lunedì 24 novembre 2014

Chouquettes classiques e...cielo grigio perla


-"Buonasera Carlo, come va? Ho prenotato per tre alle 16:30, siamo un po' in anticipo..."
-"Buonasera Signor Thur, che piacere! Signora, lieto di rivederla. E chi è questo piccolo uomo? Ma come siamo cresciuti! Venite, vi faccio strada."
Il Signor Carlo passa davanti al banco delle prenotazioni, sorride alla signora Thur, fa l'occhiolino al bimbo e li guida verso il tavolo.
Il salone per metà vuoto ospita pochi tavoli apparecchiati con servizi e tovaglie dal gusto delicato e chic. Lampadari minimal in stile primi del 2000 pendono da soffitti color perla. Le pareti a oleogramma ritraggono paesaggi di montagna ancora inesplorati e  il pavimento trasparente, un classico del decennio precedente, ospita pesci tropicali enormi.
Ai signori Thur piace quel posto molto retrò, amano fare un tuffo nel passato e godere di un servizio con esseri umani al posto dei Rob.
Il Signor Carlo sposta delicatamente la sedia alla signora, fa il giro di destra e con un inchino accennato esclama:
-"Voilà signori, potete cominciare  a ordinare quando volete, il numero di codice è 496. Buona merenda."
I coniugi Thur tirano fuori il loro Nat, lo accendono e si immergono nel mini schermo per scorrere il menù del locale e ordinare un buon dessert.
Jess invece resta qualche minuto in silenzio, fissando gli enormi pesci colorati sotto ai suoi piedi di bimbo. Sul web aveva letto che un tempo questi pesci erano piccoli e vivevano  nell'Oceano Indiano e che solo da una cinquantina d'anni erano diventati animali da acquario, che avevano triplicato la loro dimensione e che i loro colori erano personalizzabili dalla nascita. Il locale li aveva comprati color perla. 
In pendant con il soffitto.
-"Mamma, perché non ci sono più pesci nell'Oceano Indiano?
-" Amore, sto scegliendo il menù. Informati su Wiky, vedrai che ci sono tutte le risposte che cerchi" disse la signora senza staccare gli occhi dal Nat.
-"Io prendo un cannolo - dice il signor Thur -  sembra che sia un antico dolce del sud Italia. Hai già ordinato qualcosa anche per il bimbo?"
-"Per chi? Ah, no, non ancora. Amore - chiede la madre al figlio- cosa vorresti mangiare? Le vuoi le chouquettes, che ti piacciono tanto?"
-"Mamma, perché le chouquettes sono vuote dentro?"
-"Jess, quante volte te lo devo dire? Guarda sul tuo Nat e digita chouquettes. Wiky ti può dare tutte le risposte che cerchi."
I coniugi Thur ordinano la merenda tramite Nat, nel giro di 4 minuti dal centro della tavola sale una campana con all'interno i dessert scelti. Le bevande saranno portate al tavolo tramite il nastro trasportatore color perla. Il Signor Thur clicca l'invio di una bicchiere di acqua al caramello per Jess, poi si rituffa dentro lo schermo come la moglie.
Lui inizia il briefing dell'ufficio, lei attiva la lampada abbronzante Tan-App, chiude gli occhi e tiene il Nat a all'altezza del viso.
Jess fissa lo schermo del suo Nat nuovo. 
Potrebbe accendere e spegnere le luci di casa con un click, potrebbe giocare a palla virtuale con gli amici. Amici che non ha mai visto in faccia. 
Potrebbe comprarsi con la sua carta, un cucciolo di leone e nutrirlo, curalo e educarlo.
"Ora hai il tuo Nat anche tu amore - le diceva la mamma - smetti di fare le domande a me e tuo padre e cerca sul web la risposta."
Ma Jess non vuole risposte, vorrebbe uno sguardo presente. Oppure parlare per più di 1 minuto con qualcuno senza che poi questo qualcuno si rituffi tra i cristalli del Nat. 
E' solo. 
Con un cielo perla, una terra di pesci giganti, delle pareti sensibili e in arrivo un piattino di chouquettes e non sa nemmeno perché son vuote dentro.  
Più in là in un altro tavolo, 4 uomini in cravatta guardano ciascuno il proprio piccolo schermo tra le mani. Nel tavolo dietro, una giovane coppia: lei si scatta foto per poi inviarle al mondo e lui gioca a biliardo tramite Nat.
Il tavolo di fronte è piccolo ed è occupato da una sola persona. Una donna che mangia, guardando ogni forchettata come fosse magica. Accanto, sopra il tavolo, tiene una scatoletta nera. La prende, ci guarda dentro, tocca con le dita esili qualche pulsante e preme.
Click, sente Jess. 
E poi ancora click,click,click.
-"Mamma!"
La madre sta mangiando con la destra e facendo passeggiare il cane tramite la DogApp con la sinistra.
