giovedì 29 novembre 2012

Confettura di latte



 La confiture de lait non è altro che zucchero e latte portato ad ebollizione e cotto fino ad ottenere una crema color caramello.
Sembra sia nata per errore di un cuoco dell'esercito Napoleonico che lasciò cuocere troppo il latte zuccherato destinato ai soldati.
Questa è solo la versione francese ma non è confermata visto che esiste una ricetta simile in tutte le parti del mondo.
Doce de leite in Brasile, dulche de leche in Argentina, manjar blanco in Cile e tanti altri; parliamo sempre dello stesso risultato ottenuto con procedimenti diversi.
In Francia si usava come merenda al pari dell'italiana "pane e cioccolata", quindi fa parte dei ricordi di infanzia di molti francesi.
E' veramente qualcosa che ti riporta indietro nel tempo.
Quando assaggi la confiture de lait puoi solo sorridere teneramente.
Il metodo classico delle nonne è quello di far cuocere il latte con lo zucchero per tante tempo.
Oggi c'è un metodo lungo ma semplicissimo: si tratta di far cuocere direttamente il barattolo di latte concentrato.


Come sapore assomiglia alle caramelle Alpenliebe e può essere usato per decorare torte, creare desserts, e per i non diabetici, può essere gustato al cucchiaio!



Ingrediente


1 barattolo di latte condensato (397gr)


Sistemare un panno nel fondo di una pentola capiente. Mettere al centro il barattolo e riempire la pentola d'acqua fino a coprire il barattolo di un paio di centimetri. Portare ad ebollizione e da quel momento, abbassare la fiamma e far bollire per 1 ora e mezza, aggiungendo acqua se dovesse consumarsi.

Spegnere il fuoco, coprire la pentola con un panno e lasciare freddare completamente l'acqua.

Appena è tornata a temperatura ambiente, estrarre il barattolo e aprirlo.
Versare la confettura in un barattolo di vetro e conservare in frigo.
Per avere una confettura meno densa in confronto a quella che ho avuto io, far bollire l'acqua per 30min meno.
Il modo migliore per gustarla, a mio avviso, è proprio accompagnata dal biscotto secco...





































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venerdì 23 novembre 2012

Tagliolini mare e monti


 

-"Ciao Moni, son mamma. Senti, tu ti ricordi per caso la mare e monti che facevo 20 anni fa?"
-"Sì, certo. L'ho ancora conservata in un vecchio quaderno."
-"Ecco, ti volevo chiedere: i monti stavano per la presenza dei funghi. Ma il mare?"
-"Dal surimi mamma, il mare era rappresentato dal surimi".

Anche io, foodblogger, ho qualche scheletro nell'armadio.
Ho usato il surimi, lo ammetto, ma lo avevo rimosso.
All'epoca lo si credeva ancora polpa di granchio che miracolosamente costava la metà della metà.
Poi la voce che, il surimi, altro non era che un pesce con l'aroma di granchio.
In seguito, del granchio non se ne seppe più nulla e rimase solo un bastoncino dall'origine sconosciuta.
Il surimi nasce in Giappone per sopperire alla mancanza di polpa di granchio: troppo poca e troppo costosa. E' fatto con i ritagli di pesce, stabilizzato con polifosfati e addensato con amidi e albume.
'Na mezza schifezza insomma.
Però mia mamma che è sempre stata una donna curiosa e aggiornata su tutti i livelli, quando uscì in commercio il surimi (che era ancora venduto sotto la dicitura "polpa di granchio"), la comprò e inizio a sperimentarla.
Al posto dei gamberetti, nelle italianissime mare e monti, mise i bastoncini di pesce.
Un plauso di entusiasmo si levò a tavola.
Facemmo pure l'ola da quanto era buona.
Poi, come tutte le mode, sparì e nessuno la preparò più.
 Fino ad oggi.
Ho cercato di mangiarla cercando un qualche difetto.
Niente. Era proprio buona.
Mi tengo gli scheletri nell'armadio.
E qualcuno anche in cucina.

