mercoledì 15 febbraio 2017

Torta cocco e ricotta


Il cazzeggio su FB è una delle cose peggiori nella quotidianità di un adulto dall'adolescenza agli anta.

Quando non lavoro e ho intenzione di pulire casa o svolgere commissioni che nella mia vita precedente antefacebookiana facevo nell'arco di una mattinata, il tempo si stringe e a sera mi ritrovo con una serie di lavori che ho rimandato perché mi sono seduta davanti allo schermo dicendomi "Guardo solo UN ATTIMO se ho notifiche". 
E le mie notifiche non sono mai numeri a due cifre ma tre e non si sposano con il mio carattere: non riesco a dire "rispondo dopo", ho l'impressione che più la risposta sia immediata, più ho la possibilità di salvare il mondo dalla sua fine.
E invece alla fine ho salvato tutti tranne me perché rimando simpatici lavoretti come stirare, pulire il piano doccia, lavare le scale.
Per rendere tutto più eccitante, FB ha deciso di puntare sul sonoro, quindi ogni volta che prendo coraggio/coscienza/volontà, ho la spugna in una mano e l'anatra WC nell'altra, il BIP del social mi richiama all'ordine. Resisto fino al quarto, al quinto squillo forse. Poi scatta la sindrome di Superman: mi metto il panno in microfibra a mo' di mantello e volo verso lo schermo per rispondere al mondo che notifica.
Ho concluso che nella mia lista infinita di dipendenze, ahimè devo inserire quella ai social, dove tutto è talmente inutile, futile e così delizioso. 
C'è gente che beve per dimenticare, a me basta un click. 
Per non parlare di Pinterest dove passo ore e ore e ore e ore.
E ore. 
Se salgo su questo treno, è sicuro che salto anche la cena.
Di solito mi misuro in diete drastiche per valutare il mio potere di controllo. 
Questa volta ho deciso di fare una settimana intera senza social. Sarà dura lo so, ma posso farcela: d'altronde sono della classe '73, generazione nata e cresciuta senza wi-fi. 
Vi comunico quindi che da questo momento in poi per 7 giorni, non guarderò più schermi e ignorerò ogni segnale sonoro. 
Prometto.
Solo un ultimo desiderio: guardo solo un ATTIMO per vedere le ultime notifiche...

Ricetta di Allacciate il grembiule

200 gr farina 00
250 gr ricotta
140 gr zucchero
100 gr farina di cocco
100 ml olio di semi
3 uova
1 bustina di lievito per dolci

200 g cioccolato al latte
scaglie di cocco

Lavorate la ricotta con lo zucchero, unite le uova fino a farle assorbire bene, poi l'olio, la farina di cocco e la farina setacciata con il lievito. Versare su una teglia di 23 cm imburrata e infarinata, oppure in una forma in silicone come ho fatto io. Infornate a 180° per 30 minuti circa (farà fede la prova stecchino). Far raffreddare completamente e sformare.
Sciogliere 200 g di cioccolato al latte a bagnomaria, distribuirlo sopra la torta e cospargere di farina di cocco e scaglie.
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lunedì 23 novembre 2015