-"Mamma!! - insiste il piccolo indicando la ragazza - cosa sta facendo quella signora?"
La madre non si volta, resta incollata sul device.
-"Jess - risponde la madre con voce annoiata- falle una foto e invia l'immagine sul web. Vedrai che trovi quello che cerchi."
La donna del tavolo singolo  finisce di mangiare, paga tramite Nat e si alza. Va verso la grande terrazza, guarda qualche secondo il panorama, guarda dentro la scatola nera e preme il pulsante.
Il bambino la osserva rapito. Abbassa lo sguardo sulle sue chouquettes, ne prende una con le dita e la apre a metà.
E' vuota, una cavità assolutamente vuota e asciutta.
-"Papà, ma perché le chouquettes sono vuote?"
Nessuna risposta, un silenzio vuoto e asciutto.
Jess con un balzo scende dalla sedia, rincorre qualche pesce e esce nella terrazza.
Guarda la ragazza da dietro una colonna, si avvicina e si fa uscire dalla bocca un turbinio di domande:
-"Che cosa stai facendo? Cosa fai con quella scatola? A cosa serve?"
-"Ciao! Ti piace? Si chiama Reflex ed è una vecchia macchina fotografica, cioè serve a fare fotografie, come il tuo Nat. E' un po' più difficile ma i risultati sono bellissimi!"
La donna si porta la macchina all'occhio, ruota qualche rotella e click, click!
-"Io non l'ho mai vista..."
-"Bhé, non è più in vendita ormai da tanto tempo, purtroppo. Ma è una storia lunga, potresti conoscerla dal tuo Nat..."
-"Oh no, ti prego, raccontamela tu!" piagnucola il bimbo.
-"Questa macchina l'ho ricevuta in eredità da mia nonna ed era della sua mamma.
C'è stato un periodo tanto tempo fa, nel quale molte persone si appassionarono di cucina. Creavano i loro diari sul web, preparavano le ricette, le fotografavano per poi condividerle, come faceva la mia bisnonna. Questa passione però in una decina di anni prese una piega piuttosto pericolosa.
Le foodblogger, così venivano chiamate, iniziarono dapprima ad acquistare libri e utensili per cucina, poi reflex, obiettivi e attrezzatura di ogni genere. La loro cucina a poco a poco si trasformò in studio fotografico, le camerette dei loro bimbi in depositi per props.
Non esisteva più un pasto caldo e normale per la famiglia. Prima si dovevano fare le foto e poi, solo dopo aver verificato la riuscita dello scatto, i familiari potevano mangiare.
Molte di loro, per gli acquisti legati al blog, iniziarono a sacrificare i beni primari per la famiglia. 
Altre viaggiavano di continuo, invitate a eventi e manifestazioni culinarie, tralasciando casa e lavoro.
Tra loro iniziò una guerra fredda all'ultimo piatto. A suon di scatti di sfidavano in preparazioni e foto. Con l'andar del tempo molte persero la dignità, molte altre si incattivirono, altre ancora facevano carte false per poter emergere nella blogosfera.
Vennero fuori milioni di corsi per imparare a far le foto e milioni di corsi per diventare chef di cucina.
Le aziende di prodotti alimentari intuirono un guadagno facile, velocissimo e come avvoltoi si buttarono a capofitto, proponendo collaborazioni e scambi di visibilità.
I giri di affari e le conseguenti speculazioni arrivarono a livelli esagerati.
Internet si riempì di bruttissime immagini di torte accartocciate, involtini tristissimi con puré liquidi e calamarate scotte in foto sfocate.
Ristoratori e chef di cucina chiesero e ottennero il divieto di scatto. La polizia statale invece ebbe il permesso di cancellare da tutti i siti le foto che superavano il limite di decenza. Con questo, molte persone abbandonarono le loro macchine, in futuro nessuno le comprò più, nemmeno i fotografi veri che come gli altri, avevano subìto il divieto. La passione non venne più coltivata, si perse a vantaggio di Nat sempre più intelligenti, leggeri e intuitivi e le reflex finirono tra i rifiuti.
Quanto è assurdo tutto questo! Quanto avrebbero potuto imparare l'una dall'altra, condividere una passione, migliorarsi nella cucina e nella fotografia senza stupide competizioni e ipocrisie. E' stupido ma ci penso e ci ripenso..."
-"Sì, è stupido." esordisce Jess.
-"Prego?" dice la donna come se si accorgesse ora del bambino.
-"Ho detto che è stupido il fatto che tu sia ancora là a pensarci." 
Il bambino si mette a sedere sul muretto. La guarda e con gli occhi le fa cenno di mettersi a sedere accanto a sé. 
"Non mi interessano le guerre che vi fate voi grandi, le trovo infantili. Piuttosto, parliamo di cose serie: perché le chouquettes sono vuote?"



