venerdì 27 febbraio 2015

Treccine cardamomo e cannella e...reparto profumeria


Mi aggiro nel reparto profumeria tra creme e sieri in cerca di qualcosa che possa davvero farmi ringiovanire di 6/7 anni. Facciamo 10 e non se ne parla più.
Colori vivaci, tenui, creme innovative al botulino, creme naturali alle erbe, l'imbarazzo della scelta. E mentre son là beata che cerco di farmi convincere, eccola, si avvicina la Signorina Massima Esperta del Reparto. Giovane e bella quanto basta a farti venire un groppo alla gola. Bionda naturale, viso trasparente leggermente assomigliante ad un cavallo.
-"Posso esserle utile?"
-"Sto cercando una crema magica...!"
-"Ehh Signora, la magia non esiste!"
Partiamo male signorina Cavallo: intanto "Signora " lo va a dire a qualcun'altro. Poi, sei commessa, sei pagata per vendere illusioni, per illudermi che ho necessità del prodotto, che devo comprarlo perché è conveniente, utile e magico. Fallo il tuo lavoro, no?
-"Beh - fa la cavalla - ad esempio c'è questa crema al collagene di babbuino nano che è l'ideale per le palpebre calanti"
-"Palpebre calanti? Ma lo vedrà da sola, non ho mica gli occhi asiatici..."
-"Ehm, sì, no, cioè intendevo calanti nel senso che cadono per via del cedimento, sa alla sua età è normale..."
Ma a questa chi ce l'ha mandata?
Butto in una frazione di secondo, l'occhio sul cartellino appuntato al petto. Leggo
Camilla Lacavalla (nome di fantasia) 
e penso di scrivere una mail all'azienda per far licenziare 'sta giumenta.
Ma la diplomazia è sempre stata una mia virtù e stringendo i denti prendo dalle sue mani la cremina per palpebre flosce. Nella confezione, la descrizione promette una riduzione netta del 40% di rughe, zampe di gallina di orso e di panda del Bengala. Dona lucentezza grazie al sistema innovativo creato dalla NASA (che non hanno niente da fare là) e una pelle liscia come il popò di un bebè.
Mi sto convincendo proprio come quando mi son convinta a comprare la super crema anticellulite e ho scoperto solo dopo averci speso la mamma che funziona solo affiancata a 45 minuti di cyclette veloce, 15 di squat e 2 serie da 50 di flessioni carpiate.
Grazie al cà.
-"Beh, se è veramente così buona la prendo...vediamo se possiamo far qualcosa per queste palpebre che fanno come il Titanic!"
Un punto interrogativo si disegna sul muso equino. Sta a vedere che le devo pure spiegare la battuta.
-"Come il Titanic, cioè colano  a picco, come il traslatantico, sa...quello del film, andai pure a vederlo quando uscì al cinema..."
-"Ahhhh, scusi! E' che io quando è uscito, non ero ancora nata..." nitrisce la ragazza.
E dopo questa perla, la parola cavalla come offesa non mi soddisfa più: mando la mia diplomazia al bar a prendersi un caffé e i miei pensieri creano epiteti più aderenti alla sua figura.
"Grazie dei suoi consigli, ci penso e ripasserò."
La guardo andar via, i capelli fluenti profumati di giovine beltà ondeggiano ai movimenti del corpo perfetto. Braccia sode, pancia piatta, le uniche borse che conosce sono quelle di Vuitton, gambe esili e scattanti e caviglie fini.
Eppure, non ditelo a nessuno ma io  una mezza cipolla all' alluce mi è parsa di vederla. Beh alla sua età, galoppare tutto il giorno sugli zoccoli...
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martedì 24 febbraio 2015

Confettura banana e rum e...il virus africano


Tre considerazioni in un post.