Nesquik Cake


Scegliere la ricetta da fare, in base ai gusti, alle richieste e allo stile del giornale/rivista/blog personale. 
Rivisitarla, progettarla riscrivendo le bozze di dosi, procedimenti e risultato estetico finale. 
Passare ore su siti di immagini e fotografia per prendere idee sul set. 
Cercare allo sfinimento gli ingredienti particolari. 
Comprare quelli non deteriorabili.
Comprare solo ai mercati da pusher fidati, i fichi ad aprile, le fragole a dicembre, le ciliegie a febbraio.
Comprare altri props e rubare altre tavole per evitare il déjà-vu.
Preparare la ricetta, una due tre volte fino a che tutte le combinazioni coincidono (ricetta-di-merda, ricetta-buona-foto-di-merda, ricetta-buona-foto-buona)
Preparare il set in contemporanea alla ricetta.
Trattenere il respiro e scattare a mitragliatrice se si tratta di gelati che si sciolgono, creme che colano, piatti caldi che si raffreddano, salse che si addensano. 
Lavare il bordello in cucina.
Sistemare lo studio e riporre tavole e props.
Adagiarsi sul divano, fumare una sigaretta e chiedersi "mi è piaciuto?"
Se si, proseguire.
Se no, tornare al punto 1.
Scaricare le foto sul computer.
Svilupparle.
Passarle all'editing.
Scrivere dosi e procedimenti nel dettaglio.
Scrivere post se la ricetta è per il blog.
Inviare testo in word, foto e note se è per il giornale.
Spammare come se non ci fosse un domani.
Rispondere alla mail delle persone che hanno letto la ricetta e che ti domandano se possono sostituire le mele nella torta di mele, la farina integrale nella ricetta del pane integrale, lo zucchero e gli albumi nelle meringhe.
Andare a letto, dormire 6 ore.
Svegliarsi, aprire le mail e trovare l'addetta marketing della premiata azienda che ti propone una allettante collaborazione:
la TUA foto con ricetta sul LORO sito a titolo gratuito. In cambio puoi avere visibilità.
Dicesi visibilità quando accetti che la TUA foto della torta salata + ricetta + una giornata e mezza di lavoro vada sul LORO sito. Tutte gli utenti che passano da LORO a cercare la torta salata, trovano la TUA ricetta sul LORO sito, si stampano la TUA ricetta presa dal LORO sito, chiudono il sito, preparano la TUA ricetta.
Loro avranno miliardi di visite, guadagni e fama. Tu visibilità.
C'è solo un particolare: con la visibilità, a differenza delle banconote non ci si mangia. 
Questo le aziende lo sanno bene ma fino a che esisteranno blogger che gratuitamente  regalano il loro (a volte pessimo, devo dirlo) lavoro, esisteranno uffici marketing che invieranno mail del genere. Ma devo davvero dirlo io cosa significhi per un cartaceo o un sito on line, riempire le pagine con un foto e ricetta di una blogger? 
Vuol dire che vi stanno prendendo per il culo perché loro hanno due pagine piene a costo zero, una tiratura maggiore dato dal fatto che i vostri parenti e amici acquisteranno una copia, un sicuro successo visto che altre blogger vorranno fare la stessa fine ingigantendo con il passa-parola la fama del giornale.
Chi apre un blog di cucina lo fa per passione e ben vengano i momenti di gloria: la propria ricetta riconosciuta su una bella rivista o un prodotto inviato in cambio di una recensione, ma quando la collaborazione è continuata, dovete esigere un compenso in denaro minimo-minimo il doppio della spesa fatta per la ricetta.
Fatelo. Perché voi valete quando la Casta per la L'Oreal.
E se non lo volete fare per voi, fatelo per me che ne ho le sac à poche piene di queste collaborazioni a senso unico. 



La ricetta viene da qui, riadattata a mie usi e costumi.

Dosi
Per una forma da 0,5 l

500 ml panna liquida + altri 200 circa
100 g Nesquik
50 g zucchero
8 fogli di gelatina

Preparazione

In una casseruola, versare 500ml di panna, il Nesquik e lo zucchero. Mescolare continuamente fino alla prima ebollizione. Nel frattempo, ammollare i fogli di gelatina di acqua fredda. Togliere dal fuoco la casseruola, strizzare la gelatina e aggiungerla alla panna. Mescolare con  cura per scioglierla bene. Versarla in una ciotola su una bilancia e aggiungere tanta panna quanto basta ad arrivare a 500ml per compensare il liquido evaporato. Versare in una forma da cake e lasciare in frigo tutta la notte (8 ore).
Sformare e decorare.
Si conserva in frigo come un budino.







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martedì 22 settembre 2015

Gateau invisible alle mele


Sempre stata contraria alle ricette "senza".
Torte senza uova, pane senza farina, ragù' senza carne, gelato senza frigo, pasta senza cottura.
Non perché non incontrano i miei gusti ma perché vanno maledettamente di moda e io devo mantenere alto la mia fama da Signorina No.
Oggi quindi faccio strike e le metto sotto tutte: ho fatto meglio di una ricetta "senza",  è talmente "senza" che diventa invisibile.
Il gâteau invisible aux pommes è una ricetta di una blogger francese, che ha avuto così successo che un' autrice ci ha fatto pure un libro.
Si chiama invisibile perché di fatto non c'è, ovvero sono mele con l'aggiunta di dosi bassissime di altri ingredienti atti solo a compattare la frutta e basta.
Quasi 100% mela.
Morbidissima, zuccherata naturalmente (o quasi), senza aggiunta di grassi (o quasi).
Io direi che invece di "senza" è una ricetta "quasi".
E udite udite, con questo procedimento si possono fare tante altre cosette dolci e salate.
Stay quasi-tuned.


