martedì 30 aprile 2013

Cupolette di riso con cuore di maionese


Per 2 persone  (2 coppette da 12cm di diametro e 6cm altezza)


150 g di thaibonnet (o riso da insalate)
erbe aromatiche (erba cipollina, maggiorana e prezzemolo)
1 limone 
100 g di piselli 
100 g di mais in scatola 
100 g prosciutto cotto a cubetti
100 g circa di maionese 
olio 
sale e pepe








 Sbollentare i piselli in acqua salata in ebollizione. Scolarli e passarli subito sotto un getto di acqua fredda in modo che mantengano il colore brillante. Cuocere il riso in acqua bollente salata per il tempo indicato nella confezione, scolarlo e passarlo sotto l'acqua fredda per bloccare la cottura. Scolarlo bene. Unire riso e piselli in una ciotola, aggiungere le erbette tritate, il mais scolato, i cubetti di prosciutto e irrorare con limone e olio. Salare, pepare. Foderare i 4 stampini con un foglio di pellicola per alimenti e riempirli  con 2/3 del riso, creando al centro una cavità. Riempire di maionese  e completare con il riso rimasto. Compattare con il cucchiaio e chiudere gli stampini con i lembi della  pellicola. Lasciar riposare in frigo per almeno 3 ore. Sformarli nei piatti e  decorare, a piacere, con fettine di limone e qualche foglia di maggiorana.


SHARE:

Spaghetti avocado e tonno e...la depressione



Qual è il frutto laureato in legge?
L'avocado.
Questa la volevo raccontare da quando ero all'asilo.
Ehh, lo so che state pensando che dovrei essere a Zelig ma no, per passione e vocazione sono qui a elencarvi tutte tutte tutte le caratteristiche e virtù di questo simpatico frutto esotico.
Però farò un riassunto riassuntivo.
E' calorico a bestia ma digeribile.
Fa bene alla pelle e aiuta a migliorare la depressione.
Che poi tu per non avere la depressione te ne mangi 5 al giorno, che fanno 79332 calorie. Dopo un mese ti senti meglio ma hai 7 chili in più sulle cosce.
E cadi in depressione.
L'avocado per me è come un'anguilla. Io non riesco mai a tagliarlo senza farmelo cadere dalle mani almeno una decina di volte.
A fine ricetta mi vien la depressione.
Poi è unto come l'olio, burroso come il burro (bella similitudine, complimenti), difatti lo usi anche nell'insalata a crudo, al posto dell'olio.
Però in compenso, c'ha 'na cosa 'sto frutto che, diciamolo, a noi foodbloggers piace un sacchissimo: la cavità che lascia il nocciolo che ci spinge a riempirlo subito con cocktail di gamberetti.
Ecco io avevo voglia di avocado e tonno oggi. Ho unito pure i pomodorini e il cipollotto che fa sempre un po' guacamole taste.
E anche un filo d'olio.
Stasera mi verrà la depressione, lo so.
L'idea dello spaghetto servito nella scatoletta di tonno sarà poco gradita se avete un marito/fidanzato camionista visto la poca praticità e l'esigua quantità.
L'idea poi, di lasciare a metà il coperchio, è da masochista.
Servirlo in un bel piatto fondo è un consiglio spassionato.
320g spaghetti
3 scatolette tonno
3 pomodori tipo cuore di bue
1 avocado
1 limone
prezzemolo olio sale
3 cipollotti
Tagliare i pomodori a cubetti eliminando i semi. Pulire l'avocado, tagliarlo a cubetti e metterlo man mano in una ciotolina con il succo del limone. Tagliare fini i cipollotti e farli rosolare con un filo d'olio in padella. Aggiungere il tonno e mescolare per far insaporire. Unire il prezzemolo fresco tagliuzzato e  salare. Cuocere la pasta in acqua bollente salata. Qualche minuto prima di scolarla, aggiungere  i pomodori e l'avocado (scolato dal succo) nella padella con il tonno. Appena è pronta la pasta, unirla al condimento delicatezza.