Ricettina

300gr tagliatelle
50gr funghi porcini secchi
6/8 bastoncini di surimi
olio
mezza cipolla  (io ho usato una rossa)
2/3 cucchiai salsa pomodoro
3/4 cucchiai panna da cucina
peperoncino (facoltativo)

Ammollare i funghi in acqua tiepida per farli rinvenire, per circa 10min. Sciacquarli bene sotto l'acqua corrente per levare un' eventuale terra.
Sfilacciare il surimi. Tritare grossolanamente i funghi.
In una padella con un pò d'olio, far soffriggere la cipolla tagliata a fette sottili con un pò di peperoncino.Aggiungere i funghi e far insaporire. Unire anche i bastoncini di pesce e la salsa di pomodoro.regolare di sale. Per ultima aggiungere la panna.
Scolare le tagliatelle, unirle al condimento e completare con del prezzemolo fresco spezzettato.


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mercoledì 21 novembre 2012

Il burro salato homemade




 La Svizzera è geograficamente schiacciata a panino da due grandi potenze culinarie: la Francese e l'Italiana.
Cercherò di essere neutrale.
L'italiano pranza con pasta e pesto genovese, bistecca alla fiorentina, l'insalata di arance siciliana, un tiramisù, caffè e ammazzacaffè.
Comune denominatore: sapori variegati, profumi di natura.

Il Francese fa colazione con il croissant, poi a pranzo dartois aux champignon, escargots de Bourgogne, Madaleines nature,
Comune denominatore? Il burro.
Altro che ammazzacaffè, occorre una debella-sorci-verdi.
Ti servono orgogliosi il fois gras. Che già è fois, poi è anche gras e siccome è troppo leggero, lo ripassano nel burro.
La verdura? Rosoliamola nel burro!
La carne? Rotoliamola nel burro!
Poi quando scendono in Italia, iniziano a sbavare già all'autogrill davanti ad un Icaro caldo.
Ci credo! Mesdames e Messieurs, avete il palato cerato dal burro, è chiaro che  un panino al prosciutto delle Ferrovie vi sembra un morso di paradiso!

Mi sa che la mia neutralità si è sciolta come burro al sole, ma dopo tanti anni oltralpe, con l'odore di burro sotto il naso, fin dalla mattina, credo di poter dire che  è sicuramente un ingrediente divino: la  morbidezza e il carattere che dà ad un dolce o un lievitato non ha prezzo, ma...
 Per tutto il resto c'è l'olio. Parbleu!

 La voglia di fare il burro a casa, mi è partita quando ho visto il post di Emporio 21 e così mi sono messa alla ricerca su libri e web (francesi évidemment) per studiare a fondo il burro, questo (s)conosciuto.
Tutti concordavano sullo stesso metodo: la sbattitura della panna (e lo sbattimento mio), fino alla separazione della parte grassa dall'acqua.
Le dosi andavano tutte verso i 400ml. Io sono rimasta nei 250ml perchè va consumato entro 48 ore visto che  non è pastorizzato.
Che dire, bella soddisfazione!
 Ho fatto 4 panettini e ho già deciso come li utilizzerò:
croissants, dartois aux champignon, escargots de Bourgogne e  Madaleines nature.
Vive Paris, vive la France, vive le cholestérol!


 250ml di panna
 per ottenere 80gr di burro

1 gr di sale (una punta di cucchiaino)
La quantità di sale da mettere,rispetto al peso della panna, varia dal 0,5% al 1,5% , a seconda del gusto e del tipo di sale.
Io ho usato quello di Guérande e ne ho messo lo 0,5%.

una ciotola in acciaio
un panno in lino
Per il burro classico basta eliminare il sale.

Portare la panna a temperatura ambiente e mettere in frigo il contenitore per una mezz'oretta.
Frullare la panna con lo sbattitore elettrico, fino a montarla.


Appena è montata, continuare a frullare a velocità media. Dopo circa 5min la parte grassa si separerà dalla parte acquosa.


 A quel punto, sbattere con la frusta a mano fino a che il burro formato si incaglierà nella frusta.


 Scolare il burro in un colino a maglie strette, sciacquarlo sotto l'acqua freddissima, sbattere ancora e ripetere l'operazione 2/3 volte fino a che non uscirà acqua pulita.
Metterlo in un panno di lino e formare una caramella.
 Strizzare le due estremità fino a che non ne  fuoriuscirà un po' dalla tela.


 A quel punto, metterlo in una ciotolina, aggiungere il sale e lavorare bene. Pressarlo dentro la forma che si desidera e mettere in frigo per un'oretta prima di consumarlo.
Va usata una panna densa e a seconda del gusto, con o più o meno sostanza grassa.
Io ho usato panna al 25%.
 Non essendo pastorizzato, va CONSUMATO ENTRO 48 ore.