Per circa 24 chouquettes


100 ml acqua    
25 ml latte
50 g burro         
1 presa di sale
2 cucchiai zucchero    
75 g farina 
2 uova    
granella di zucchero




Tagliate a pezzetti il burro e portatelo ad ebollizione con l'acqua, il sale, lo zucchero e il latte. Appena bolle, togliete dal fuoco e unite tutta in una volta la farina setacciata. Mescolate bene con una spatola rigida fino a rendere omogeneo il composto. Rimettere sul fuoco per un paio di minuti girando continuamente in modo da farla asciugare. A questo punto, fate raffreddare completamente la palla formata, in una ciotola. 
Battere brevemente le uova e aggiungerle all'impasto poco alla volta, mescolando bene e aspettando che la prima parte sia stata assorbita prima di versare l'altra. E' possibile che ne avanzi un paio di cucchiai, regolarsi in base alla pasta: non deve assolutamente essere liquida ma  si deve ottenere un impasto a nastro spezzato ovvero, facendo cadere la pasta dal cucchiaio di deve formare un nastro che si spezza. 
Riscaldate il forno a 180°. Imburrate bene la teglia da forno Mettete il composto nella sac à poche con un beccuccio liscio di 1,2 cm oppure stellato e  formare dei mucchietti, distanti qualche cm tra loro. Spennellate con molta delicatezza con quel poco di uovo battuto rimasto, schiacciando anche il becco che si è formato e cospargete di granella di zucchero. Infornate per 15 min o fino a doratura. Lasciate socchiuso il forno per circa 15 min per farli raffreddare gradualmente. 
L'interno deve risultare vuoto e asciutto.
Si possono mangiare semplicemente così oppure farciti di chantilly, pasticcera o ganache.
Le chouquettes (come le altre preparazioni a pase di pate a choux), sono formate da una buona dose di liquidi (acqua e parte delle uova) che in forno tenderanno a evaporare ma trovando la barriera dei grassi nell'involucro (uova e burro), il vapore spingerà verso l'alto l'impasto per poter uscire. Per questo le chouquettes sono vuote dentro...

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31 commenti

  1. Meno male che lo hai spiegato tu... temevo di essere costretta a chiederlo al Nat!

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  2. Hai superato te stessa. Avanti così Monique!

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  3. Fantastica.
    E non aggiungo altro!
    Se non che ti ruberei una chouquette... ;)
    baci cara

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  4. Chissà se anche le altre persone, dopo questa bellissima lettura, si stanno sentendo tristi come me?
    Ho voglia di rileggerlo ancora, lo sai? Le chouquettes sono perfette.

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  5. Storia bellissima non ho staccato gli occhi dallo schermo fino all ultima parola.
    Quanto hai ragione , alcuni si fanno la guerra x il migliore scatto , per chi ha postato prima la ricetta , invece è così bello confrontarsi e imparare , provare le ricette semplicemente per il gusto di vedere come viene , o per provare nuovi sapori , o.perché da quella foto ri sembrava divina

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  6. Questa storia mi è piaciuta ma spero che a non tutti i foodblogger succeda ciò che è stato raccontato e che si riesca a recuperare la voglia di condividere e di sperimentare insieme senza competizione. La mania di essere sempre iper connessi ed in qualunque momento della giornata non scordiamocelo non è solo prerogativa del foodblogger ma è diventata una "malattia" di tutti. dunque impariamo a "scordarci " del tablet e dello smartphone per recuperare la normalità dei rapporti tra persone. un abbraccio,peppe.

