venerdì 28 novembre 2014

Baci di meringa alle castagne e Baileys


La Signorina No ama le castagne. 
La farina di castagne, le castagne cotte, abbrustolite, lesse, crude, a purea, a confettura e per contorno.
Reduce da un mezzo milione di crème brulée dove occorrono solo i tuorli, mi sono ritrovata qualche albume da smaltire e poca voglia di mettermi a pasticciare.
Qual è la cosa più veloce e semplice da fare con gli albumi?
Meringhe.
E un modo un po' originale per presentarle?
I baci.
E cosa ci mettiamo dentro che non sia troppo dolce?
Castagne.
Siamo o non siamo delle alcolizzate?
Sì, mettiamoci anche il Baileys che adorolo.
Come sono venuti questi baci con castagne e Baileys?
La meringa è in assoluto la cosa più vicina al glucosio puro. Ma con la castagna l'amore è assoluto perché quest'ultima , nonostante il gusto dolce nasconde una nota amara che lega perfettamente con la zuccherosa nuvola bianca. 
Un piccolo Mont-Blanc in bocca con le note irlandesi della vellutata crema di whiskey.








Circa 10 baci

2 albumi
120 g zucchero a velo

250 g castagne fresche
1 cucchiaio zucchero a velo
1 cucchiaio Baileys



Incidere le castagne e cuocerle per 20 minuti. Pelarle con un paio di guanti da alimenti (scottano!) e sbollentarle ancora per 10 minuti, fino a che saranno morbide. Ancora bollenti, passarle allo schiacciapatate. Raccogliere la purea in una ciotola, unire lo zucchero (solo un cucchiaio o ometterlo del tutto: le meringhe sono abbondantemente dolci e il Baileys gli da man forte), unire il Baileys e mescolare bene. Conservare in frigo.
Accendere il forno a 70/80°.
Montare gli albumi a temperatura ambiente. Appena diventeranno bianchi, far cadere a pioggia lo zucchero a velo, continuando a montare. Si deve ottenere un composto brillante e molto sodo. Capovolgendo la ciotola, devono vincere la forza di gravità.
Per le meringhe io stavolta ho usato una bocchetta liscia da 8mm, ma potete benissimo usare quella che più vi piace.
Con la sac à poche create delle cacchin...ehm...delle meringhette e infornate per almeno 1 ora e mezza.
Io uso sempre il foglio in silicone ma va benissimo la carta da forno.
La temperatura e il tempo sono relativi: dipende dalla potenza del vostro forno (tenetelo comunque basso, le meringhe non  devono cuocere ma solo asciugare) e regolatevi con il colore (devono essere asciutte e il bianco più opaco) e al tatto devono risultare asciutte e staccarsi con facilità dalla teglia.
Una volta asciutte, unitele a due a due con la purea di marroni, usando la sac à poche o un cucchiaino.











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mercoledì 26 novembre 2014

Crème brûlée alla vaniglia Bourbon






Ci sono riuscita: dopo 3 anni di blog, pubblico la mia prima crème  brûlée(pron:crem briulè). E con questa, la più classica, inizio la saga delle crème brûlée (sì, ce ne saranno altre ancora, quindi come dicono i ggiovani, stei tiun).
Premessona: che differenza c'è tra la francese e la crema catalana? Dettagli nella preparazione e una cottura diversa. Al forno per la francese, a bagnomaria la catalana.
Non mi fate la crème brûlée cotta a bagnomaria perché potrei incattivirmi.
Panna o latte? Risultato visivo identico, gustativo diverso: con il latte risulta più leggera.
Cannello o grill? Assolutamente, per tutta la vita, il cannello.
Ogni volta che fate una crème al grill, un francese muore.
Per favore, se non lo fate per la freternité, almeno fatelo per la liberté.
La classica delle classiche è la crème brûlée con la vaniglia, in particolare quella di Bourbon della splendida isola di Réunion.
Per riconoscere il buono stato di salute della bacca, basterà attorcigliarla al dito. Se lo fa con facilità, come un caucciù, è ottima.

E anche oggi, il mio sporco lavoro l'ho fatto.
Iniziamo?