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martedì 20 novembre 2012

Gnocchi al pesto di erbette e noci



 Gnocco significa "pezzettino"e va da sé, che per dire "Clooney è un pezzo di ragazzo" si dice "Clooney è un bello gnocco".
Infatti gli gnocchi non sono solo quelli di patate ma tutto ciò che comprende un impasto di piccoli pezzetti. L'impasto infatti può essere anche di semolino (gnocchi alla romana), di acqua e farina (knopfli) o di farina di mais.
Ne esistono in tutte le parti del mondo e vengono conditi con svariate salse.
Lo gnocco di patata (e non sto parlando di George) è sicuramente un piatto antichissimo ma facendo due calcoli,  posteriore al 1492 .
Rispetto a tanti piatti tradizionali italiani, si può dire quindi che è quasi attuale!
Il nonno dello gnocco veniva fatto con il latte, le mandorle tritate e la mollica di pane sostituito in seguito con le patate.
Il segreto indispensabile ad una buona riuscita è la materia prima: la patata deve essere farinosa, di varietà rossa o pasta gialla e qualcuno dice anche che deve essere un pò vecchia.
L'impasto deve essere lavorato poco e con la farina necessaria a compattare le patate, non di più.
Le patate devono essere lessate con la buccia per non fargli assorbire ulteriore acqua e la dimensione dello gnocco deve essere di circa 3 cm con una forma arrotondata.
Se si sfaldano in cottura, il piatto è compromesso.
Se mantengono la forma, sono al dente e sanno di patata, il merito è al 90%  del tubero.
Con una buona patata, avrete un bello gnocco (sto rasentando la pornografia), e un condimento semplice (burro salvia o pomodoro o pesto) esalterà la sua bontà.
Anche George sarà contento.



Per 6 persone:

Preparazione degli gnocchi


1 kg patate
300 g farina
1 uovo
1 pizzico di sale

Formare una fontana con la farina. Lessare le patate con la buccia in acqua salata.
 Pelarle e passarle allo schiacciapatate sopra la farina. Aggiungere l'uovo al centro, un po' di sale e iniziare ad impastare.
Una volta creata una palla omogenea, tagliarla in 4 palline e formare dei cilindretti. Tagliare gli gnocchetti e passarli sopra la tavoletta zigrinata o sopra i rebbi della forchetta.
Disporli su un piano di lavoro infarinato facendo attenzione a non accavallarli tra loro.



 Preparazione del condimento


1 scalogno
un mazzetto generoso di prezzemolo, timo, menta e maggiorana
50 g di gherigli di noce
60 g di grana padano grattugiato

1 bella manciata pinoli
olio di oliva
sale pepe

L'ideale sarebbe il mortaio ma va benissimo anche il frullatore ad immersione.

Frullare insieme le erbette,i gherigli, i pinoli, sale, grana e  olio quanto basta a rendere il pesto omogeneo e fluida. Assaggiare per aggiungere eventualmente sale o grana.
Far soffriggere lo scalogno, versare il pesto e far insaporire. Lessare gli gnocchi in acqua bollente salata e appena tornano a galla, scolarli bene. Unirli al condimento mescolando molto delicatamente.
Servire e completare con un filo d'olio, il pepe e se si vuole, delle noci sbriciolate e dei pinoli tostati.



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lunedì 19 novembre 2012

Penne all'arrabbiata


Che ricetta! Che sapore!
Le penne all'arrabbiata è un  piatto romano, semplice e veloce.
L'ingrediente più importante è il peperoncino dal quale si deduce il motivo del nome.
Ha dà pizzicà.
Durante una cena molto piccante, una messicana mi sconsigliò vivamente di bere l'acqua che avrebbe peggiorato la situazione ma piuttosto di mangiare un pezzetto di pane o bere del latte.
Funziona.

Il peperoncino, originario dell'America del Sud, è formato da una buccia pressochè innocua e da semi ricchi di capsaicina, il principio attivo che ci da la sensazione di bruciore.
Esiste la scala di Scoville che classifica i peperoncini dal più dolce al più vulcanico.
A grandi linee, il più blando è il peperone, privo di capsaicina. Verso la metà troviamo quello di Cayenne o il famoso Habanero per arrivare all'ultimo valore, dove troviamo la Capsaicina pura.