SHARE:

lunedì 29 aprile 2013

Fusi di pollo al forno


Quanto mi piace la fritturina e quanto odio farla. Non sopporto l'odore, sarò di naso delicato ma faccio davvero fatica a preparare ricette dove è contemplato il bagno in olio bollente.
Certo per le ciambelle o i bomboloni faccio un'eccezione ma dove è possibile evitare, mi organizzo con il forno.
Questo è un esempio: una bella coscetta di pollo impanata a piacere (io insieme al pangrattato ho aggiunto mezzo cucchiaino di curry) e cotto al forno.
Un mio consiglio è quello di tostare il pane prima di impanare i fusi. Saranno ancora più croccanti!
Per 2 persone

4 fusi di pollo
1 uovo
pangrattato già tostato
erbe secche  a piacere
olio


Battere brevemente l'uovo, salare un po'. Togliere l'eventuale pelle dai fusi e levare le parti grasse.
Preparare l'impanatura mescolando il pangrattato tostato con le erbe essiccate (prezzemolo, basilico...) e aggiungere sale e pepe.
Passare i fusi nell'uovo  e poi nel pangrattato, coprendolo bene. Disporli nella carta forno, sulla teglia , irrorare con un filo d'olio e cuocere in forno a 180°.
Servire con una bella insalatina colorata!



 

SHARE:

domenica 28 aprile 2013

Linguine alla polpa di granchio e...reincarnazioni



Nella mia vita precedente ero un pesce vorace, tipo uno squalo.
Oppure una balena e per la legge del contrappasso, in questa vita ho dimensioni nettamente opposte.
Quello che mi è rimasto della precedente anima è la quantità di pesce che riesco a mangiarmi senza pausa.
Quando sono ad un  ristorante per mangiare un buon pesce fresco cambio personalità e mi trasformo da signorina composta ed educata che mangia a bocca chiusa, discorrendo pacatamente del più e del meno, in un animale famelico che mangia con le mani e non guarda in faccia a nessuno.
Una volta che il piatto è stato servito sotto i miei occhi, i  commensali spariscono dalla mia visuale, non esistono più.
Potrebbero andarsene e non me ne accorgerei.
Potrebbe esserci davanti George Clooney a dirmi imagina e manco lo degnerei di sguardo. Potrebbe esserci Di Caprio a sussurrarmi "ti butti tu, mi butto anch'io".
Vai vai tesoro, buttati tu intanto, io arrivo dopo!
Niente, vedo solo la pietanza da finire e poi tamburello nervosamente con le dita in attesa dell'altra portata.
Mangio tutto il tipo di pesce dal crudo al cotto, dal piccolo al grande, dal crostaceo al mollusco.
Mangio con estremo piacere il pesce preparato con semplicità, anche solo condito con olio buono, pochi ingredienti o spezie che hanno l'unico scopo di esaltare la sua carne.
 Mangio con grande voluttà, gamberi crudi marinati, cannolicchi ancora palpitanti, alghe e pinne di squalo.
 Magari mi faccio problemi ad ammazzare una zanzara ma quando sono davanti ai gamberoni, una forza atavica mi costringe a prenderlo dalla testa e staccare la carne a morsi.
Così, senza troppi sentimentalismi.

Purtroppo non so cucinarlo.
Ovvero, non ci ho mai provato seriamente perché non so comprarlo e non so scegliere.
Per ora mi limito alle scatolette o al congelato ma ce la metterò tutta per migliorare.
Così potrò fare la primitiva  a casa mia, lontana da occhi attoniti, visto che di civilizzarmi non ne ho alcuna voglia.

Con le scatolette si può fare questo:

Per 3 persone:
210 g linguine
120 g polpa di granchio sgocciolata (una scatoletta)
olio sale pepe
peperoncino secco
vino bianco
aglio
scorza di limone

Cuocere le linguine in acqua bollente salata. Nel frattempo far dorare l'aglio in poco olio con il peperoncino. Eliminarlo e aggiungere la polpa sgocciolata. Salare, pepare e unire un dito di vino.
Far evaporare mescolando.
Scolare la pasta, unirla al condimento e completare con il prezzemolo tagliuzzato, le scorzette di limone e l'olio a crudo.


SHARE:

mercoledì 24 aprile 2013

Cornetti alle mandorle




A me piaceva  cornetti alle mandorle ma non volevo farli confondere con i croissants.
Biscotti alle mandorle era veramente troppo banale, nu nu, il banale non lo vogliamo.
Delizie alle mandorle? No, delizia è troppo generico.
Corni? Mmmmm, no, che magari qualcuno si offende.
Ci ho messo più tempo a trovargli un nome che a farli. 
Sono tenerini dentro, con una bella corazzina croccante di mandorle. Il sapore somiglia ai famosi bruttibuoni e il fatto che non ci sia burro placa i sensi di colpa.
Adatti per un tè, (thè, tea...), con un caffè all'americana (ok, ok, era un esempio), con le amiche (la Chicca, la Titti, la Nina, la Pinta, e la SantaMaria) o con i parenti (zia Annetta, zio Antonio, nonna Amandina, nonno Ermanno), vado bene in molteplici situazione ma...non ho ancora trovato il nome. Ferro di cavallo alle mandorle?
Oppure un nome che non c'entra nulla: frufrù, bilù, malù.
Mi scoppia la testa.
Cornetti andrà più che bene.