Per 4 cocotte di 11 cm di diametro e alte 2

500 ml panna
90 g zucchero semolato
5 tuorli
1 bacca di vaniglia
zucchero semolato o di canna per la croûte




Scaldare il forno a 100°.
Incidete la bacca in due e prelevate i semi.
Versate la panna in una casseruola e fatela scaldare dolcemente con i semi e la bacca.
Non portare ad ebollizione, togliere dal fuoco e togliere con un colino, o una schiumarola, la panna formata in superficie.
Lasciare in infusione 5 minuti. Nel frattempo, battere i tuorli con lo zucchero fino a che non saranno spumosi e bianchi.
Travasare i tuorli in un bricco. Togliere la bacca dalla panna e versarla a filo nei tuorli battuti, facendo molta attenzione a non creare schiuma.
Mescolare e versare nelle cocottes, disposte su una placca da forno.
Infornare per circa 1 ora. La crema deve risultare ancora morbida al centro. Far raffreddare un po' e mettere in frigo fino al raffreddamento totale. 
Al momento di servire, cospargere la superficie di zucchero semolato fine, e caramellare 
con il cannello, partendo dai bordi.
Far raffreddare uno o due minuti e servire.
E' d'obbligo "bussare" sulla crosta e spezzarla con un colpo secco di cucchiaino. Divina.