Dosi per una tortiera da 20cm di diametro

6 mele Golden
1 bacca di vaniglia
2 uova
50 g zucchero di canna
20 g burro
100 ml latte
70 g farina
1 bustina lievito per dolci
1 pizzico di sale

Preparazione
Preparate il composto di unione:
battete le uova con lo zucchero e l'interno della bacca, fino a che diventano chiare.
Fate fondere il burro, unire il latte, mescolare bene e unirli alle uova. Aggiungere la farina con il lievito setacciato, il sale e mescolare per ottenere un composto liscio senza grumi.
Lavare e sbucciate le mele, tagliarle in quarti, togliere il torsolo e con l'aiuto della mandolino ridurle a fette fini e deporle man mano nel composto per non farle annerire. Assicuratevi che siano sempre ben avvolte dal liquido.
Imburrare e infarinare la tortiera, versare le mele e livellare. Infornare a 200° per circa 30/35 minuti.
lasciar raffreddare completamente.
Da gustare fredda o intiepidita con una pallina di gelato alla vaniglia...





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giovedì 4 giugno 2015

Torta con ricotta e...L'age bête



L'age bête. 
Si chiama così, l'età compresa tra i 12 e i 16 anni dove il non più bambino ma manco ancora uomo, si trasforma in un essere irriverente, ribelle, scontroso e poco incline all'igiene personale.
Questo ex-tenero bimbetto, tutto baci alla mamma, la sola e unica donna della sua decennale vita, oggi evita il mio contatto, sposta la testa quando mi vede arrivare con le labbra arricciate, se ne sta chiuso in camera con un volume della musica che la metà basta per San Siro e la faccia immersa tra le chat di amici dove la discussione più intelligente riguarda le scarpe nuove e l'espressione più colta è un "ehy mec,come butta? " 

Nell'age bête, la scuola è un luogo per lanciarsi palline di carta, giocare a pallone e dirsi "ehy mec" di persona. Lo studio delle materie scolastiche è facoltativo, lo studio delle ragazze diventa primario e prende il sopravvento nei loro pensieri che, posso assicurare, non hanno niente a che fare con rose rosse, lettere d'amore e romanticherie...
La doccia è un'eventualità (metti che piova), il lavaggio dei denti è tempo perso, i jeans si cambiano quando stanno dritti da soli.
La stanza è un'esperienza sconcertante anche per gli acari. La sua idea di "ordine in camera" è spostare i milioni di oggetti sparsi, in modo da formare un percorso che vada dal letto alla porta.
Tra gli oggetti che spiccano all'occhio ci sono calzini orfani, mutande di dubbia data e  carte di snack con dentro lo snack, schiacciato, sciolto, risolidificato e lasciato alla legge di Lavoisier, dove la materia non si crea, non si distrugge, ma si trasforma.
Quando sposto un mobile, sono abbastanza sicura di trovare qualcosa di interessante: l'orfano del calzino di cui sopra, il compito di tedesco, noccioli di ciliegia, mele mummificate.

-"RICHARD!! -urlo dal bagno- ma possibile che quando ti fai la doccia, sembriamo una succursale del lago di Neuchatel? Ma dico io, quando andrai a vivere con la tua ragazza, vuoi fare la stessa cosa? E poi, porca miseria, ti puoi lavare le mani dopo che ti sei mangiato il croccante con le dita, prima di toccare le maniglie, i muri e la gatta? Guarda come è conciata! Ha i peli incastrati di zucchero! L'accarezzi così la tua ragazza? Con le mani sporche?" 
-"RICHARD!! Ma è scoppiata una bomba in camera tua? Ma io-mi-domando-e-dico, ma non ti vergogneresti se entrasse la tua ragazza qui? E la vuoi smettere di guardare quel cellulare e ti metti a studiare?? Cosa penserà di te Tycciane? Che sei un ignorante!! Ehi, ma mi sta ascoltando?? Beh?? Cosa è quella faccia? Stai pensando che ho ragione, ti vien voglia di darti una mossa eh"
-"No, mi vien voglia di lasciare Tycciane..."


