Ce l'ho fatta: sono sull'ultimo treno del ritorno, quello che mi porta a casa dopo aver fatto due giorni di scale mobili guaste, metropolitane ricolme delle più variegate etnie, le spalle spaccate dal peso dell'attrezzatura fotografica e i dolori muscolari alle cosce per gli affondi fatti ogni santa volta che mi cadeva qualcosa per terra. Due giorni (e sono i primi di una lunga stagione), tra Milano e Torino, due città che si muovono a ritmi quasi insostenibili per la mia età e per i chili di materiale che mi porto appresso. Due giorni di freddo intenso che manco in Russia, dove con una mano trascino valigie, cavalletti e reflex e con l'altra cerco di coprirmi la gola con la sciarpa anche se devo mollare la presa ogni 10 minuti, perché mi squilla il cellulare e ho i guanti di pelle di mia nonna che non sono adatti al touch-screen. Quindi mi devo fermare, togliermi i guanti, rispondere al cellulare che non suona mai quando sono seduta e comoda, no! Suona quando sono con il piede che sta facendo l'ultimo gradino delle scale mobili e ho dietro la fila di milanesi esagitati che mi trascinano dentro una metro che non devo prendere.
Tiro giu qualche santo, fino a che non arrivo nel luogo dove si svolge il corso, che raggiungo solo dopo aver fatto 4 piani rigorosamente a piedi e rendermi conto che tra tutti gli acciacchi della vecchiaia, almeno quello dell'incontinenza non mi appartiene visto che me la sto trattenendo dal confine svizzero italiano, anche con un certo orgoglio.
Dopo un bellissimo ma comunque estenuante corso, il giorno dopo arrivo alla stazione con un anticipo da applauso, così in anticipo che mi fermo pure a fare colazione, (in piedi, con l'attrezzatura in spalla, perché abbandonarla sia mai!) e scopro 3 minuti prima della partenza del mio treno per Torino che ho sbagliato stazione. L'incubo dei miei incubi. Con rocambolesche scenette, arrivo a destinazione, surgelata, scapigliata lievemente provata.
Ci sono state altre occasioni dove il percorso è stato duro e impervio ma ogni volta mi son detta: "Poteva andare peggio: poteva piovere!"
Sorpresa! Ha piovuto tutti e due i giorni, per 48 ore, per ogni minuto mandato in questa terra, per cui la mano libera con il guanto di nonna che teneva la sciarpa al collo, teneva anche l'ombrello che si apriva al contrario ad ogni angolo di strada e teneva anche il cellulare che mi serviva da navigatore e teneva anche il fazzoletto di carta per asciugare le lacrime, frutti di vento ghiacciato, sforzi e anche un po' di rabbia.
Ce l'ho fatta, sono sul treno che mi porta a casa, sono finalmente seduta, finalmente asciutta e al caldo.
Leggo un bel libro quando la persona seduta accanto al finestrino opposto al mio mi chiama:
"Scusa...tu sei Monique?"
"Si...."rispondo incerta.
"Io seguo il tuo blog: miel&ricotta!"
Cristina.
Cristina l'avevo incontrata esattamente un anno prima nello stesso treno di ritorno e la incontro nuovamente per caso, una coincidenza incredibile, stesso orario, stesso treno, stesso vagone...e stesso posto! Qualcosa che se lo racconti non ci crede nessuno.
Un po' per carattere, un po' per anticonformismo innato, son sempre andata avanti da sola forse perché credo nel detto "chi fa da sé fa per tre"o forse perché detesto le delusioni.
Solo in questo modo non sono mai dovuta scendere a compromessi.
Solo così, non mi sono mai dovuta vendere o cambiare per compiacere ad altri.
E questo è il consiglio che do alla giovane Cristina.
La vita è come questi due giorni: giorni di pioggia battente nei quali ti chiedi perché diavolo lo fai, giorni in cui ti va di mollare tutto perché non ti senti all'altezza.
La vita è perdere treni, sentirsi inadeguati con guanti non conformi a schermi tattili, sentirsi stanchi e delusi da persone che non sono esattamente quelle che pensavi o che ti fanno sgambetto nel momento in cui iniziano a temerti.
La vita è anche incontrare persone come te che con una frase o un gesto, ti fanno capire che stai facendo bene, che i risultati arrivano per merito tuo e fanno scomparire il dolore ai muscoli.
Anche perché non puo' piovere per sempre...(cit.)
Soprattutto NON nei prossimi week-end che ho i corsi, grazie.
Per 4 ciabatte
400 g farina 00 (io T55)
8 g sale
2 g lievito secco
300 g acqua
50 g circa olio d'oliva
Versare in un bicchiere 50ml di olio.
In una ciotola unire la farina con il lievito e il sale. Versare l'acqua a temperatura ambiente e impastare prima con un cucchiaio di legno e poi con un tarocco o con le mani fino ad ottenere un impasto appiccicoso ma omogeneo. Versare intorno all'impasto, una parte dell'olio, coprire a campana con un'altra ciotola e lasciare riposare per un'ora. Finito il tempo, ripiegare la pasta con 3/4 pieghe semplici e versare ancora una volta l'olio giro-giro. Coprire a campana e lasciare riposare un'altra ora. Ripetere l'operazione altre due volte (in tutto 4 ore).
