sabato 21 dicembre 2013
giovedì 19 dicembre 2013
Pain d'èpice classico e...il Natale
Ogni anno mi dimentico del Natale. E' che vivo nel mondo dei sogni e non riesco a captare i segnali dall'esterno. Ma non sono cattiva (è che mi disegnano così).
So tutte le date dei compleanni a memoria ma non sapendo in che giorno vivo, dimentico di fare gli auguri. Se andiamo nel dettaglio, ho difficoltà anche con le ore. Vivo senza orologio: se non devo lavorare o non ho appuntamenti, la mia giornata si divide in due ore: l'ora dove fa luce e quella dove fa buio.
Non potete capire quando mi cambiano l'ora solare e legale.
Sto in jet lag per diversi giorni.
Una data bastardissima è il Ferragosto, perché è isolata da tutto, non c'è niente che ti fa presupporre che tra poco sarà il 15 Agosto. Arriva all'improvviso proprio il giorno in cui hai deciso di chiamare l'idraulico per quel problemino in bagno.
Poi c'è il Natale. A novembre, alle prime avvisaglie di alberelli e stelline, penso "tanto ho tempo". Poi mi ritrovo il 23 Dicembre che mi sento dire "allora domani che fai?"
E cado dal pero.
Oppure decido che il 25 mattina vado a fare un po' di spesa e mi stupisco dei negozi chiusi:
-"Ma se è martedi! C'è sciopero? Bho."
Anche se il Natale, con tutte le lucine, le palline luccicanti, l'aria di festa mi piace, dall'altra non riesco ad entrare nel suo significato profondo. Ancora non ho capito perché ci si deve fare regali, o perché il giorno dopo ci son sempre i tortellini in brodo. Sgrunt.
Naturalmente dimentico anche la Pasqua, ma là sono giustificata: ogni anno mi cambiate la data! Come fa una povera svampita come me a star dietro a queste cose?
Le amiche mi dicono:
-"Ma non fai ricette per questo Natale?"
-"Ma perché, si festeggia anche quest'anno?"
-"Ma certo, cosa pensavi?"
-"Che ne so, magari si faceva ogni 4 anni. Come le olimpiadi."
E' un modo fine e subliminale per dire che ho dimenticato di fare regali.
Quest'anno mi è andata di lusso: mi sono ricordata di fotografare il pain d'èpice (qui è un must) e quindi proporlo come se mi fossi ricordata che è quasi Natale. Che furbacchiona eh.
Ve lo consiglio con il cuore, è un pane al miele e spezie che adoro: ha dei profumi intensi di inverno, di famiglia e di cuore caldo. Io lo accompagno con la panna montata. Provatelo: è perfetto per il vostro Carnevale.
Natale, Natale.
250 g farina
200 g miele
50 g farina di mandorle
50 g vergeoise brune
100 ml latte
1 uovo
50 g burro
1 bustina lievito per dolci
1 pizzico di bicarbonato
1 cucchiaino di spezie per pain d'epice
1 pizzico di sale
marmellata di albicocche
Decorazione (facoltativa)
panna da montare
cannella
Portare il forno a 170°. Unire la farina con lo zucchero vergeoise, il bicarbonato, il sale, il lievito, la farina di mandorle e le spezie e fare un buco al centro. In un pentolino, riscaldare il latte con il miele e il burro. Appena tocca l'ebollizione, rimuoverlo dal fuoco e versarlo al centro degli ingredienti secchi, mescolando delicatamente fino a che tutto sia ben amalgamato e un po' raffreddato. Battere l'uovo e unirlo a poco a poco. Versare la preparazione in una forma da plumcake di 20 cm e infornare per circa 40/50 min. Sarà sempre lo stecchino a far fede. Appena uscito dal forno, spennellare di marmellata e lasciarlo raffreddare completamente. Di solito si mangia il giorno dopo, quindi io l'ho fatto la sera e l'indomani l'ho decorato con la panna montata e spolverizzato di cannella.
! Per il mix di spezie di pain d'épice guardare QUI.
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martedì 17 dicembre 2013
Bretzels
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Laugenbrezel, pretzel, pretzl, breze, brezn, covrig, sembrano tutti nomi di ansiolitici e invece a me l'ansia me l'hanno fatta venire. I bretzels, e io li chiamerò così perché in Svizzera francese hanno questo nome, sono degli intrecci di pane dal colore e sapore caratteristico. Morbidi quasi gommosi dentro e profumati fuori si mangiano a tutte le ore del giorno, per pasteggiare, come aperitivo, come fine pasto. Insomma essendo della categoria del pane, ogni momento è quello giusto.
Appunto.
Io mi sono disintossicata qualche anno fa, perché prima di allora facevano parte della mia quotidianità: se non li compravo li facevo, anche se il risultato visuale non era lo stesso. Non tutti sanno che il bretzel viene sbollentato in soda caustica e poi cotto al forno. La soda caustica non è esattamente un prodotto da pasticceria e se non lo trovate nel reparto tra il lievito e lo zucchero semolato è solo perché siete nel posto sbagliato.
Si compra in farmacia.
Se ve lo danno.
Io ora ho il mio spacciatore che conosce le mie esigenze e mi fornisce robbabbona. Questa è stata la mia prima volta con la soda. Prima di allora ho sempre usato il bicarbonato, assolutamente reperibile, facile da usare, te lo puoi mettere anche come fard e stai tranquilla. Con la soda, invece ti trasformi nel piccolo (grande) chimico. Mi sono preparata psicologicamente per utilizzarla e finalmente ho avuto il risultato sperato. Eviterò di parlare dell'origine dei bretzel visto che ne è pieno il web. Vi parlerò della soda: usata al 3%, come nella ricetta, non è pericolosa ma il rischio è in agguato, specie quando un prodotto chimico è nella stessa stanza dove si mangia. Ha la stessa pericolosità dell'ammoniaca o di un acido, quindi va maneggiato con cautela.