Ringrazio di cuore Kiara per questa amabile ricetta

Ingredienti per uno stampo di 20 cm 

210 g di farina 00
80 g di burro
120 g di zucchero
110 g di uova 
50 ml di latte
10 g di lievito per dolci
1 pizzico di sale


per il ripieno
350 g di ricotta vaccina o di pecora
120 g di uova
50 g di zucchero





Montate le uova con lo zucchero e quando il composto sarà  spumoso aggiungete il burro fuso intiepidito e il latte.
Setacciate la farina e il lievito.
Incorporateli al composto aiutandovi con una spatola e per infine aggiungere un pizzico di sale.
Versate il composto in uno stampo imburrato e infarinato.
Preparare la crema di ricotta sbattendo con la frusta elettrica le uova con lo zucchero, unire la ricotta setacciata e mescolare delicatamente.
Versatela sopra l'impasto precedente e livellaTe la superficie con una spatola.
Infornare a 180° per circa 45 minuti.
Far raffreddare completamente la torta, spolverarla con zucchero a velo e decorarla a piacere.




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giovedì 14 maggio 2015

Quattro-quarti ai frutti di bosco e...la manicure


L'ho fatto.

A quarant'anni finiti (2 anni fa), finalmente ho preso coraggio, mi sono esercitata con tecniche tantra e yoga e ho preso appuntamento dalla manicure.
Già dal nome: MANICHIUUR/PEDICHIUUR, a me fa spavento, brividi mi percorrono la schiena.
Odio tutto quello che è contatto, massaggio, trucco, parrucco, tocco e ritocco.
Mi sento venir la febbre, mi prude dappertutto e poi mi vergogno da morire: farmi toccare i capelli o le mani, ha lo stesso significato di farmi toccar le tette. 
Però volevo provare l'emozione.

Entro nel salone con la stessa faccia rilassata di quando si entra dal dentista, la cinesina mi accoglie  con un sorrisocon gli occhi mandorla. Mi fa accomodare e mi fa capire con sguardo internazionale di mettere  le mani in una bacinella. Io guardo dentro: sembra acqua, acqua tiepida, semplice acqua e l'annuso pure. 
-"Cos'è?" chiedo.
-"Metti mani, signola" dice l'asiatica in una forma confusa di cortesia.
Metto mani.
Dopo 5 minuti di bagnomaria e temperaggio, prende un arnese che non ha niente da invidiare al dentista di cui sopra, e mi prende la mano.
-Cosa fa?? grido io.
-"Signola!! Tu volele fale o non volele fale?" 
Io volele fale: rimetto la mano tra le sue.
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giovedì 12 marzo 2015

Tarte au Chocolat meringuée



Lo ridico? 
Non son brava a far dolci. Solo il fatto di dover usare più di 4 ingredienti e rischiare di dover buttare tutto mi fa venire l'ansia da prestazione e regolarmente succede proprio che io debba infilare il prodotto finale, di solito somigliante ad un residuo stomachevole, nella spazzatura. Per l'appunto tra le amiche blogger ne ho una che fa i dolci ad occhi chiusi: Paola.
Sgrunt.
Giuro, sono una persona dalla manualità sviluppatissima, eppure ci son due cose che mi fanno tremare: la decorazione sulle torte e il cucito.
A lezione di sartoria,  attaccando un bottone di una camicia che tenevo sopra le ginocchia, mi son cucita insieme anche la gonna che avevo addosso. 'Na tragedia.
Sono arrivata alla conclusione che esistono due tipi di manualità: quella di serie e quella creativa.
In quella di serie si è bravi a continuare all'infinito e velocemente lo stesso movimento sincopato. In quella creativa si ha bisogno di riflettere, creare modelli nuovi, originali e diversi. 
Io ho una manualità sincopata, da operaia di fabbrica insomma. 
Diciamo che in un'ipotetica pasticceria, Paola farebbe le decorazioni meglio del Brunelleschi e io arrotolerei 120 cornetti in 17 minuti netti.
Poi però faccio mangiare tutto a lei, così io rimango una modella e lei tutta ciccia e brufoli. Tiè.


La tarte che vi propongo oggi è una variante della tarte citron meringuée, cioè con farcia al limone. Non mangio limone (ma dai?!) quindi l'ho sostituita con una ganache abbastanza soda da poter rimanere in piedi una volta tagliata la fetta. 
Per chi non la conoscesse, avverto che l'albume montato a neve rimarrà morbido, non diventerà meringa croccante ma una sorta di crema dolce.