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lunedì 24 novembre 2014

Chouquettes classiques e...cielo grigio perla


-"Buonasera Carlo, come va? Ho prenotato per tre alle 16:30, siamo un po' in anticipo..."
-"Buonasera Signor Thur, che piacere! Signora, lieto di rivederla. E chi è questo piccolo uomo? Ma come siamo cresciuti! Venite, vi faccio strada."
Il Signor Carlo passa davanti al banco delle prenotazioni, sorride alla signora Thur, fa l'occhiolino al bimbo e li guida verso il tavolo.
Il salone per metà vuoto ospita pochi tavoli apparecchiati con servizi e tovaglie dal gusto delicato e chic. Lampadari minimal in stile primi del 2000 pendono da soffitti color perla. Le pareti a oleogramma ritraggono paesaggi di montagna ancora inesplorati e  il pavimento trasparente, un classico del decennio precedente, ospita pesci tropicali enormi.
Ai signori Thur piace quel posto molto retrò, amano fare un tuffo nel passato e godere di un servizio con esseri umani al posto dei Rob.
Il Signor Carlo sposta delicatamente la sedia alla signora, fa il giro di destra e con un inchino accennato esclama:
-"Voilà signori, potete cominciare  a ordinare quando volete, il numero di codice è 496. Buona merenda."
I coniugi Thur tirano fuori il loro Nat, lo accendono e si immergono nel mini schermo per scorrere il menù del locale e ordinare un buon dessert.
Jess invece resta qualche minuto in silenzio, fissando gli enormi pesci colorati sotto ai suoi piedi di bimbo. Sul web aveva letto che un tempo questi pesci erano piccoli e vivevano  nell'Oceano Indiano e che solo da una cinquantina d'anni erano diventati animali da acquario, che avevano triplicato la loro dimensione e che i loro colori erano personalizzabili dalla nascita. Il locale li aveva comprati color perla. 
In pendant con il soffitto.
-"Mamma, perché non ci sono più pesci nell'Oceano Indiano?
-" Amore, sto scegliendo il menù. Informati su Wiky, vedrai che ci sono tutte le risposte che cerchi" disse la signora senza staccare gli occhi dal Nat.
-"Io prendo un cannolo - dice il signor Thur -  sembra che sia un antico dolce del sud Italia. Hai già ordinato qualcosa anche per il bimbo?"
-"Per chi? Ah, no, non ancora. Amore - chiede la madre al figlio- cosa vorresti mangiare? Le vuoi le chouquettes, che ti piacciono tanto?"
-"Mamma, perché le chouquettes sono vuote dentro?"
-"Jess, quante volte te lo devo dire? Guarda sul tuo Nat e digita chouquettes. Wiky ti può dare tutte le risposte che cerchi."
I coniugi Thur ordinano la merenda tramite Nat, nel giro di 4 minuti dal centro della tavola sale una campana con all'interno i dessert scelti. Le bevande saranno portate al tavolo tramite il nastro trasportatore color perla. Il Signor Thur clicca l'invio di una bicchiere di acqua al caramello per Jess, poi si rituffa dentro lo schermo come la moglie.
Lui inizia il briefing dell'ufficio, lei attiva la lampada abbronzante Tan-App, chiude gli occhi e tiene il Nat a all'altezza del viso.
Jess fissa lo schermo del suo Nat nuovo. 
Potrebbe accendere e spegnere le luci di casa con un click, potrebbe giocare a palla virtuale con gli amici. Amici che non ha mai visto in faccia. 
Potrebbe comprarsi con la sua carta, un cucciolo di leone e nutrirlo, curalo e educarlo.
"Ora hai il tuo Nat anche tu amore - le diceva la mamma - smetti di fare le domande a me e tuo padre e cerca sul web la risposta."
Ma Jess non vuole risposte, vorrebbe uno sguardo presente. Oppure parlare per più di 1 minuto con qualcuno senza che poi questo qualcuno si rituffi tra i cristalli del Nat. 
E' solo. 
Con un cielo perla, una terra di pesci giganti, delle pareti sensibili e in arrivo un piattino di chouquettes e non sa nemmeno perché son vuote dentro.  
Più in là in un altro tavolo, 4 uomini in cravatta guardano ciascuno il proprio piccolo schermo tra le mani. Nel tavolo dietro, una giovane coppia: lei si scatta foto per poi inviarle al mondo e lui gioca a biliardo tramite Nat.
Il tavolo di fronte è piccolo ed è occupato da una sola persona. Una donna che mangia, guardando ogni forchettata come fosse magica. Accanto, sopra il tavolo, tiene una scatoletta nera. La prende, ci guarda dentro, tocca con le dita esili qualche pulsante e preme.
Click, sente Jess. 
E poi ancora click,click,click.
-"Mamma!"
La madre sta mangiando con la destra e facendo passeggiare il cane tramite la DogApp con la sinistra.
-"Mamma!! - insiste il piccolo indicando la ragazza - cosa sta facendo quella signora?"
La madre non si volta, resta incollata sul device.
-"Jess - risponde la madre con voce annoiata- falle una foto e invia l'immagine sul web. Vedrai che trovi quello che cerchi."
La donna del tavolo singolo  finisce di mangiare, paga tramite Nat e si alza. Va verso la grande terrazza, guarda qualche secondo il panorama, guarda dentro la scatola nera e preme il pulsante.
Il bambino la osserva rapito. Abbassa lo sguardo sulle sue chouquettes, ne prende una con le dita e la apre a metà.
E' vuota, una cavità assolutamente vuota e asciutta.
-"Papà, ma perché le chouquettes sono vuote?"
Nessuna risposta, un silenzio vuoto e asciutto.
Jess con un balzo scende dalla sedia, rincorre qualche pesce e esce nella terrazza.
Guarda la ragazza da dietro una colonna, si avvicina e si fa uscire dalla bocca un turbinio di domande:
-"Che cosa stai facendo? Cosa fai con quella scatola? A cosa serve?"
-"Ciao! Ti piace? Si chiama Reflex ed è una vecchia macchina fotografica, cioè serve a fare fotografie, come il tuo Nat. E' un po' più difficile ma i risultati sono bellissimi!"
La donna si porta la macchina all'occhio, ruota qualche rotella e click, click!
-"Io non l'ho mai vista..."
-"Bhé, non è più in vendita ormai da tanto tempo, purtroppo. Ma è una storia lunga, potresti conoscerla dal tuo Nat..."
-"Oh no, ti prego, raccontamela tu!" piagnucola il bimbo.
-"Questa macchina l'ho ricevuta in eredità da mia nonna ed era della sua mamma.
C'è stato un periodo tanto tempo fa, nel quale molte persone si appassionarono di cucina. Creavano i loro diari sul web, preparavano le ricette, le fotografavano per poi condividerle, come faceva la mia bisnonna. Questa passione però in una decina di anni prese una piega piuttosto pericolosa.
Le foodblogger, così venivano chiamate, iniziarono dapprima ad acquistare libri e utensili per cucina, poi reflex, obiettivi e attrezzatura di ogni genere. La loro cucina a poco a poco si trasformò in studio fotografico, le camerette dei loro bimbi in depositi per props.
Non esisteva più un pasto caldo e normale per la famiglia. Prima si dovevano fare le foto e poi, solo dopo aver verificato la riuscita dello scatto, i familiari potevano mangiare.
Molte di loro, per gli acquisti legati al blog, iniziarono a sacrificare i beni primari per la famiglia. 
Altre viaggiavano di continuo, invitate a eventi e manifestazioni culinarie, tralasciando casa e lavoro.
Tra loro iniziò una guerra fredda all'ultimo piatto. A suon di scatti di sfidavano in preparazioni e foto. Con l'andar del tempo molte persero la dignità, molte altre si incattivirono, altre ancora facevano carte false per poter emergere nella blogosfera.
Vennero fuori milioni di corsi per imparare a far le foto e milioni di corsi per diventare chef di cucina.
Le aziende di prodotti alimentari intuirono un guadagno facile, velocissimo e come avvoltoi si buttarono a capofitto, proponendo collaborazioni e scambi di visibilità.
I giri di affari e le conseguenti speculazioni arrivarono a livelli esagerati.
Internet si riempì di bruttissime immagini di torte accartocciate, involtini tristissimi con puré liquidi e calamarate scotte in foto sfocate.
Ristoratori e chef di cucina chiesero e ottennero il divieto di scatto. La polizia statale invece ebbe il permesso di cancellare da tutti i siti le foto che superavano il limite di decenza. Con questo, molte persone abbandonarono le loro macchine, in futuro nessuno le comprò più, nemmeno i fotografi veri che come gli altri, avevano subìto il divieto. La passione non venne più coltivata, si perse a vantaggio di Nat sempre più intelligenti, leggeri e intuitivi e le reflex finirono tra i rifiuti.
Quanto è assurdo tutto questo! Quanto avrebbero potuto imparare l'una dall'altra, condividere una passione, migliorarsi nella cucina e nella fotografia senza stupide competizioni e ipocrisie. E' stupido ma ci penso e ci ripenso..."
-"Sì, è stupido." esordisce Jess.
-"Prego?" dice la donna come se si accorgesse ora del bambino.
-"Ho detto che è stupido il fatto che tu sia ancora là a pensarci." 
Il bambino si mette a sedere sul muretto. La guarda e con gli occhi le fa cenno di mettersi a sedere accanto a sé. 
"Non mi interessano le guerre che vi fate voi grandi, le trovo infantili. Piuttosto, parliamo di cose serie: perché le chouquettes sono vuote?"