Hanno dimostrato che i peperoncini sono piccanti in funzione alla densità dei loro nemici: in Paesi pieni di insetti, le piante sono spesso piccanti. Al contrario, senza nemici, i peperoncini sono piuttosto dolci.
Sembra invece che gli uccelli ne siano ghiotti. Sono insensibili al principio attivo, perchè a differenza nostra, non hanno i ricettacoli nervosi per percepirla.
Il peperoncino è antiossidante, antitumorale, regola la circolazione sanguigna ed è utile per sinusite o bronchite ma ha anche una bruciante e postuma controindicazione...

In Italia viene usato in molti condimenti come le semper verde penne all'arrabbiata. 
Mi sono resa conto che le ricette, anche le più classiche, nel corso degli anni subiscono cambiamenti e varianti.
Ultimamente ho visto questo famoso piatto preparato con la base di cipolla o con l'aggiunta di carota, di pecorino o di basilico e proposto come originale.
Le vere penne all'arrabbiata hanno 4ingredienti4.
Aglio, pelati, peperoncino e prezzemolo.
Stop.

 Se famo du' penette? 

300 g penne rigate
400 g pomodori pelati
1 spicchio d'aglio
olio sale
peperoncino fresco 
prezzemolo

Cuocete la pasta in acqua bollente salata. nel frattempo far rosolare l'aglio con il peperoncino a pezzetti.
Appena l'olio è caldo versate  pelati schiacciati grossolanamente con la forchetta e far insaporire. Salare e unire la pasta scolata al dente. Completate con abbondante prezzemolo.












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sabato 17 novembre 2012

Confettura di cipolle di Tropea


La cipolla è una pianta antichissima, si coltiva facilmente in tutto il mondo, è estremamente economica e molto versatile. Veniva utilizzata già dagli Egiziani e dai Greci, mentre i gladiatori romani se la strofinavano nel corpo per rassodare i muscoli. E qui, cade  il mito di Massimo Decimo Meridio ("Al mio segnale, strusciateve de cipola!").
La pianta veniva anche usata come merce di scambio, come medicinale per il mal di testa o per far rivivere i morti (e ci credo!).
Si contano una decina di varietà e 3 colori: le rosse, le dorate e le bianche.
Fanno da base a tantissimi condimenti, accompagnano le carni ma servono anche per lucidare i legni o come metodo antiforfora.
Insomma, un ortaggio tutto-fare ma, perdindirindina, hanno anche qualche difetto niente male.
E' caldamente sconsigliata per le cene romantiche che presuppongono un dolce epilogo, è fortemente vietata agli stomaci non corazzati e vivamente evitata da chi si è appena ripassata il trucco.
Il consiglio che ho appreso molto volentieri è il taglio della cipolla che è diverso a seconda della preparazione.
I metodi sono:
a rondelle  per le decorazioni, per condire le insalate o gli hamburgers o fritte in pastella.
a lamelle per le salse, come base di verdure asiatiche, mescolate con spezie e cucinate nel wok o saltate.
a cubetti perfetta per tutte le basi di condimenti, di risotti o zuppe.
Il coltello dovrà essere affilatissimo e magari anche freddo per evitare le lacrime.
 Per questa ricetta, i tipi di cipolla da usare possono essere due: quella italiana di Tropea e la francese di Cévennes.
 La prima rossa e la seconda bianca, si prestano benissimo alla confettura perchè sono dolci da crude e saporite da cotte.
In questo caso ho utilzzato le italiane.

Per 1 vasetto da 200gr

200 g cipolle di Tropea già mondate
25 ml aceto di vino bianco
50 ml vino bianco
1 cucchiaino aceto balsamico
25 g zucchero di canna
1 cucchiaio d'olio
1 pizzico di "4 spezie" (pepe nero, chiodi di garofano, cannella, noce moscata)
sale pepe

In una cocotte, scaldare l'olio e aggiungere le cipolle tagliate a fettine. Mescolare per 5 min e cospargere di zucchero. Mescolare per un altro minuto  e versare l'aceto bianco.
Lasciare evaporare a fuoco dolce per circa 10min mescolando spesso.
Versare il vino bianco e insaporire con un pizzico di sale e il pepe.
Profumare con le "4 spezie" e continuare la cottura per circa 25 minuti.
A fine cottura, le cipolle devono risultare confit cioè dense come una marmellata.
Aggiungere infine l'aceto balsamico e appena riprende bollore, togliere dal fuoco e versare nel vasetto sterilizzato.