Ricordo anche a chi avesse la voglia di ridirmelo, che non ho pastorizzato gli albumi e che quindi sì, sono cosciente del rischio altissimo, elevato e mortale di salmonella.





Tarte di 20 cm di diametro

Per la coque
300 g farina
110 g zucchero
110 g burro
2 tuorli
pizzico di sale

Per la ganache
280 g cioccolato 64%
200 g panna liquida
40 g burro

Per la meringa
3 albumi di uova fresche
80 g zucchero a velo





Per la coque 
Lavorare il burro freddo a pezzetti  con la farina, lo zucchero e una presa di sale fino ad ottenere un impasto sbriciolato. Unire i tuorli freddi di frigo e qualche cucchiaio di acqua ghiacciata (io ne ho messi 10 circa ma unitene poco alla volta fino a che l'impasto non si leghi a formare una palla). Avvolgere in pellicola e lasciare riposare in frigo per mezz'ora.
Passato il riposo, lavorarla con il matterello, aiutandosi con la farina e spianarla fino ad uno spessore di 3/4 mm circa. Tagliare un cerchio di 20 cm di diametro e posizionarlo all'interno dell'anello da pasticceria posto su carta da forno. Tagliare poi delle strisce di 4 cm e con cura rivestire la circonferenza dell'anello. Bucherellare la base, ricoprire di carta e riempire di legumi secchi, facendoli arrivare al bordo alto (ho usato 500 g di fagioli) Cuocere a 180° per 10/15 minuti, togliere i legumi, la carta forno e proseguire la cottura fino a doratura. Lasciar raffreddare su gratella.





Per la ganache

Tagliare al coltello la cioccolata in piccoli pezzi e conservare in una ciotola capiente. Scaldare in un pentolino la panna e al primo bollore, spegnere il fuoco e versarla sopra al cioccolato. Mescolare energicamente e unire a pezzetti anche il burro. Mescolare ancora fino ad ottenere un cioccolato brillante. Lasciar raffreddare qualche minuto e versarla nella coque. Conservare in frigo 4/5 ore.
Strofinare una fetta di limone su una ciotola, versare gli albumi a temperatura ambiente e montarli fino a che assumono un colore bianco. Aggiungere a pioggia lo zucchero a velo, continuando a montare fino ad ottenere un composto compatto: rovesciando la ciotola, l'albume rimane fermo, non cade, non scivola.
Riempire una sac à poche e decorare a piacere la tarte. Caramellare con il cannello la decorazione e servire.

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martedì 6 gennaio 2015

Tarte Cappuccino e...non invitatemi al bar



Bleah.
Non mi piace il cappuccino, non mi piace l'odore, non mi piace la schiuma e soprattutto non posso vedere il momento in cui al bar leccano il cucchiaino dopo aver girato il cappuccio. 
Eh, lo so che sono l'unica donna nella terra a non amare il cappuccino ma mica mi chiamo Signorina Sì, io...
Con il caffé ho un rapporto psicotico invece: non reggo la caffeina, nemmeno quella in percentuale inesistente del decaffeinato. Vado in iperattività, sembro Benny Hill negli sketch velocizzati, mi sembra anche di sentire la musichetta.
Offrirmi qualcosa al bar è tragico. Mi sento Sally al ristorante con Harry. Non so mai cosa prendere. L'aranciata fresca non è mai di mio gradimento: le arance sono sempre troppo rosse, troppo piccole, troppo arancioni. Il succo di frutta non è mai alla pesca che è l'unico gusto che bevo, il latte fresco mi fa passare 15 minuti di agonia, quello a lunga conservazione deve essere della marca che dico io e prendere un whisky alle 9 di mattina fa brutto.
-"Ehi, come va? Vieni che ti offro un caffé."
-"No grazie non lo bevo."
-"Sì, ma non è che devi prendere per forza un caffè, è un modo di dire, ti offro un thè."
-"No, grazie."
-"Ma vedi che pago io eh!"
-"No, davvero, grazie."
-"Un cappuccino lo vuoi?"
-"Non mi piace."
-"Un latte?"
-"Non lo digerisco."
-"Succo?"
-No."
-Una."
-"No."
-"Un."
-"No."
Invitarmi al bar non è una bella idea, meglio una passeggiata, davvero.
O una tegliata di cozze. Al guazzetto.