Per circa 24 chouquettes


100 ml acqua    
25 ml latte
50 g burro         
1 presa di sale
2 cucchiai zucchero    
75 g farina 
2 uova    
granella di zucchero




Tagliate a pezzetti il burro e portatelo ad ebollizione con l'acqua, il sale, lo zucchero e il latte. Appena bolle, togliete dal fuoco e unite tutta in una volta la farina setacciata. Mescolate bene con una spatola rigida fino a rendere omogeneo il composto. Rimettere sul fuoco per un paio di minuti girando continuamente in modo da farla asciugare. A questo punto, fate raffreddare completamente la palla formata, in una ciotola. 
Battere brevemente le uova e aggiungerle all'impasto poco alla volta, mescolando bene e aspettando che la prima parte sia stata assorbita prima di versare l'altra. E' possibile che ne avanzi un paio di cucchiai, regolarsi in base alla pasta: non deve assolutamente essere liquida ma  si deve ottenere un impasto a nastro spezzato ovvero, facendo cadere la pasta dal cucchiaio di deve formare un nastro che si spezza. 
Riscaldate il forno a 180°. Imburrate bene la teglia da forno Mettete il composto nella sac à poche con un beccuccio liscio di 1,2 cm oppure stellato e  formare dei mucchietti, distanti qualche cm tra loro. Spennellate con molta delicatezza con quel poco di uovo battuto rimasto, schiacciando anche il becco che si è formato e cospargete di granella di zucchero. Infornate per 15 min o fino a doratura. Lasciate socchiuso il forno per circa 15 min per farli raffreddare gradualmente. 
L'interno deve risultare vuoto e asciutto.
Si possono mangiare semplicemente così oppure farciti di chantilly, pasticcera o ganache.
Le chouquettes (come le altre preparazioni a pase di pate a choux), sono formate da una buona dose di liquidi (acqua e parte delle uova) che in forno tenderanno a evaporare ma trovando la barriera dei grassi nell'involucro (uova e burro), il vapore spingerà verso l'alto l'impasto per poter uscire. Per questo le chouquettes sono vuote dentro...