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  7. che storia spettacolare, la passione è condividere, non mettersi in mostra. complimenti per la ricetta, sono perfetti

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  8. Un post questo, pieno di mirabile Coraggio e sublime Grazia.
    Andrebbe recensìto, piuttosto che commentato.

    Màdame

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  9. Tanto bene, tanto tanto.
    Ci fossero più persone come te sarebbe senza dubbio un mondo migliore!

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  10. io sorrido perché questo mondo l'ho scoperto tramite i tuoi occhi

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  11. Tu sei oltre...e non dico altro!!!

    Un bacio bella donna
    monica

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  12. Quanto da da pensare questo post...quanto ci leggo dietro :-)

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  13. Adoro le tue storie....questa fa riflettere un sacco

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  14. Ho letto tutte le tue parole per due volte, mi sono gustata ogni singolo verso...mi piace tanto quello che hai scritto, profondo e reale. Credo che lo rileggerò ancora e ancora.
    Sono contenta di entrare nel tuo blog e ritrovarti, queste chouquettes sono meravigliose e io adoro le tue foto, posso solo ammirarle da qui in silenzio e cercare di imparare da te.

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  15. Ma come sei tu????? Oltre ad essere bravissima in tutto, mo' hai anche il dono di vedere nel futuro????? Le premesse non sono delle migliori lo so, ma spero proprio che non finisca così...piuttosto, la differenza tra le chouquettes e i bignè, è' che le prime sono vuote dunque...non si farciscono???? Un bacio tesoro e come sempre.....complimenti!

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    1. Le chouquettes sono "bignoline" dolci con la granella di zucchero sopra (da riempire). Il bigné è in generale, quello fatto con la pasta a choux e può essere dolce o salato. Tutti vengono riempiti, ma nel mio racconto, preferivo averli vuoti:). Per il resto, cerca sul tuo Nat, avrai le risposte che cerchi...

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  16. bellissima questa nuova veste del blog! adoro
    ...ed io pensavo che il bimbo si riferisse al fatto che non erano farcite con la crema :(
    :*

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  17. Ma come fai? Riesci a descrivere un mondo triste e imbarazzante con leggerezza ed al contempo una grande profondità. Chapeau!

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  18. Cioè tu vuoi dire che in futuro scompariranno i foodblog belli come questo e le reflex ma i bambini rompi no????

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  19. Mi sono persa nel tuo racconto... un vero spettacolo! Bravissima!!

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  20. Oh Monique.....ci sono ricascata!!! Non devo più leggere i tuoi post mentre preparo la cena......... bruciato ragù!!!!!! A quando l'uscita di un tuo libro da leggere tutto d'un fiato? Sei fantastica come le tue chouquette!!!

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  21. Complimentissimi, per la ricetta in primis e per l'intro poi!!

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  22. Mi credi che me lo sono letta 2 volte di seguito il tuo post.. mi incanti... e le chouquettes? no vabbeh, stupennde!

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  23. Brava, intelligente e talentuosa!

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  24. Sono ghiotta di questi pasticcini..
    Ti sono venuti perfetti!!
    brava

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  25. Touché! Una spanna sopra gli altri ;)
    Pensavo a te giusto un paio di giorni fà

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  26. bellissimo racconto!
    ora sappiamo tutti perché sono vuoti dentro e forse qualcuno capirà che le guerre sono sempre inutili ed infantili.
    buona giornata
    alice

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  27. Io arrivo sempre tardi e tu ormai lo sai. Tu, invece, arrivi sempre puntualissima a farmi sorridere e amareggiare contemporaneamente di questo strano mondo :) ho letto e riletto. Brividini sulle braccia, mi serve una chouquette per farli andare via. Due, và. Facciamo tre ;)
    Ti abbraccio stretta.

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APPREZZO consigli, critiche, opinioni, domande, nuove amicizie e semplici saluti.
Visto che non guadagno a commento, sarei molto più felice averne pochi e sinceri che tanti ma ad cazzum.

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