E' chiaro che non va unita ad acqua calda, spalmata sulla pelle o bevuta, ma un accorgimento va anche per tessuti e soprattutto occhi.
Io l'ho provata in pasticche ma esiste in scaglie e in polvere. Magari, fate presente che vi serve per la cucina e non per sturare un lavandino. Essere più loquaci, a volte può salvare la vita!
La preparazione è facilissima, è la stessa dei dèlice (i panini con impasto bretzel) che trovate QUI.
Per 4 bretzels piccoli o 2 grandi
(ricetta base di Hinda)
250 g farina (o metà manitoba tagliata con metà 00)
4 g sale 1/2 cucchiaino di zucchero 75 ml acqua 75 ml latte 5 g lievito fresco (o 1 g di lievito secco) 15 g burro Per la cottura con bicarbonato 1/2 litro acqua 2 cucchiaini sale 50 g bicarbonato 1000 ml acqua 30 g Formare una palla, infarinarla e metterla a lievitare in una ciotola leggermente unta, coperta di pellicola e di una coperta, in un luogo tiepido per 1 ora e mezza. Sgonfiarla e schiacciarla con le dita per formare un rettangolo. Tagliare in 2 o 4 strisce e rullarle per formare i bretzels. Al centro devono essere bombati e i due lati devono essere di uguale misura. Il totale è poco più di 80 cm). In questo video dal minuto 01:00 potete vedere come formarli. Farli lievitare ancora una mezz'ora. *(bicarbonato) Far bollire l'acqua con il sale e il bicarbonato. Appena bolle, tuffare i bretzel con l'aiuto di una paletta, uno alla volta. Contare fino a 30, sgocciolarli e sistemarli sopra la teglia coperta da carta forno (attenzione che tendono a scivolare). Vi consiglio per le prime volte di fare la versione di 4 pezzi perché sono più piccoli e saranno più facili da tirar fuori con la paletta. *( NaCH) Far sciogliere le pasticche di soda caustica nell'acqua fredda in una bacinella di vetro. Usate i guanti per immergere i bretzel per qualche secondo (oppure se sono piccoli potete usare una paletta di ferro), sgocciolarli molto bene e adagiarli sulla teglia coperta da carta forno. Se non li sgocciolate bene, la soda brucia in cottura e si attacca al bretzel. Incidere a 45° con un coltellino molto affilato, la parte più grossa. I tagli devono essere abbastanza profondi per evitare le crepe, non abbiate paura e soprattutto nessuna esitazione (nella seconda foto, ho nascosto sapientemente con il nastro, un taglio indeciso). Il signore del video non ha fatto i tagli e siccome l'impasto ha bisogno di sfogare, gli si sono creati dei tagli ad cazzum (e a me no, gne gne gne). Cospargere di sale grosso e infornare a 200° per 20 minuti o fino a che non avranno il colore bruno tradizionale. L'impasto è facilissimo e anche il bagno in bicarbonato però dovete aspettarvi anche qualche sgorbio che io (sempre sapientemente) non ho fotografato. Visualmente, l'importante è di ottenere una crosta liscia, senza sbollature o crepette. Volevo ringraziare come sempre i Fables per i ritocchi ultimi, piccoli dettagli che hanno fatto la differenza. |
giovedì 12 dicembre 2013
Linzertorte e...chiodi di garofano
martedì 10 dicembre 2013
Cake al Gran Cereale
domenica 8 dicembre 2013
Patate al forno con timo
martedì 3 dicembre 2013
Peanuts butter
Il burro di arachidi, usatissimo in America e nella cucina africana, non è altro che la nocciolina che spremendola, frullandola, impastandola, lascia i suoi oli naturali e crea questa crema spalmabile. L'ho assaggiata da un vasetto confezionato tanti anni fa e non mi era proprio piaciuta. Ho scoperto in seguito che si può benissimo fare a casa con poca fatica.
Ci ho provato più per spirito di esperienza che per gola. Non l'avrei mai postata se il risultato non fosse stato ottimo. Sarà che ogni scarrafone è bello a mamma soja ma me la sono mangiata senza nessun rimorso. Così un cucchiaino qua, un cucchiaino là, ho capito che forse (forse eh) i conservanti rovinano diverse cose. Nei barattoli confezionati, è d'obbligo il conservante che altera i sapori che vengono equilibrati da altri aromi artificiali. Magari è proprio quello il gusto che cercano gli americani e forse mi sputeranno in un occhio dopo aver visto questo post, però secondo me, provare ne vale la pena perché stavolta sapete cosa c'è dentro.
160 g noccioline già sbucciate
1 cucchiaino miele
1 pizzico di fleur de sel
1 cucchiaio olio di semi
Tostare le noccioline in un tegamino senza condimento. Frullarle per 10 min, fino ad ottenere prima una polvere poi una pasta. Unire il miele, il sale e l'olio a filo, mentre sta frullando. Io credo di aver messo anche meno di un cucchiaio. L'olio serve solo a fluidificare la crema. Se si abbonda risulterà troppo liquida, quindi fate attenzione.
Porre nel vasetto e lasciar riposare in frigo la notte.
Si conserva un mese in frigo, una settimana a temperatura ambiente.
Per una crema "crunchy" come la mia, basterà aggiungere un po' di noccioline tritate grossolanamente al composto
domenica 1 dicembre 2013
Patatine alle spezie
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