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venerdì 7 novembre 2014

Damiers e...denuncia per tuffo



-"Prego, si accomodi".
La giovane donna si siede accavallando le gambe, le mani in grembo, una borsa enorme resta ai suoi piedi.
-"Sono qui per una denuncia."
-"Mi dica, di cosa si tratta?."
-" Ho subito un tuffo."
-" Mh, è già il terzo stamattina e son solo le 10. Un attimo, chiamo l'appuntato. Caputooo, vieni a prendere questa denuncia, la signorina ha subìto un tuffo."
Un ragazzone di circa 30 anni si affaccia alla porta della stanza del maresciallo.
-"Eccomi mariscià."
-"Signorina, dii pure le sue generalità all'appuntato e mi racconti come è successo."
La signorina inghiottisce, si schiarisce la voce e racconta:
-"In pratica stamattina ero dentro al negozio per articoli di casa, tranquillissima stavo SOLO guardando. Ho notato dietro una decina di bicchieri decorati, un tegamino tipo bronzo, sa, quelli un po' vintage, tanto carucci."
Il maresciallo annuisce, come se avesse ben presente non solo la scena e il tegamino ma anche la fine del racconto.
-" Sa com'è, succede spesso, Eccellenza."
-"Maresciallo, va benissimo se mi chiama maresciallo."
-"Sì, scusi, sono agitata. Insomma, che vuole, noi donne subiamo certi fascini  ma ho tirato dritto, ho fatto finta di nulla quando improvvisamente sento delle vocine che provengono dalla mia borsa. Guardo incuriosita e vedo che il tegamino  si è tuffato dentro, così, senza che io me ne accorgessi."
-"Capisco. Caputo hai scritto?"
-"Signor sì."
-"Dica signorina, e' stata altre volte in questo negozio?"
-"Bhe sì, Santità."
-"Sono maresciallo" - ripete un po' scocciato -"Mi dica, lei possiede a casa piatti, tazzine e posate in parure o tutte diverse tra loro?"
-"Ma per chi mi ha preso? Sono una persona seria io! Le ho tutte diverse, tutte! Dalla prima all'ultima."
-"Mh, sì, immaginavo" -sospira l'uomo -" Purtroppo riceviamo tante denunce per tuffi di piatti, posate, libri di cucina, riviste. Ultimamente poi stanno aumentando quelle di cannucce, oggetti di antiquariato e tovaglioli. Per non parlare dello stampo da chiffon cake. E le vittime sono tutte persone con le sue stesse caratteristiche."
La donna si copre il volto con le mani e inizia a singhiozzare.
-"Sua Eminenza sono disperata, io ero là solo per guardare, mi crede? Una volta che è caduto nella borsa io l'ho dovuto comprare, l'ho dovuto portare a casa...capisce??"
-"Sono maresciallo! Io. Sono. Maresciallo. Via signorina sù, non faccia così, non è né la prima, né l'ultima purtroppo."
-"Si, ma cosa dirò a mio marito che mi vedrà tornare con l'ennesimo tegamino vintage?"
Il maresciallo si alza, fa il giro della scrivania, si avvicina alla donna in lacrime e le mette una mano sulla spalla.
-"Signorì, le stiamo compilando la denuncia, basta una firma qui e potrà tornare a casa da suo marito. Vedrà, capirà che è stato un incidente."
La donna sospira e si soffia il naso.
-" Grazie Maresciallo, grazie, un sant'uomo lei."
-"Ecco, da Papa a Santo in 2 minuti."
-"Come ?"
-"No ehm, dicevo che non si deve preoccupare, vadi tranquilla. Caputo accompagni la signorina!"
I due spariscono dietro la porta. Dopo pochi attimi Caputo torna nella stanza. Va dritto verso il suo superiore, appoggia le mani sulla scrivania e domanda:
-"Mariscià, ma me spiega 'na cosa? Ma chi minchia è sta denuncia di tuffo ca stamu facennu da nannu a sta patti??"
-"Caputo sei giovane, non capisci. Queste son donne pericolose. Entrano nei negozi, fanno manbassa di oggettistica e poi non sanno come tornare a casa dai mariti. Ci vogliono far credere che le cose finiscono in borsa da sole, fanno un tuffo e si infilano nei carrelli e che loro son solo vittime. Son tante, sono determinate, si son sparse la voce, fanno una denuncia per scaricarsi dalle colpe e dopo una settimana lo rifanno. E vogliono prenne pe' ì culo annoi.
Tzè, foodbloggers..."