Dividere l'impasto in 4, lavorare ogni pezzo brevemente e con l'aiuto di POCA farina sul piano di lavoro, formare dei filoncini. Sarà abbastanza appiccicoso.
Disporre distanziate su placca coperta di carta forno e cuocere a 180° fino a doratura.
Lasciar raffreddare completamente.
Delicious photos.... love bread ;)
RispondiEliminahttp://beautyfollower.blogspot.gr/
Che belle ne addenterei una farcita con mortadella !!! Gnam
RispondiEliminaConfesso di non aver letto post, ricetta, nulla, mi sono fermata sull'ultima foto per svariati minuti...poi son tornata su a leggere il post, beh era una cosa che andava decisamente raccontata :)
RispondiEliminaTorno a guardare l'ultima foto...
Ahahhah....devo dedicarti un post su quello che io definisco il "bonus scomodità"!! Per il resto hai trovato proprio le parole giuste: sia quelle scritte che quelle non scritte ma dette ugualmente. Ti voglio bene e tu, il tuo blog, le tue ricette, le tue foto, siete il mio raggio di sole!!
RispondiEliminaMad
La vita è anche leggerti in un piovoso pomeriggio come questo e bere le tue parole,perchè è quello di cui ho bisogno in questo momento.I tuoi consigli alla giovane Cristina servono anche alla vecchia Monica ^_^
RispondiEliminaUn viaggio che valeva un post, con il colpo di scena dell'incontro casuale. Quasi la trama di un racconto... Curiosa di sapere come seguiterà, il prossimo week end, sul prossimo treno.
RispondiEliminaV.
P.s. Bravissima, come sempre.
Bello aver fatto parte di un pezzo del tuo viaggio, meraviglioso seguirti ed imparare tante cose, tra sorrisi ed ironia ;)
RispondiEliminaAdesso invece mi gusto questo pane e queste foto che non smetteranno mai di farmi sognare.
Sono passata anche io per Milano questo fine settimana ed il tempo è stato davvero pessimo. E anche freddissimo per me che venivo da un clima con più di dieci gradi. Però oggi piove di brutto e io sono in bici, senza ombrello e senza cappuccio. Quindi ti capisco :-)
RispondiEliminaNon ho capito bene come gestire l'olio. Non va direttamente impastato, ma si amalgama facendo le pieghe?
Mamma mia che avventura O_O ho sofferto fino alla fine...meno male che un viso amico ti ha fatto capire che tutta questa fatica vale la pena. Continua così Moni, noi siamo tutti con te ^_^
RispondiEliminaLa ciabatta è fantastica e le tue foto come sempre sublimi :-)
Buona settimana <3
ps: il prossimo weekend ci sarà il sole..
Che belle ciabattine invitanti... adoro panificare, bravissima!!!!
RispondiEliminaMamma che fatica! Mentre leggevo mi sono accorta che stavo trattenendo il respiro! Dal caos e i disservizi descritti pensavo fossi venuta a Roma. :)))
RispondiEliminaMi piace questo pane.
Una domanda, le 3/4 pieghe sono quelle solite del tuo amato Hadjandreu ^_^ oppure?
Si Silvia, scusa, manco l'ho scritto! sono esattamente le pieghe del mio fidanzato! Baci!
RispondiEliminaahaahahhaahha!!! Grazie ;)
RispondiEliminaLa mia "uscita" (il tuo amato) scaturiva dal post della focaccia con le pieghe. ^_^
Adoro fazer pão , ciabatta fiz apenas uma vez com preparado em que só deitava água.
RispondiEliminaMas hei-de fazer eu mesma.
Esse ficou uma maravilha
Bom fim de semana
Mi piace tanto leggerti, oggi ancor di più!
RispondiEliminaGrazie!
Nata
Mi sono sentita stanca solo a leggerti.........complimenti,gran bel pane.
RispondiEliminatu sei un uragano puro e le coincidenze della vita inspiegabili e incredule sono sempre bellissime da raccontare
RispondiEliminati adoro
ricetta bellissima come sempre
Ma quanto mi garba questa ciabatta? Così soffice e così eterea! La sto gustando con gli occhi. Buona giornata ;)
RispondiEliminaCiao!
RispondiEliminaPosso chiederti cosa intendi con lievito secco? Sempre di birra?
Grazie
Ciao!
RispondiEliminaPosso chiederti cos aintendi con lievito secco? Sempre di birra?
Grazie
Elisabetta
Mentre leggo il tuo post rifletto tanto su quello che mi passa per la mente in questo periodo, forse in maniera un po' più sentita del solito, proprio la sensazione di dire che a volte senti tante sensazioni accumularsi una dietro l'altra, magari un giorno realizzi che sei pieno di vita e il giorno dopo qualche delusione ti vorrebbe far mollare tutto! la vita è così, tra alti e bassi! ma poi vedi un pane così bello che allora ringrazi di aver avuto la voglia di prepararlo, perchè la soddisfazione è tanta! complimenti!
RispondiEliminaQui c'è tanto da imparare, tra ricette e fotografia... e sulla fotografia hai perfettamente ragione, se ancora si potesse usare l'analogico la fotografia sarebbe meno alla portata di tutti, pensando di più allo scatto invece di pensare beh tanto la sistemo dopo!!! Cmq io fino a poco tempo fà stampavo le mie foto in camera oscura! Mi farà piacere se vieni a trovarmi, il mio è un piccolo blog con ricette semplici.
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