Eppure questa tarte (dal libro Les basiques Chocolat) me la guardavo da 1 anno e mi ripromettevo di farla nel week end. Di fine settimana ne son passati 52, finalmente è arrivato il momento giusto e mi son messa all'opera.
Ora la congelo a quadrotti e ogni volta che qualcuno mi invita al bar, me la porto dietro, almeno posso dire di aver preso un cappuccino.






Note: per questa tarte ho usato l'unica teglia ondulata che avevo di 15x20 cm ma mi è avanzata crema e frolla, vi consiglio secondo i miei calcoli una teglia più grande tipo di 17x23 o 20x25

Per la frolla al cacao

140 g burro
100 g zucchero
1 uovo
200 g farina
50 g farina di mandorle
1 cucchiaino estratto di vaniglia
10 g cacao amaro in polvere

Lavorare il burro con lo zucchero fino ad ottenere una consistenza cremosa, unire l'uovo e mescolare. Aggiungere la farina con la farina di mandorle il cacao e l'estratto di vaniglia. lavorare con le mani fredde per ottenere una frolla omogenea. Avvolgere con pellicola e lasciare riposare in frigo per circa 30/45 minuti. Deve essersi indurita ma deve essere ancora lavorabile.
Spennellare la teglia con del burro fuso, cospargere di cacao e battere per togliere l'eccesso. Stendere la frolla a meno di 1 cm di spessore, adagiarla nella teglia, bordare e punzecchiare con la forchetta. Mettere in freezer per almeno 15 minuti (questa operazione aiuterà la frolla a conservare la forma dei bordi. Riempire di legumi secchi o perle di ceramica e infornare a 180° per circa 20 minuti. Fuori dal forno sarà ancora morbida, fatela raffreddare completamente prima di sformarla e lasciarla riposare su una gratella.



Nel frattempo preparare la crema di mascarpone:

250 g mascarpone
1 cucchiaino di caffè liofilizzato in 50 ml di acqua
2 cucchiaini di zucchero

Far bollire l'acqua e versarla sul caffè e lo zucchero, mescolare bene e far raffreddare completamente.
Lavorare con un frusta elettrica il mascarpone e unire a poco a poco il caffè.
Con l'aiuto di un cucchiaio spalmare la crema sopra la tarte e pareggiare. Conservare in frigo.
Preparare la ganache al caffé

250 g cioccolato al 64%
200 ml panna per la ganache
150 ml di panna per la chantilly
1 cucchiaino di caffé liofilizzato

Tagliare a coltello la cioccolata fredda di frigo in piccoli pezzi e porla in una ciotola capiente e conservare ancora in frigo.
Portare ad ebollizione i 200 ml di panna con il caffè e versarla bollente sul cioccolato. Con la frustina mescolare velocemente in modo da sciogliere il cioccolato e ottenere una crema densa. Montare i 150 ml di panna a chantilly e unirla alla crema raffreddata con movimenti dall'alto verso il basso, delicatamente. Lasciare in frigo per 1 ora.
Riempire una sac à poche e decorare la tarte con la ganache.
Conservare in frigo fino al momento di servire.


Message privé: et toi, tu m'offriras quoi, Mad?

Con questa ricetta partecipo al contest Di Ambra di Il gattoghiotto   "Mi regali una ricetta?"


In collaborazione con CuoreDi





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lunedì 8 dicembre 2014

Croquembouche de Noël e...una serata romantica


 Davanti allo specchio, Lili si raccoglie i capelli, prende la matita per gli occhi e se la passa con attenzione sul bordo della palpebra, si osserva e fa la stessa cosa con l'altro occhio. E' la volta del rimmel ma solo un po', non vuole esagerare: stasera ci sarà da commuoversi, se lo sente. Un filo di rossetto, qualche smorfia allo specchio e torna verso la camera per la difficile scelta delle scarpe. Tacco sexy o stivaletto? Per una serata come questa è importante non sbagliare. Lili trova necessaria la chiamata di conforto e consiglio dell'amica.
-"Ehi, bella, son Lili: problemone, ti prego aiutami...ti ricordi quando ti dissi che avevo l'impressione che Paul mi stesse nascondendo qualche sorpresa?? Beh, mi ha invitato a cena per stasera, mi ha detto ti vestirmi elegante... sono sicura che mi porta da Carlo's, sai quel ristorante chic...eh beh, indovina perché un ragazzo dovrebbe portare la propria fidanzata da Carlo's?... Sì!! Esatto!!... Sono troppo emozionata, ho paura di svenire!... Ma certo che sono sicura, tu pensa che stasera c'è la Coppa per le finali Mega-mondiali di calcio: se lui decide di saltarla per portarmi a cena, ci deve essere un motivo molto ma molto valido no??!... Sì!!... Insomma, secondo te è meglio tacco sexy o stivaletto? ...Mh, ok, grazie... hai ragione...sì sì, ti faccio sapere, a dopo!"

