lunedì 23 marzo 2015

Navette al latte e...la follle


In una cucina di 4 metri per 3, sopra la tavola di vetro smerigliato, si innalza una sedia. Sopra la sedia, la gamba sinistra di una donna con una tuta da jogging, piedi nudi, una felpa con cappuccio che copre interamente la testa e una sciarpa di lana. La gamba destra è poggiata sulla finestra che da sul tetto. 
Davanti a lei un cavalletto esteso alla massima lunghezza. Sopra al cavalletto una macchina fotografica e davanti ad essa, sopra la tavola di vetro smerigliato, una tavola di plastica da bambini  con sopra due scatole (una sopra l'altra, neanche a dirlo...) e ancora sopra, una tavola in legno.
Una sorta di matriochka che si sviluppa in altezza.
Sopra la tavola in legno giace un tovagliolo e un coltello. Ai lati ci sono 3 pannelli in tre materiali e grandezze diverse, sorretti dalle ante della finestra, in bilico tra la tavola di legno e i lampadari da soffitto dell'Ikea. 
La finestra è aperta e fuori c'è una bellissima giornata di neve svizzera con una simpatica temperatura glaciale.
La donna ha il naso rosso, geme per lo sforzo dei femorali posteriori e in un equilibrio da far invidia ad una circense cinese, imprecando in greco antico, scatta foto ad un panino al latte.
Sì perchè questa simpatica allieva Orfei, il panino lo vuole immortalato con una luce che solo lei sa quale.
Nel momento di massimo sforzo fisico e mentale, delle giovani voci si avvicinano alla porta di entrata. 
Cielo, mio figlio con gli amici!
I quattro si piantano davanti alla porta della cucina. Osservano la scena, le loro teste fumano nel tentativo di trovare una spiegazione plausibile a quello che vedono.
E' già tanto se non tirano fuori i cellulari per scattare foto a questo strano macaco.
Dieci secondi di misterioso silenzio. La donna spera che almeno uno su quattro, stia pensando qualcosa del tipo:
"Ah sì, è normale, fa le foto per il blog."
E invece il silenzio si fa albume montato a neve e qualcuno sente il bisogno di romperlo:
"Bonsoir Madame."
In tre guardano il figlio della circense con strane espressioni del viso. Si infilano in camera e attraverso la porta chiusa si sente un:
-"Qu'est ce qu'elle fou, ta mer??"* 
Seguìto da una risposta dall'aria rassegnata:
-"Elle est folle"
Dono della sintesi maschile.



*Trad: che diavolo fa tua madre?




Per 4 navette da 240 g  o 8 da 120 g

500 g farina 00
300 g acqua
100 g latte t.a.
4 g lievito disidratato
5 g sale
10 g zucchero
60 g burro t.a.



Per l'autolisi
In una ciotola capiente, mescolare la farina con l'acqua tiepida fino a formare una palla (sarà ruvida, è normale). Coprire a campana e lasciar riposare a temperatura ambiente da 30 min a 5 ore a seconda del vostro tempo. Io l'ho lasciata riposare 2 ore.



Per l'impasto
Fare a pezzetti l'impasto e sempre nella ciotola, unire lo zucchero, il sale e  il latte, anche tutto insieme. Unire anche il lievito. Con le mani lavorare bene in modo da formare un composto appiccicoso, mollo, simile al fango. A quel punto io mi servo della planetaria ma ho fatto 2 prove a mano: è faticoso, lungo ma possibile.
Aggiungere il burro morbido, a temperatura ambiente e continuare a lavorare fino a ottenere un impasto omogeneo anche se appiccicoso. Se lavorate con la macchina, l'impasto deve arrotolarsi al gancio ma non si staccherà completamente dalle pareti. Non continuare a lavorarla perché si rischia la rottura della maglia glutinica.
Trasferitelo in una ciotola, coprite a campana e lasciar lievitare fino al raddoppio. Infarinare il piano di lavoro e lavorare l'impasto per sgonfiarlo. Unire tanta farina quanta ne sarà necessaria per lavorarla visto che l'impasto è appiccicoso ma non esagerare, la quantità di farina deve essere minima. Fare una palla e dividerla in 4 o 8 pezzi. Fare delle pieghe semplici, pirlare ogni pezzo e allungarla facendola rotolare per formare delle navette (potete, chiaramente, anche lasciare i pezzi a forma di pallina. Disporre su carta forno ben distanziate, coprire con un panno e lasciar lievitare fino al raddoppio. Spennellare con un uovo e un po' di latte, cospargete di semi se volete, praticare delle incisioni (le mie sono fatte con la forbice) e infornare a 180° per 15/20 minuti o fino a doratura. Controllare la cottura battendo il dorso di un cucchiaino nel fondo delle navette, il suono deve risultare come se l'interno fosse vuoto. Lasciar raffreddare completamente. Dentro un sacchetto per alimenti, si conservano per diversi giorni.