Se siete nati negli anni '70, anche voi, son sicura, avete tolto le estremità della banana per non rimanere immobilizzati dal virus africano che si annidava sulle punte. 
Intorno a questi anni, si sparse la voce che mangiare la banana per intero, poteva essere pericoloso. Si parlava di batteri nocivi accumulati, uova di insetti e germi alieni che ti paralizzano il sistema nervoso. Io avevo una decina di anni e, neanche a dirlo, questa notizia mi colpì molto. Così tanto che non ho mai più mangiato le punte alle banane. Quando oggi mi capita di vedere qualcuno che la sbuccia e il primo morso è spassionatamente dedicato ai primi 3 cm di punta, ho un sussulto al cuore. Per qualche secondo lo guardo in faccia per assicurarmi che la sua espressione non abbia una paresi.
Sembra che sia una mezza bufala o comunque una notizia partita con un fondo di verità e poi romanzata dal passa parola.
Oggi, con internet, se dicono che Albano è stato rapito, in poco tempo si viene a sapere se è una bufala o no. All'epoca invece c'era il pericolo che potesse trasformarsi e espandersi a livelli mondiali.

Proprio perché oggi è facile informarsi con un click, che non capisco come in tanti si ostinino a chiamare marmellata ogni cosa fatta con frutta e zucchero.
Io stessa, molto prima di aprire il blog, semplicemente ho cliccato su google "differenza tra marmellata e confettura" e non è un concetto difficile: la marmellata per una direttiva comunitaria dell'Unione Europea è solo ed esclusivamente di agrumi.
La confettura riguarda tutte le altre preparazioni: confettura di cachi, di fichi, di banane, di muschio dell'Amazzonia.
Dài, non è difficile.
Marmellata di arance, confettura di pomodori.
Marmellata di bergamotto, confettura di zucca.
Marmellata di pompelmo, confettura di melone.
Right?

Ultima considerazione: sono più una donna orientale che esotica ma la banana mi piace tanto. A parte il fatto che sia ricca di potassio, nelle preparazioni rende tutto più morbido e profumato. Muffins alla banana, pancakes alla banana, torte alla banana e da oggi, anche la confettura alla banana.
Togliete le punte però, che vi si paralizzano gli ospiti.
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venerdì 20 febbraio 2015

Brioches semplici e...assistenza reflex



Nella mia libreria i libri sono ordinati secondo l'autore o la casa editrice. I props per le foto sono ordinati in mensole a seconda del materiale: vetro e vasetti con bicchieri, bricchi  e piatti con tazze, tovaglioli con nastri e decorazioni. In cucina le spezie sono divise per colore e uso. Nell'armadio, le giacche sono ordinate per spessore e calore.
Ordinatissima e maniacale la Signorina No.
In realtà sfogo tutto il disordine sulla tecnologia.
Tra i tasti del mio computer potete trovare semi di sesamo e prezzemolo essiccato.
In macchina c'è più o meno tutto quello che non dovrebbe esserci. Non posso fare la lista perché la ignoro anche io.
Posso mai avere una reflex linda?
Porto la fotocamera per la pulizia approfondita, il tipo la prende in mano, la esamina, inforca gli occhiali e esclama:
-"Beh, in effetti ha raccolto un po' di sabbia...fa foto al mare?"
-"Ehm, no, scatto spesso in casa a dir la verità."
-"Ah, strano, c'è una polvere molto spessa per essere semplice polvere."
Leva gli occhiali e inforca la lente oculare.
Faccia stralunata e perplessa.
-"Scusi ma lei la macchina la copre, la tiene al riparo? Qui c'è polvere..bianca! Ma cos'è?Sembra fari..."
-"Coca! E' coca, cocaina, sà, c'ho il vizietto..."
Vi assicuro che c'erano meno problemi a dire che sono una tossica che non una food blogger.
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mercoledì 18 febbraio 2015

Biscotti d'avena


Se pensate di avere davanti dei biscotti dietetici, scordatevelo.  I quasi 4 etti di avena potrebbero ingannare e far dimenticare che dietro i fiocchi si nascondono delle insane quantità di burro e zucchero.
L'avena ha tantissimi benefici, dà subito sazietà quindi è indicato per le diete dimagranti, è molto digeribile, è ricca di vitamine e sali minerali ed essendo ricca di fibre è ottima per il transito.
Il problema è che in questa ricetta la Moniqù, ha mescolato l'avena con grassi e zuccheri, distruggendo ogni genere di virtù.
Nessun problema: la soluzione è di convincersi che la dose che prevale è quella di avena.
Poi però, giusto come consiglio spassionato, una corsetta intorno al condominio fatevela che il burro c'ha sto viziaccio di attaccarsi alle cosce...
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sabato 14 febbraio 2015