Il campanello suona, Lili sobbalza. Si infila le scarpe, si mette il cappotto, ultima sistemata allo specchio e scende di corsa verso Paul che l'attende in macchina.
Carlo's è un posto bellissimo. Lili rimane a bocca aperta, non può credere che proprio il giorno della Mega-mondiale, lui, il suo amatissimo amore, l'abbia portata fuori, che abbia rinunciato a vedere anche l'apertura dello spettacolo alla TV per dar spazio a questa serata solo per loro.
Il locale è vuoto, in sala è presente solo il proprietario. Sono tutti a vedere la partita, sia i clienti che i camerieri.
Che serata magnifica, due cuori innamorati e il mondo del calcio fuori, per una volta!
Il proprietario arriva con due flûte da champagne e accende la candela al centro del tavolo. 
-"Ecco i vostri menù".
Lili guarda Paul, sorride, non sta nella pelle. Lui trattiene l'entusiasmo ma si percepisce la frenesia. 
-"Vuoi ordinare amore?"
-"Ehm, sì, forse prendo del pesce.."
-"Lili, amore, questa è una serata importante. Sei invitata da me, pago tutto io: visto che ti piace tanto l'aragosta, perché non la prendi?
-"Oh mio Dio, l'aragosta? Amore, non capisco - finge lei - ma perché sarebbe una serata importante?"
-"Lili, cara, avrei dovuto aspettare la fine della cena ma non riesco e vorrei farti un dono" dice lui con un leggero tremore della voce.
-"Oh", riesce a sospirare Lili, tra lo stupore e l'emozione.
Paul le prende le mani, le accarezza, la guarda negli occhi.
E' il momento. Paul infila la mano all'interno della giacca e tira fuori un pacchetto incartato a cuori rossi e rosa.
La forma è riconoscibilissima, palese, ovvia.
Il cuore di Lili si ferma per qualche secondo, avvicina le mani per prendere il pacchetto e se lo porta al petto.
-"Oh", ripete Lili con gli occhi fissi su quelli di lui.
Abbassa lo sguardo e osserva con attenzione: oltre alla forma, anche il suo peso corrisponde al tanto agognato regalo.
Paul sorride soddisfatto.
Le dita di Lili tremano, sensazione calda e incontenibile.
La carta di schiude e lei riconosce dal primo centimetro visibile, un oggettino meraviglioso, luccicante, prezioso.
-"Ohhh, Paul, ti amo!!" Lili non si trattiene più, salta in piedi, si siede sulle gambe del fidanzato, lo bacia, lo abbraccia, riguarda il prezioso e lo ribacia.
-"Ohh, Paul, non me l'aspettavo, sono commossa!!" esclama Lili con le lacrime agli occhi.
-"Ti piace?" cerca di domandare il giovane.
-"Se mi piace?? Sai bene da quanto tempo è che aspetto questo momento!"
Lili si risiede, si gira l'oggettino tra le mani, se lo bacia, sorride, piange poi ride fragorosamente, poi scoppia in lacrime, poi si rialza e si risiede. Una matta.
-"Paul?" chiede lei con gli occhi arrossati.
-"Sì Lili!"
-"Scusami Paul, è più forte di me, lasciamo fare l'aragosta, la serata, la cena. Torniamo a casa, devo assolutamente provarlo, e poi chiamare le mie amiche, devo farglielo vedere e poi devo farmi un selfie con il tuo nuovo regalo e condividerlo. Ti scoccia se andiamo?"
-"Certo amore, vai a ricomporti in bagno e poi torniamo subito a casa"