Per 12 cornetti

150 g farina di mandorle
50 g marmellata di albicocche
50 g farina
70 g zucchero
1 uovo
50 g mandorle a scaglie
essenza di vaniglia



Mescolare la farina di mandorle con lo zucchero, aggiungere l'aroma di vaniglia, al marmellata e l'albume leggermente battuto. Si otterrà un impasto appiccicoso.
Amalgamare molto bene. Dividere la pasta in 12 palline, passarli nella farina e allungarle a formare un cilindretto. Passarli poi nel tuorlo leggermente battuto con 1 cucchiaio d'acqua e rotolarli nelle mandorle, dandogli la forma a cornetto. Disporli sulla placca coperta da carta da forno e cuocere a 170° per 20/25min. Farli raffreddare completamente senza toccarli (sono molto fragili quando sono caldi). Spolverizzare con zucchero a velo e servire. 









SHARE:

lunedì 22 aprile 2013

Crackers rustici all'acqua


Se siete amanti dei semi, semini & Co, dovete assolutamente provare questa ricettina.
E' il cugino del cracker, è deliberatamente dietetico, spassionatamente facile da fare e simpaticamente versatile (colazione, merenda, stuzzichino...).
In un negozio ho trovato l'olio di sesamo, che gli da un sapore inconfondibile, veramente speciale ma credo che un olio di semi possa andar bene ugualmente. Anche per la farina trovo che tagliarla con un tipo poco lavorato, aiuti a mantenere un sapore più rustico.


60g farina bianca
60g farina di spelta (o segale)
100g semi vari a scelta (girasole, papavero, zucca...) 
1 pizzico di sale
30ml olio di sesamo (o di semi o di oliva)
da 100 a 220ml acqua




Scaldare il forno a 150°.
In una ciotola raccogliere le farine, il sale, i semi e l'olio. Mescolare per amalgamare.
Far bollire l'acqua e versarla al centro, mescolare molto bene con un cucchiaio di legno. Prima di avere il desiderio di scrivermi per insultarmi, sappiate che se l'impasto è appiccicoso, è del tutto normale. Versarlo sulla carta da forno, coprire con un altro foglio e premere con le mani per spianarlo. Io ho usato due fogli di carta forno singoli (42x34cm). Usare il matterello e abbassarlo il più possibile. Passare il matterello fino a che non ci saranno più "ondine" e sarà tutto piatto. Verrà grande all'incirca quando la leccarda del forno (40x34). Attenzione ai bordi che tenderanno ad essere finissimi per la spinta finale del matterello: cercate di mantenere lo stesso spessore della parte centrale. Togliere la carta di sopra e infornare per un'ora.
L'obiettivo per il cracker all'acqua è perdere acqua e umidità in forno. Non preoccupatevi del colore ma della durezza.
Il crackerone deve risultare croccante: se uscito dal forno, con una forchetta lo prendete dal basso e provando ad alzarlo si piega dolcemente, vuol dire che ha ancora bisogno di cottura. 
E' cotto bene quando non si piega ma si spezza.
Lasciate raffreddare, spezzatelo e servitelo anche per un brunch.
SHARE:

mercoledì 17 aprile 2013

Crostata ricotta e zucchine


Tortiera di 23 cm

1 pasta brisèe tonda
1 zucchina
250g ricotta
sale, pepe, noce moscata
50g parmigiano grattugiato
50g Emmental

Lavorare la ricotta con i formaggi grattugiati, la noce moscata, sale e pepe.
Stendere la pasta brisée, bucherellarla e versarci il composto di ricotta livellandolo bene.
Infornare a 180° per 25minuti o fino a  doratura della pasta.
Nel frattempo tagliare la zucchina a rondelle con la mandolina.
Stufarla per qualche minuto con un goccio d'olio. Non si devono sfaldare ma solo cuocere, rimanendo croccanti. Salare senza esagerare visto la presenza dei formaggi saporiti. 
Una volta cotta la crostata, sfornarla, farla intiepidire e disporre le zucchine a raggiera. Rimetterla in forno 5 minuti e servire completando con una macinata di pepe nero e un filo d'olio.