Garlic Bread



 Garlic bread, pain à l'ail, pane all'aglio. 
Una specialità australiana dalla quale non se ne esce vivi. E' tanto deliziosa  quanto pericolosa per ovvie ragioni.
E la cioccolata è buona ma fa ingrassare, e i fritti son buoni ma fan male, e gli affettati alzano il colesterolo e i dolci fanno venire il diabete e l'aglio fa bene, è sano, ne puoi mangiare quanto vuoi ma devi rinunciare alla vita sociale.
Dico io, ma è mai possibile che ogni santa cosa stra-buona e stra-bella a questo mondo, deve essere consumata sempre con parsimonia e attenzione?
Eccheppalle.
Io sogno un pranzo fatto di ciambelle fritte nell'olio fritto, cozze al guazzetto in quantità da reggimento, salamini super piccanti, cioccolata a colate laviche e mandorle con pistacchi e pinoli a pioggia.
Ma soprattutto pane, pane, pane con burro, burro e aglio, aglio.
Tra l'altro scaccia vampiri, spiriti maligni e talvolta rompicojoni.
Vale la pena.
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mercoledì 11 febbraio 2015

Bugnes Lyonnaises


Ho temuto il peggio.

Io non faccio mai ricette di Natale per Natale, le uova pasquali per Pasqua o i cuori per San Valentino e tanto meno le frittelle per Carnevale. 

E' più forte di me: l'anticonformismo ereditato da mio padre è ben saldo nel mio carattere da Signorina No.
Inoltre non sono mai à la page, quindi ricordo di fare le frittelle sempre quando l'onda è passata. Ultimo deterrente: non ho cappa in cucina (oddio, forse non si può nemmeno chiamare cucina quella che ho), indi friggere è deleterio non solo per me ma per tutto il condominio.
Ho temuto il peggio quando mi son resa conto di aver comprato l'olio di semi per friggere perché avevo deciso di fare le frittelle proprio come una normale foodblogger farebbe in questo periodo. Sto invecchiando? La Signorina No si sta addolcendo e sta lasciando il posto ad una vecchina tutta sorrisi e frittelle da zuccherare?
Ho temuto il peggio anche quando in 40 minuti netti ho pesato, impastato, fritto e fotografato per avere anche io la mia ricetta di Carnevale sul blog.
Si chiamano Bugnes, vengono da Lione e sono dei bignet dolci, fritti che vengono preparati per il Martedì Grasso. Le origini sono antichissime e la loro forma è infiocchettata: vengono tagliati dei rombi, incisi al centro e rovesciato l'angolo all'interno del taglio. 
Sì, ho temuto il peggio ma mi son consolata quando ho pensato che vengono aromatizzate con fleur d'oranger oppure rhum. 
E a me non piace né l'uno né l'altro.
Pfiuu, stavo per perdere la faccia da Signorina No.
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giovedì 5 febbraio 2015

Granola alle mandorle


Son partita con il massimo della volontà: fare una ricetta presa dal bel libro What Katie Eat, che il mio socio in affari Luca, mi ha offerto durante uno dei nostri corsi di food photography (piccolo spazio pubblicità).
Eppure, anche con l'intenzione di seguire alla lettera la sua ricetta di granola, avevo voglia di correggerla, sistemarla, variarla fino a che mi son resa conto che tra la sua e la mia è rimasto solo un ingrediente in comune: Luca.
Intanto parliamo di granola: ma cos'è? Chi la vede pensa al muesli, ma tra i due c'è una differenza sostanziale.
Il muesli è l'insieme di cereali, frutta secca, semi e si usano a crudo per le colazioni con latte, yogurt e frutta fresca.
La granola è l'insieme di questi cereali e frutta secca, uniti in scaglie più o meno piccole, grazie al collante di miele, sciroppo o zucchero.
E' più croccante e golosa del muesli, la si usa nella stessa maniera ed è proposta in una infinità di varianti.
Io ho messo le mandorle come ingrediente padrone, ma ci ho provato anche con le noci pecan e i frutti esotici essiccati.
La ricetta che vi propongo è da leggere e cambiare a vostro piacimento: levate le mandorle, mettete le nocciole, aumentate l'avena, diminuite il riso soffiato, insomma tra la mia e la vostra deve rimanere solo un ingrediente in comune: Monique.
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