla carta forno e schiacciate i bordi per fare la forma di biscotto.


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