SHARE:

White Cookies


 Ruth e Kenneth Wakefield, nel Giugno del 1930, decisero di aprire un hotel a Whitman, in Massachusetts. Era collocato a metà strada tra Boston e New Bedford e venne chiamato Toll House. Era un posto dove, tradizionalmente, i passanti sistemavano i cavalli, pagavano il pedaggio e si ristoravano con qualche ora di sonno e un piatto caldo cucinato da Ruth stessa.
Un giorno, preparando i suoi cookies, spezzettò una tavoletta di cioccolato Nestlé e la unì all'impasto, con l'idea di farne dei biscotti al cioccolato.
I pezzetti però non si sciolsero, conservarono la loro forma dando ai biscotti una delicata consistenza cremosa. Contro tutte le aspettative questa ricetta piacque tantissimo agli ospiti, iniziò a essere molto popolare nei paesi vicini, tanto che se ne parlò anche nei giornali locali.
Anche il senatore J.F. Kennedy passò di là a degustare i famosi cookies al cioccolato e nel frattempo le vendite della Nestlé ebbero un'impennata storica!
Ruth e la Nestlé conclusero un accordo che autorizzava l'azienda a stampare sull'imballaggio della cioccolata questa ricetta, chiamandola Cookies Toll House.
Da quel giorno i famosi biscotti americani acquistarono un gusto in più, qualcosa di diverso dai classici biscotti, una consistenza croccante e golosissima, oggi famosi nel mondo intero.


Possiamo tutte diventare Ruth Wakerfield, inventare la ricetta del secolo che porterà il nostro nome, coraggio!
Io ho fatti i cookies bianchi e mi sono venuti esattamente come mi aspettavo, nessun fortunato errore, nessuna scoperta eclatante,  nessun senatore è passato da casa mia ma soprattutto nessun contratto con la Nestlé!
Next time!




Per 36 cookies

115 g burro a temperatura ambiente
220 g farina
1 uovo
180 g zucchero di canna
sale
1/2 cucchiaino bicarbonato di sodio
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaino essenza di vaniglia
200 g di cioccolato bianco (o pepite)

Mescolare il burro con lo zucchero con una spatola fino a renderlo liscio. Aggiungere in tre tempi, l'uovo sbattuto e mescolare ogni volta per farlo assorbire. Unire anche l'estratto di vaniglia e a poco a poco, la farina mescolata con il bicarbonato e il lievito e un pizzico di sale. Aggiungere infine le pepite di cioccolato o come ho fatto io , il cioccolato tagliato al coltello.
Formare delle palline di 20 g l'una, sistemarle sulla teglia coperta da carta da forno, distanziate tra loro.
Infornare a forno già caldo 180° per 15 min circa.
Non devono scurirsi, anzi devono uscire dal forno ancora quasi crude all'interno.
Lasciarli raffreddare su una grata.




SHARE:

lunedì 15 aprile 2013

Pennette integrali, pomodori secchi e olive



320 g pennette integrali
4/5 filetti di acciughe
8 pomodori secchi
prezzemolo
olio sale
50 g olive nere denocciolate
un pugnetto di capperi
1 spicchio aglio

Fate cuocere la pasta in acqua bollente salata. Nel frattempo passate al mix, i capperi, le acciughe, le olive, i pomodori e l'aglio. Aggiungete olio fino ad ottenere un pesto cremoso. Scaldatelo in una padella con un po' d'olio. Scolate la pasta, unite il condimento e completare con il prezzemolo e un filo d'olio a crudo.


SHARE:

giovedì 11 aprile 2013

Fingers di pollo croccanti


Uno dei miei cavalli di battaglia. 
Beh, non che siano proprio dei purosangue questi cavalli però diciamo che la ricetta è una delle prime che facevo abbastanza di frequente. Facilissimi, veloci e vanno via come cavalli di razza.
Li faccio anche con le patatine al gusto mostarda o al gusto rosmarino o al pepe.
Tutte stra-buonissime.