Lili si alza e si infila nelle toilettes per signore.
Il proprietario con sorriso sornione si avvicina a Paul:
-"Allora Paul ? Ci ho preso ?
-"Carlo, sei la mia salvezza, grazie mille, hai avuto un'idea geniale! E pensare che tutti i miei amici mi prendono in giro perché ho la fidanzata foodblogger. Però mentre loro spendono 1000 euro per un anello, io con 30 me la son cavata e le ho comprato un cannello, un cannello per caramellare lo zucchero. L'ho resa pazza di felicità. Grazie amico, davvero un piano perfetto!"
-"Ma figurati, te l'avevo detto. Ne parlano tutti male ma le foodblogger hanno i loro lati positivi! - risponde Carlo dandogli una pacca solidale sulle spalle - Andate a casa ora, lei si infilerà in cucina e tu ti metterai comodo sul divano con una bella birretta. 
Buona partita!"



Il croquembouche è una preparazione francese che appartiene alle pièce montée. Si tratta di pezzi dolci e croccanti come bignè con caramello, macarons etc e decorati spesso con fili di zucchero fuso. 
E' laboriosa ma carinissima. 
Mi son preparata psicologicamente per due settimane perché sapevo di imbattermi in qualcosa di poco facile ma la soddisfazione è stata tanta!


Preparazione:

Creare con un cartoncino bristol ricoperto di carta forno, un cono alto 23 cm con base di 8 cm. Fermare la base con la spillatrice, tagliare la punta di 2 cm e fermarla con la spillatrice. Oppure acquistate un cono per croquembouche qui.

Per la pâte à choux ( ne avanzerà qualcuno, potrete utilizzarlo per altre preparazioni)

3/4 uova
125 g burro
250 ml acqua
150 g farina
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale

Portare ad ebollizione l'acqua con il burro a pezzetti, il sale e lo zucchero. Lontano dal fuoco, versare in una volta la farina setacciata e mescolare vigorosamente per ottenere un composto liscio, omogeneo che si stacca dalle pareti. Travasare in una ciotola e lasciar raffreddare 10 minuti. Aggiungere un uovo alla volta. Le prime due, saranno necessarie ma il terzo uovo, vi consiglio di batterlo e aggiungerlo a poco a poco. L'impasto che si deve ottenere è liscio e prendendone un po' con il cucchiaio di legno e lasciandolo cadere, si deve staccare spezzandosi e formando un triangolo dal cucchiaio.
Non unite altro uovo se dovesse già risultare pronto. Io ho unito 3 uova.
Imburrare la teglia, accendere il forno a 180°. Versare l'impasto nella sac à poche e con una bocchetta liscia creare gli choux (ho fatto un diametro di circa 3/4 cm), con un pennello battere delicatamente sulla punta che si è formata, per schiacciarla e infornare per circa 20 minuti.
Aprire il forno, lasciar raffreddare dolcemente per far uscire tutta l'umidità. 
Conservare gli choux in un ambiente secco (possono essere preparati il giorno prima)

Da preparare il giorno stesso:
Per la chantilly

300 ml panna da montare
1 cucchiaino di Calvados o liquore a scelta
3 cucchiai di zucchero a velo

Montare la panna ben soda, unire lo zucchero a velo a pioggia, sempre mescolando e aggiungere il liquore. 

Mettere la chantilly nella sac à poche con bocchetta lunga e stretta con la quale farete un foro nella base dei bigné e li riempirete di chantilly.

Per la decorazione
100 g cioccolato bianco
200 g zucchero semolato
perline a piacere

Una volta riempiti i bigné di chantilly metterli da parte e preparare la decorazione. In un piattino mettere le perle. Spezzettate il cioccolato e scioglietelo a bagnomaria. Fatelo riposare qualche minuto, poi inzuppate di testa i bigné e passarli nelle perline. Mettere in frigo per far indurire il cioccolato. Continuate per la metà dei bigné.

Sciogliere lo zucchero in una casseruola a fuoco dolce fino a ottenere un caramello ambrato. Inzuppare di testa il resto dei bigné e passarli sulle le perle. Attenzione! Il caramello arriva a temperature di 170°, usare cautela!

Montage

Sistemare ogni bigné intorno al cono su un piattino, iniziando dalla base: preparare altro caramello e inzuppare un lato del bigné per poterlo incollare agli altri vicini. Continuare intervallando i due tipi di bigné.
Preparare altro caramello e con l'aiuto di una forchetta, immergetela nel caramello e creare i fili intorno al cono. Decorare a piacere (io ho fatto delle stelline con la cioccolata bianca).








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