Stringere bene il tappo e capovolgere il vasetto. Lasciare raffreddare, rigirarlo e conservare in frigo.
Va consumata entro 15 giorni e può essere gustata sia con il pane tostato, sia come accompagnamento alle carni o formaggi.




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giovedì 15 novembre 2012

Farrotto invernale con castagne


Il farrotto non è una vera e propria zuppa ma un piatto molto adatto alla stagione fredda, completo e molto saporito.
La ricetta originale è del farrotto estivo ma il farro è un cereale che amo e non potevo non creare la versione invernale.
Dovrebbe risultare abbastanza stretto e non brodoso ma a seconda dei gusti lo si può lasciare un pò più lento. Ogni inverno mi cimento in nuove varianti. Basta aggiungere un ingrediente in più per avere sapori diversi: quando la zucca, quando i dadini di pancetta,  o quando, come quest'anno ho unito la castagna.
Vino rosso novello, camino acceso e un piatto povero si trasforma in un piacere sublime.

Per 4 persone

240 g farro
1 cipolla

1 carota
1 gambo di sedano
1 cucchiaio concentrato doppio di pomodoro

1 manciata castagne cotte
1 dado vegetale
100 g  di fagioli borlotti
rosmarino

pepe
olio


Far sciogliere il dado vegetale in un litro di acqua e tenerlo caldo.

Tritare la cipolla, la carota, il sedano e farli rosolare con un rametto di rosmarino, in un po' d'olio in una pentola capiente. Versare il farro e farlo cuocere per il tempo indicato nella confezione, unendo a poco a poco il brodo. A metà cottura, aggiungere il concentrato. A due minuti dalla fine, unire anche i borlotti e le castagne sbriciolate con le mani. Togliere il rametto di rosmarino e servire.
Tutte le dosi sono relative, niente vieta di aumentarle o diminuirle a seconda dei gusti.

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lunedì 12 novembre 2012

Farfalle con pesto di zucchine, mandorle e menta


  Per 4 persone

320g farfalle

400g zucchine
20 foglie menta
30 mandorle pelate
aglio olio sale

Lavare le zucchine, spuntarle e tagliarle a pezzetti. Lavare le foglioline di menta e asciugarle delicatamente. Far rosolare l'aglio in un po' d'olio e aggiungere le zucchine. Farle cuocere per circa 15 minuti ed eliminare l'aglio.

Trasferire nel mixer le zucchine,le mandorle, le foglie di menta e frullare tutto fino
a ottenere una crema.
Versare la crema nella padella, scaldarla, salare, pepare, e mescolare.
 Lessare al dente la pasta e condirla con la salsa alla menta.






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giovedì 8 novembre 2012

Mezze penne agli aromi


 Insieme al risotto allo zafferano e alla sfoglia con spinaci e ricotta, le mezze penne agli aromi facevano parte delle mie ricette cult quando decisi di rendermi indipendente e andare a vivere da sola.
Vivere da sola per una single non è così semplice. E sto parlando di cucina.
Ho avuto un sacco di difficoltà legate alle quantità dei prodotti: esistevano pacchi di biscotti "confezione famiglia", sacchi di patate "confezione 2x3", casse di patatine fritte "confezione condominio" ma non esistevano miniconfezioni per single.
 Farmi dei tortellini panna e prosciutto significava mangiare tortellini per due giorni, visto che le dosi erano minimo per due persone e dover usare la panna per altre 3 cene, visto che la panna era da 250 ml.
Uno dei  vantaggi dell'essere single è che puoi cambiare idea anche all'ultimo momento quindi potevo anche decidere di non tornare a casa la sera o ordinare una pizza al lavoro o accettare un invito a cena.
Nel frattempo la panna in frigo si animava di vita propria, andava a male e dovevo gettarla.
 Ho dovuto rinunciare a preparare tanti piatti come i tortini di patate o le crepe al forno perché per una persona sarebbe stato troppo o perché nessuno avrebbe potuto dirmi se era buono o no.
Le torte salate erano un buon compromesso al posto della solita pasta ma il punto negativo era che per 2 giorni a pranzo e cena dovevo nutrirmi solo di quello per non doverlo buttare.
La farina poi, era off limits: doverne comprare un chilo per usarne un paio di cucchiai come addensante della besciamella, era frustrante.