230 g circa filetti di petto di pollo
1 pacchetto da 75 g di patatine fritte classiche
1 uovo

Sbattere leggermente l'uovo. Tagliare il petto di pollo a strisce (nel mio caso erano filetti di petto e ho dovuto solo tagliarli in due).
Ridurre in briciole più o meno grandi le patatine in due piatti separati.
Tuffare il pollo nell'uovo e impanarlo con le patatine (ne vengono circa 10 classici e 10 alla paprika).
Adagiarli nella placca coperta da carta da forno e infornare per circa 15/20min a 180°. Sono buoni caldi, tiepidi ma anche freddi, accompagnati con maionese, senape o ketchup.
Favolosi.


 

SHARE:

sabato 6 aprile 2013

Macedonia lamponi e peperoni


Dobbiamo ringraziare di cuore il signor Martino di Como, cuoco di corte, se oggi abbiamo certe ricette della tradizione italiana.
Prima di lui, per insaporire  carni , pesci o verdure si usavano tantissime spezie, diventate simbolo di una certa ricchezza. La verità era che più che insaporire, le spezie servivano per coprire sgradevoli odori e sapori di alimenti non conservati correttamente o di scarsa qualità.
Fu proprio Martino, cuoco sperimentale, alternativo e all'avanguardia a proporre l'uso delle erbe aromatiche.
Me lo vedo mentre cerca di convincere il Signore, suo commitente:
-" Ma cosa state dicendo? Voi mi volete dire che volete cucinare usando le erbacce del giardino?"
-"Signore, non sono erbacce, sentite il profumo di  questo rosmarino, e ditemi se non se lo immagina con un bell'arrosto. E sentite l'odore della menta o di come starebbe bene il prezzemolo con il pesce? Fatemi provare e non ve ne pentirete"
Nessun italiano e nessuno straniero si pentì in seguito , nei secoli avvenire, della proposta di Martino, peccato solo che non arrivò ad assaggiare quanto buono poteva essere l'origano con il pomo d'oro , quello venuto dalle Americhe.
Eppure all'epoca, e siamo nel Medioevo, fu un'innovazione, un gusto che poteva non attirare ma che diventò il dettaglio, la rifinizione della maggior parte dei piatti italiani. Cosa sarebbe la pasta al pomodoro senza basilico?
Ancora oggi si tentano abbinamenti di cibo che solo qualche decennio fa potevano risultare bizzarri.
Vediamo le pesche nelle insalate, le carote nelle torte, le pere con il cioccolato, i formaggi con le confetture, e hanno anche molto successo.
Amo la cucina tradizionale ma, restando con i piedi per terra e soprattutto, ci tengo a dirlo, usando ingredienti senza manipolazione, a volte mi piace anche sperimentare.

Non è una confettura nè tantomeno una marmellata, non è un contorno nè una colazione.
E' una macedonia e si serve fresca come una macedonia, dopo un bel pasto come una macedonia.
Lamponi e peperoni. 
Provate.






Per due porzioni
1 peperone (circa 140-150g pulito)
1 bacca vaniglia
125g circa lamponi
50g zucchero
100ml acqua


Preparazione
Pulire il peperone, togliere la buccia con un pelapatate e tagliarli prima a strisce e poi a cubetti.
Portare ad ebollizione l'acqua con lo zucchero , i grani di vaniglia e la bacca incisa. Versare i cubetti di peperoni e farli caramellare per 10 minuti a fuoco dolce. Spegnere il fuoco e farli macerare nel loro sciroppo per 1 ora. Unire i lamponi lavati e asciugati e mescolare molto delicatamente. Conservare in frigo per 1 ora e servire.




SHARE:

giovedì 4 aprile 2013

Mandorle pralinate


Maledette mandorle. 
Versatili, buone, piccole indi pericolose. Sì perchè, non è che ne mangi una e via. Sono come le ciliegie, ma con più calorie, soprattutto se le comprate alla fiera. Quelle nel pacchettino lungo e trasparente, quelle che costano un botto ma durano poco. Vengono chiamate generalmente addormentasuocere. Perchè? 
Mi sono documentata:
Un tempo, (quando come e dove non ci è dato a sapere) i ragazzi che volevano andare a trovare le proprie fidanzate, per poter restare soli senza essere perennemente sotto l'occhio vigile delle madri, gli portavano in dono le mandorle caramellate. In questo modo le suocere erano distratte dalla dolcezza dei dolcetti e il fidanzato  poteva allungare il guinzaglio per abbracciare la sua bella.
Non lo sapevate eh?!
Allora, per far la saputella, vi dirò anche come sono nate.
Nel 1636, il cuoco del conte Plessin-Praslin (ma come chi è?? è il ministro di Luigi XIII, no?!) fece accidentalmente cadere le mandorle nello sciroppo di zucchero bollente. 
La praline è nata!
Frantumata diventa pralin, frantumata e mescolata al cioccolato diventa praliné.
Ma quante ve ne dico oggi?