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15 commenti

  1. Ecco perchè io faccio le foto in assoluta solitudine, quando sono sicura che in casa non ci sarà nessuno per un bel po' di tempo. Ma dobbiamo farcene una ragione, effettivamente siamo tutte un po' svitate. Durante un equilibrismo del genere sono caduta e mi sono rotta un dito, da allora ho limitato l'altezza.
    I paninetti comunque sono favolosi, sembrano delle nuvole e le foto meritavano l'equilibrismo. Sarei curiosa di sapere cosa hanno detto poi gli amici del figlio quando li hanno mangiati, secondo me si sono zittiti :-)))
    Per lievito disidratato immagino tu intenda il lievito di birra secco

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  2. ahahah scena da circo Orfei mitica ma da blogger solo tra noi ci capiamo! Questi panini sono fantastici delle vere nuvole di sofficità!
    buona settimana
    Alice

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  3. Mamma folle, io ti adoro, adoro te, la tua follia, le tue foto e più di tutto le tue ricette mai scontate, questi panini hanno un aspetto strepitoso. Tu e Paoletta siete state le primissime blogger con cui ho avuto a che fare, prima nn sapevo manco cosa fosse un blog! Vi seguo assiduamente,e se vi capita qualcosa di spiacevole, anche se sembra assurdo perchè di fatto nn ci conosciamo, mi dispiace per voi . Mi sono intristita da morire quando hai chiuso la tua boutique e quando quella simpatica donna nn ti ha ridato la tua cassa mi sono venuti i nervi così come mi si è riempito il cuore di gioia quando ho letto il post della cena con tuo figlio o quando ho letto quello sulla tua infanzia a Firenze.... eh niente volevo solo dirtelo. Un abbraccio!

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  4. ne valeva la pena, luce e foto stupende e panini da provare assolutamente.

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  5. Ahaha! Mi ricorda una scena di un'estate, quando una cosa simile era capitata a me col vicino di casa, mentre fotografavo 'l'uvamisù' per il blog, sul terrazzino :D Troppo forte.. mi ti immagino!! Ma che mamma folle.. mamma artista!! :D Navette da lode <3

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  6. La cosa più bella e strabiliante di queste pagine è che non ti annoiano mai: foto, ricette e contenuti sono sempre una bellissima scoperta e fonte di ispirazione.
    Follia sarebbe non innamorarsi di questo posto...
    Màdame

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  7. Ahahahaah! Solo chi ha un foodblog (e familiari annessi) può capire...cosa non si fa per amore di questa passione! Eheheeh! Hai tutto il nostro appoggio! :-) Complimenti per le splendide barchette!!!!

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  8. Ah ah ah ^^ la gioia di avere un maschio ;-)

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  9. Quando faccio le foto assurde in terrazzo, in pigiama e con il piumino, penso sempre di mettere una maschera dei bambini, tipo quella di spider man. Poi penso che potrebbe anche essere peggio e che gli abitanti delle case di fronte potrebbero chiamare la polizia. Quindi meglio far vedere la mia faccia sbattuta sperando sempre che non mi riconoscano poi in giro. Ma mi devo rassegnare, sono pazza. E di questo, tra l'altro, tu sei largamente responsabile.
    Della tua ricetta e delle tue foto invece che dire? Strepitose.
    Tu i lievitati li domini Monique, e loro ti portano un gran rispetto.

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    1. ahahahahha!! potrebbe essere un'idea Annalisa! Grazie per tutto, ti abbraccio per ora solo virtualmente (preparati ehh!)

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  10. Queste navette sembrano soffici come nuvole ^_^

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  11. E del silenzio che si fa albume montato a neve ne vogliamo parlare? Sei strepitosa Monique, ti adoro. Ma questo mi sa che te l'ho già detto neh ;)
    Baci baci.

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  12. Bellissime le tue navette, morbide... da spalmare con un velo di buon burro e marmellata! Proverò a rifarle per provarne la bontà! Complimenti per le foto!

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  13. Sopra la sedia, la gamba sinistra di una donna con una tuta da jogging, piedi nudi, una felpa con cappuccio che copre interamente la testa e una sciarpa di lana
    Agen Bola

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APPREZZO consigli, critiche, opinioni, domande, nuove amicizie e semplici saluti.
Visto che non guadagno a commento, sarei molto più felice averne pochi e sinceri che tanti ma ad cazzum.

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