Per un tot di biscotti (non ricordo quanti, scusate!)

125 g burro morbido
110 g zucchero semolato
1 uovo
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
250 g farina comune
2 cucchiai cioccolato amaro in polvere
2 cucchiaini di latte
1 albume

Battere lo zucchero con il burro, l'uovo e l'estratto di vaniglia. incorporare in due volte, la farina. Formare una palla, dividerla in due parti. In una, unire il cacao in polvere lavorando bene fino ad ottenere un colore omogeneo. Se necessario aggiungere 1 cucchiaino di latte. Stendere la pasta al cacao in un rettangolo di circa 20/21 x 13/14 cm, in modo che abbia circa 0,9/1 cm di spessore. Fate la stessa con l'impasto chiaro.
Spennellate di poco albume lo strato al cacao e adagiate sopra quello chiaro. Premete e lasciate in frigo per 10 minuti. Tagliate il rettangolo fatto di 2 strati a metà, spennellatene uno e adagiare sopra l'altro. Lasciate in frigo 10 minuti. Tagliare a fette di circa 0,9/1 cm e impilarne 3 (alternando i quadri chiari con quelli scuri), spennellando le due parti con l'albume. Lasciare in frigo avvolti da pellicola. Scaldare il forno a 180°. Tagliare i quadrati dal parallelepipedo formato, sistemarli sulla teglia coperta da carta forno e cuocere fino a lieve doratura. Far raffreddare su gratella.










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martedì 4 novembre 2014

Biscotti alla crusca



Facendo un rapido calcolo mentale negli ultimi tempi sono aumentate le vendite di:
  • stampi per chiffon cakes
  • pacchetti di cannucce colorate
  • passini per zucchero a velo
  • bottigliette in vetro per il latte
  • libri di cucina
  • abbonamenti e riviste di cucina
  • attrezzatura per cucina
  • fotocamere reflex
  • obiettivi 50mm
  • cavalletti a go-go.
I mercatini vintage hanno avuto impennate che non si sanno spiegare.
Nei Brico Center sono significativi i dati sulle vendite di tavole di legno singole e di molteplici colori in acrilico.
Aumentano a dismisura gli acquisti di sac à poches, stampi in silicone, pirottini di ogni genere colore e misura.
Aumentano gli eventi di food, manifestazioni, show cooking dove gira una micro economia ragguardevole.
Aumenta la domanda di prodotti stranieri, thé giapponesi, frutti esotici, fave e cereali antichi.
Il consumo di farina ha avuto un picco notevole.
La vendita di planetarie non ha mai visto un successo così esagerato.
L'economia italiana affonda, c'è crisi, nessuno va più in vacanza, nessuno va più a cena fuori.
Molte persone hanno un po' il dente avvelenato con la categoria foodbloggers ma temo che la verità, numeri alla mano, sia che siamo noi a far girare l'economia.
Meriteremmo un po' più di rispetto!
Dedico quindi questa ricetta a tutte quelle persone che tanto detestano questo enorme gruppo di appassionate.
Gli dedico dei biscotti alla crusca, ricordandogli i benefici lassativi di questo alimento.


Per  22 biscotti

150 g farina comune
60 g crusca
60 g fiocchi d'avena
1/2 cucchiaino bicarbonato
110 g zucchero
60 g burro freddo
1 uovo freddo


Mescolare la farina con la crusca, l'avena, lo zucchero e il bicarbonato. Aggiungere il burro a cubetti freddissimo e lavorare con le mani fredde fino a ottenere un composto sabbiato. Aggiungere l'uovo, anch'esso appena tirato fuori dal frigo e lavorare per formare una palla omogenea. Solo se avete difficoltà, aggiungere un cucchiaio di acqua fredda, ma se le vostre mani, il burro e l'uovo saranno freddi, non dovreste avere problemi.
Coprire con pellicola e conservare in frigo, il tempo che il forno arrivi a temperatura 180°.
A quel punto potete decidere se spianare l'impasto e tagliarne dei biscotti o come me metterne un po' nel fondo di un pirottino di silicone (diametro del fondo cm 6).
Infornare per circa 10/15 minuti. Devono risultare dorati ma non troppo, altrimenti una volta raffreddati saranno troppo duri.
Fate raffreddare su gratella.



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