170g mandorle intere
220g zucchero semolato
70ml acqua




  •  Versare lo zucchero e l'acqua in una padella antiaderente
  •  Aggiungere la mandorle e mescolare continuamente a fuoco dolce
  •  Lo zucchero comincia a sobbollire, non smettere di mescolare, abbassare un pò il fuoco se dovesse essere troppo forte.  Raschiare con il mestolo di legno, i bordi della padella, in modo da non far cristallizzare lo zucchero.
  •  Lo zucchero si addensa e inizia a rivestire le mandorle; girare velocemente.
  •  Lo zucchero diventa sabbioso e bianco. Togliere la padella dal fuoco e lasciar riposare un minuto.
  •  Rimettere la padella sul fuoco vivace, continuare a mescolare 
  •  Lo zucchero inizia a sciogliersi, riveste le mandorle che si caramellano. Una volta che si è sciolto tutto e ha preso il tipico colorino, togliere dal fuoco.
  •  Versare le mandorle sulla carta forno, separandole tra loro Non toccarle con le dita che l'ustione è assicurata! Separarle con il mestolo man mano che si raffreddano.
  •  Scelgliere il film da vedere, posizionarsi sul divano con la ciotolina di mandorle caramellate a destra e l'amore della vostra vita a sinistra (anche cane/gatto/cuscino vanno bene) e 
  •  godetevi la serata!
 

SHARE:

lunedì 1 aprile 2013

Goulash di pesce




In tutti questi anni, sfogliando riviste e libri di cucina, ho sempre avuto a che fare con ricette dove qualche procedimento era stato omesso, o qualche passaggio importante dimenticato o dove le importantissime misure di teglie e tortiere non erano minimamente citate.
Sono dettagli necessari, non solo per chi è alle prime armi e si fida dei giornali ma anche per chi cucina da un bel pò.

Tempo fa mi sono trovata a gettare in toto un plumcake perchè non erano segnate le misure dello stampo.
Io ho calcolato gonfiasse durante la cottura e lui invece è strabordato penosamente creando un avvallamento profondo al centro.
Oppure ho versato l'impasto, in una tortiera più grande del previsto e la torta mi è venuta bassa bassa.
Per questo, è un dettaglio che aggiungo sempre alle mie ricette. Metto misure di coppapasta, di formine, di teglie e quant'altro, così la persona che proverà a fare la ricetta non avrà sorprese.

La ricetta del goulash di pesce l'ho trovata in una rivista molto nota e mi sono sorpresa del fatto che non ho dovuto, nè voluto cambiare nulla (se non il tocco di prezzemolo finale).
Tutto era spiegato chiaramente senza omissioni. Ed era buono.
! Ho usato il nasello al posto della rana pescatrice. Ed ho capito perchè qui si chiama lotte de mer: perchè è una lotta averne un pò. Ho fatto quindi cuocere un pò più le verdure e un pò meno il nasello che rispetto alla rana ha dei tempi più brevi.
! Io ho usato il mio fantastico burro homemade, quello con le erbette. Forse è per quello che è venuto così buono questo goulash??

Ricettina dall'originale

800gr rana pescatrice
400gr patate
3 porri piccoli
200ml panna fresca
mezzo limone
burro
farina
paprika dolce

Ridurre la polpa del pesce in bocconcini. Sbucciare le patate e tagliarle e tocchetti. Pulire i porri e tagliarli a rondelle. Trasferire le due verdure in una pentola, coprire d'acqua fredda, salare e far cuocere 5 minuti dall'ebollizione. Scolare e lasciar raffreddare.
Infarinare i bocconcini di pesce e scuoterli per eliminare la farina in eccesso. Far sciogliere il burro in una casseruola larga e capiente, unire la paprika e il pesce. far insaporire mescolando delicatamente. Aggiungere poi le verdure e la panna fresca mescolata con il limone. Cuocere per circa 20 minuti o fino a che pesce e patate siano morbidi. Servire caldo con paprika e prezzemolo.



 


SHARE:

Printfriendly

© MIEL & RICOTTA. All rights reserved.
BLOGGER TEMPLATE DESIGNED BY pipdig