Le mezze penne agli aromi le amavo ma piano piano ho dovuto rinunciare anche a questa ricetta proprio a causa dei due miseri cucchiai di panna tra gli ingredienti.
Oggi, dopo tanti anni ho avuto voglia di riprovarla e ho ritrovato gli stessi profumi  di quando ero una single 22enne arrabbiata con il mondo delle famiglie numerose.

Ricetta di mamma:

1 spicchio d'aglio
mezza cipolla (io ho usato la rossa, mi piace di più)
300 g salsa pomodoro
1 mazzetto di aromi quali
rosmarino
basilico
prezzemolo
salvia
2 cucchiai colmi di panna da cucina
olio sale origano

Far bollire l'acqua per la pasta. Nel frattempo far rosolare l'aglio in una padella antiaderente con un pò d'olio. Toglierlo e unire la cipolla a fette sottili. Una volta appassita, unire gli aromi freschi tritati a mezzaluna e far insaporire. Versare anche la salsa di pomodoro, regolare di sale e mescolare. Cuocere le mezze penne. Unire l'origano secco alla salsa e i cucchiai di panna. Mescolare molto bene, scolare la pasta e unirla al condimento.
Servire calda!



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martedì 6 novembre 2012

Salame al cioccolato




 Qualche mese fa ho voluto (e dovuto) informarmi su questa famosa ricetta, per la sua vendita in Svizzera e a 40 suonati mi si è aperto un mondo. Ignoravo del tutto che fosse una ricetta di origine siciliana (anche perché oggi si fa in tutta Italia) e che addirittura fosse ufficialmente inserita nella P.A.T. (prodotti agroalimentari tradizionali) come preparazione siciliana a base di biscotti secchi e cioccolato. 
Ho capito perché in Sicilia lo chiamano salame turco (per via del suo colore che ricorda la pelle dei mori) e perché si ostinano  a metterci dentro di tutto (un siciliano non ama la "pochezza" nel cibo: per lui "cioccolato  e biscotti secchi" è solo il modello basic)
Poi, il piemontese ci unirà la nocciola,  il genovese magari i pinoli, il veneto, che so, ci unirà la grappa e eccololà, il siciliano ci metterà pistacchi, mandorle, canditi e tutto quello che trova in dispensa. 
Insomma, paese che vai, variante che trovi.

Ultimamente sul web si trovano anche varianti senza uova oppure con cioccolato bianco.
Io sono rimasta fedele alla prima ricetta che facevo quando ero ragazzina aggiungendo, quando le ho, le nocciole.
Sono sicura che ognuno di voi avrà la sua, magari tramandata dalla nonna e che quindi non vi suggerirò nulla di nuovo ma sul mio blog, nato come raccolta di ricette, non mancano gli spaghetti aglio olio  e peperoncino, figurati se potevo non mettere il salame di cioccolato!

Vi lascio un' ottima ricetta senza uova che ho fatto svariate volte per quando mi serviva avere una conservazione a lunga scadenza.






Ricetta senza uova (per 2 salamini da 90 g, o 1 da 180 g) di Logicerrima

50 g cioccolato al 70%
25 g burro
25 g zucchero a velo
75 g biscotti secchi
25 ml latte



Sciogliere il cioccolato a bagnomaria con il burro e mescolare bene. Aggiungere il latte e lo zucchero fino ad ottenere un composto liscio. A quel punto unire i biscotti tritati, formare il salame con le mani, avvolgere in carta forno e lasciare in frigo almeno 3 ore.




***
Salame classico

200 g biscotti secchi tipo Marie
100 g zucchero
150 g burro sciolto


2 tuorli d'uovo
2 cucchiai cacao amaro




Tritare i biscotti, non troppo fini.
Sciogliere il burro e farlo raffreddare. Mescolare i tuorli con lo zucchero, unire i biscotti, il cacao, il burro.
Impastare bene con un cucchiaio di legno. Mettere il composto nella carta stagnola e aiutandosi con la carta, formare un salame. Chiudere bene il pacchetto e conservare in frigo almeno 3 ore.Tagliare a fette e servire.
Oppure come ho fatto io, formare 3/4 salamini, avvolgerli in carta argentata e metterli 10 minuti in freezer.
Legare a salame e passarli sopra lo zucchero a velo.






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